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Il caso

Catania, dov’è finito M? Le fideiussioni (più alte) attendono. Gravina vigila tu

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Da Catania si attendono segnali dal signor M ma c'è chi teme sia tutto un bluff

Redazione ITASportPress

Grazie al presidente della Figc, Gabriele Gravina, sono stati fatti avanti da tempo per  ridare credibilità al sistema calcio salvaguardando le società attraverso norme più stringenti per le acquisizioni. Una esigenza per tutti gli addetti ai lavori ma anche per i tifosi spesso traditi da avventurieri che gli hanno fatto perdere, in alcuni casi per sempre, il legame storico con il proprio club.

BLACK LIST - La FIGC ha affrontato il tema e dato priorità alla questione approvando nel 2019 un nuovo regolamento in materia di partecipazioni societarie a livello professionistico. E’ stata partorita una sorta di “Black list” per impedire l’acquisto di un club ai soggetti che negli ultimi cinque anni abbiano ricoperto il ruolo di socio, amministratore o dirigente con poteri di rappresentanza in ambito federale in società destinatarie di provvedimenti di esclusione dal campionato o di revoca dell’affiliazione dalla federazione. Come ha sottolineato il presidente Gravina, è stato posto un argine sicuramente importante e un forte richiamo al senso di responsabilità di tutti gli imprenditori che vogliono entrare nel mondo del calcio. Un passo avanti ma c’è tanta strada da fare visto che ancora oggi vi sono dei veri “liquidatori seriali” di società che creano un danno diretto al territorio e mortificano le tifoserie. Ma soprattutto vi sono “pirati” che creano un danno a tutto il calcio italiano. 

SIGNOR M - Il Catania è passato nelle mani di M (non lo nominiamo per evitare di fornire una troppo comoda vetrina) un imprenditore laziale, con un passato a dir poco nebuloso, che non sembra soddisfare i requisiti di solidità finanziaria per risollevare il club etneo. Un imprenditore che ha girovagato in mezza Italia presentatosi al capezzale di società di calcio in difficoltà, assicurando amministratori, giornalisti e tifosi di essere pronto a risollevare i club, tra cui il Latina Calcio e il Rieti, con cospicue iniezioni di denaro. Poi però è scomparso dai radar come hanno detto molti calciatori delle squadre laziali.

PIANO INDUSTRIALE - A Catania si è presentato dicendo di essere stato truffato in passato, ma finora non ha chiarito qual è la sua vera consistenza patrimoniale, il settore in cui opera principalmente, quali sono le sue attività in Italia e il fatturato medio. Si è limitato ad affermare che ha interessi commerciali all’estero e precisamente in Bulgaria con alcuni imprenditori di una nota compagnia assicurativa di Sofia. Non ha rassicurato la larga maggioranza della città di Catania che giustamente dubita di questa operazione che presenta molti lati oscuri ed ha molte similitudini col suo passato. Il piano industriale illustrato da M è il seguente: scovare giovani talenti, andare nelle scuole e creare una struttura di medicina dello sport. Un piano industriale a dir poco fumoso.

MISTERO - Il signor M dopo essersi aggiudicato il ramo d’azienda del Catania ha lasciato la città non effettuando il rogito che di solito viene registrato uno o due giorni dopo. Ma dove si trova mister M? A Roma, forse. Il signor M sa bene che deve sostituire tutte le fideiussioni esistenti e dare alla Figc quella per il debito sportivo e quella per i contratti federali relativamente agli stipendi fino al 30 giugno che non è di 500 mila euro ma molto più alta come prevede il regolamento e varia con una percentuale in base al tetto ingaggi. Il signor M sapeva benissimo che avrebbe dovuto dare queste garanzie alla Figc. A Salerno Iervolino si presentò subito con 10 milioni di assegni circolari al momento di rilevare il club campano. 

FIDEIUSSIONI - Leggendo le sessanta pagine del bando, basta soffermarsi con attenzione alla numero 32 e 33. Il signor M (o chi per lui) si spera le abbia lette tutte visto che dovrà accollarsi il debito sportivo che supera i tre milioni di euro. Il signor M (o chi per lui) potrebbe vedersi ridurre il debito sportivo solo in caso di escussione delle fideiussioni (il cui valore, basta leggere pag. 28 è di € 1.350.000,00) da parte dei tesserati (cosa non avvenuta). Ribadiamo che il signor M deve subito presentarsi alla FIGC con una fideiussione a prima richiesta o di banca o di primaria compagnia assicurativa italiana (non di certo bulgare). Questo è il conto che bisogna pagare per poter fregiarsi di essere il nuovo proprietario del Catania. Molti lo dimenticano ma essere presidenti di una squadra di calcio significa essere proprietari o presidenti di un’azienda popolare di interesse pubblico. Se prima di diventarlo davvero si scopre che ha avviato accordi di saldo e stralcio con i dipendenti e i calciatori, forse il buon giorno non è proprio così buono.

GLI STRUMENTI DI M -  Il signor M ha una bassa credibilità nel mondo del calcio (basta chiedere ad alcuni presidenti di club capitolini che stanno spesso in FIGC e che il signor M dice che sono suoi amici) per le sue disavventure con Lazio Basket, il Latina Calcio e il Rieti. Il signor M deve onorare gli impegni e le scadenze dopo le dichiarazioni roboanti allo stadio e in alcune trasmissioni tv e radiofoniche di Catania.  Promesse, progetti mirabolanti e una credibilità che gli è garantita da una dialettica sicuramente sopra la media che a Catania piace. Sono questi gli strumenti che il signor M ha utilizzato quando ha intrapreso le sue tante avventure imprenditoriali, tutte finite allo stesso modo.

SITUAZIONE GRAVE O GRAVINA? -   Si spera che Catania non allunghi la sua lista nera. Perché Catania non lo merita, perché la Sicilia non lo merita. Dopo De Simone, Petroni e Pellino a Trapani, Ali a Siracusa, Tuttolomondo a Palermo, di tiri Mancini ai danni di città e tifoserie gloriose ne abbiamo piene le p***. A riguardo ci rivolgiamo al presidente della Figc, Gabriele Gravina affinché si adoperi per tutelare, anche con azioni esemplari, la passione dei catanesi affinché non continui ad essere mortificata da personaggi che con il calcio non hanno nulla a che fare. Il calcio deve saper far piangere di commozione o di dolore. Il calcio deve valere il sacrificio delle trasferte, l’umiliazione degli sfottò, la fiocinata di un risultato avverso. È questa la materia prima del pallone. Sappiamo bene che, in definitiva, sono i soldi a muovere il “sole e le altre stelle” ma il calcio è un sentimento che si fa business. Il contrario non succede specie se alla guida dei club vi sono “pirati” e avventurieri. Presidente Gravina salvi il Catania visto che il giocattolo potrebbe rompersi ancora e per lungo tempo. 

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