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L'appello

Catania, Ferraù: “Cerchiamo investitori da 15 milioni di euro. Tacopina inadempiente”

Catania, Ferraù: “Cerchiamo investitori da 15 milioni di euro. Tacopina inadempiente”

L'appello della Sigi ai tifosi di donare soldi per poter iscrivere la squadra al campionato di Serie C illustrato dal presidente della società proprietaria del Calcio Catania

Redazione ITASportPress

Il presidente della Sport Investment Group Italia Giovanni Ferraù in sala congressi, a Torre del Grifo, ha tenuto una conferenza stampa relativa al momento del Calcio Catania e all'iniziativa "Uniti per il Catania".

INIZIATIVA - "Chi manca oggi in questa sala è perchè lavora per noi. Io sono qui perchè rappresento la società e ci metto la faccia. L'iniziativa tende non a fare una colletta ma a rendere partecipi tutti per il rilancio e la salvezza del Catania. Tutti devono fare la loro parte e l'appello è anche per la parte imprenditoriale della città. Investire oggi sul Calcio Catania significa salvaguardare un patrimonio della città che potrebbe venire meno. Oggi è il momento dell'unità e della compattezza e della compartecipazione. Altro discorso è inutile fino al 28 giugno poi troveremo i responsabili. Noi abbiamo preso il Calcio Catania per darlo poi a un investitore più importante, e Sigi aveva l'obiettivo di salvare la matricola e cedere ad altri visto che non avevamo 15 milioni per rilanciare il club e portarlo in altre categorie. L'investitore deve vedere una città che si muove e che risponde presente, e mi rivolgo a professionisti e commercianti. Speriamo di poter iscrivere la squadra nel caso non dovessimo riuscirci restituiremo i soldi a chi li ha versati. Noi stiamo facendo il possibile e all'appello mancano circa 800 mila euro per iscrivere la squadra e avviare la nuova stagione. Poi dal 29 giugno cercheremo investitori validi che mettano 15 milioni di euro. Il fallimento è un rischio minimo ma c'è. Noi lo dobbiamo scongiurare anche se la società è in difficoltà. Tutti i soci hanno versato denaro ma la Sigi non può mettere altri 2,5 milioni".

COVISOC - "Non ha fatto nessun rilievo che ci fa preoccupare"

INTERLOCUZIONI - "Quattro interlocuzioni erano in essere e abbiamo cercato di mantenere il silenzio, mercoledì uno degli investitori si è tirato indietro. Poi i vertici di uno sponsor internazionale, ci hanno riferito che non erano in linea con l'attività avviata dopo aver esaminato i documenti. Questo ci ha lasciato il fiato corto visto che sono venute meno due possibili soluzioni. Gli investitori si avvicinano ma dopo vanno via per la situazione debitoria pesante".

TACOPINA - "Non voglio rispondere a chi semina odio e zizzania dagli Stati Uniti e io non darei retta ma la verità va detta. Sigi ha stipulato un contratto con Tacopina e questo non era subordinato all'omologa del tribunale, ma al raggiungimento di un debito. C'è un inadempimento contrattuale e questa persona è scappata via. Doveva dare un milione e ne ha versati 600 mila euro. Non voglio parlare del passato. Io mi sono fatto rapire dal sogno americano e ho sbagliato. Il sogno americano era una illusione. Forse Tacopina non ha messo un centesimo di tasca sua, ma qualcuno dei suoi investitori. Tacopina non ha onorato il contratto e dunque è inadempiente".

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