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CATANIA, gli ex Primavera come arma segreta

Tantissimi i giovani aggregati alla prima squadra. Pochi quelli che in Lega Pro hanno trovato spazio e inciso significativamente sul gioco del Catania.

Veronica Celi

Come proiettili in canna pronti a partire. Sono i giovani in forza al Catania. Alcuni già schierati nel corso dell’attuale campionato. Altri, invece, rimasti a lungo in panchina in attesa dell’occasione giusta per risultare determinanti, e attirare l’attenzione degli addetti ai lavori. Si tratta di ragazzi cresciuti nelle giovanili rossazzurre, e le cui prestazioni, in continuo miglioramento, hanno rappresentato motivo di vanto e forza. Spunto utile alla convocazione in prima squadra.

Top player per caso: Mattia Rossetti. Si ritrova davanti la porta contro il Bari in B, innestato da Rosina. E segna, portando in vantaggio gli etnei. Idolo improvvisato, aveva già dato qualche assaggio dei suoi guizzi offensivi tra le fila della Primavera. Nel 2013/2014 in 24 presenze va a segno due volte. Raddoppia il bottino l’anno dopo: quattro reti in 12 gare. A queste somma le 7 partite tra i cadetti. L’ala sinistra, dopo un inizio di stagione a rilento, salta sul treno della Lega Pro a girone d’andata inoltrato. Bravo a svariare per tutto il settore avanzato – anche esterno destro o seconda punta – spreca la possibilità di riproporre giocate e carattere. Tanto che in quattro occasioni, il massimo è un rigore procurato contro. Altrettante le apparizioni di Maks Barisic, bomber del settore giovanile, con 15 gol al seguito durante il campionato 2012/2013. Poi l’esperienza al Milan. Coi rossoneri, però, in ombra, nonostante soddisfazioni e Youth League. Torna al Catania, e ripropone l’indole del finalizzatore, e all’occorrenza del suggeritore. Tanto che Pellegrino lo promuove, facendogli disputare alcune gare coi compagni di reparto una classe sopra. Dai Giovanissimi fino alla Primavera, passando per gli Allievi: Andrea Di Grazia le ha viste tutte. Vince la Nike Cup insieme ad Alfonso Sessa – adesso entrambi in terza serie, anche se quest’ultimo mai sceso in campo. Si trasforma da centrocampista ad attaccante, accumulando marcature su marcature. Come trequartista, in due stagioni realizza 42 reti. La musica non cambia se spostato a sinistra. Quest’anno a supporto dell’unica punta, Calil, dà sfogo ad assist impeccabili, ma solamente all’inizio. Infine, non ha ancora scaldato i guantoni Giuseppe Ficara. Il portiere classe ’95 arriva alle pendici dell’Etna nel 2011. Tra un infortunio e una mancata convocazione, non emerge. Strada facendo, conquista un posto fisso agli ordini di mister Pulvirenti. Nella formazione di Pancaro, invece, l’alternanza Liverani-Bastianoni non gli concede spazio.

L’unico che ha avuto modo di contribuire alla risalita del Catania in classifica è Tino Parisi. Terzino destro costantemente attivo sulla fascia, al momento ai box per problemi fisici, ma pronto a rientrare qualora Garufo glielo permetta. Una percentuale troppo bassa, soprattutto per la Lega Pro, campionato in cui più forze fresche hai, più fame coltivi, più ottieni. Sono, infatti, molte le compagini che fanno affidamento a giovanissimi talenti (vedi Lescano del Melfi o Leonetti del Messina). Tra i vantaggi derivanti dall’impiego di pedine maturate nel vivaio rossazzurro c’è poi un risparmio in termini economici: sfornare gioiellini in casa evita di cercarne altrove. Insomma, per virtù o necessità, serve far sì che questi proiettili inceppati esplodano e facciano centro.

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