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Catania, il film horror SIGI e di M con finale scontato. Trama, attori e spettatori

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Ora dovrebbe essere compito dei magistrati far luce su cause e responsabilità che hanno portato alla rovina del club

Redazione ITASportPress

Hanno fatto scomparire il Catania. Hanno distrutto 75 anni di storia. Hanno illuso e poi mortificato i tifosi. Hanno decapitato la passione del popolo rossazzurro. Hanno dimezzato il valore di Torre del Grifo che versa in uno stato di degrado con diverse strutture guaste. La firma di questo scempio è solamente della SIGI, la società controllante del club acquisito all'asta il 23 luglio del 2020. Sono tutti i soci della società ad aver firmato la fine di una bella avventura. I magistrati, non potevano fare altro che accogliere l’istanza di fallimento formalizzata dalla Procura contro la società, adducendo a motivazione lo stato debitorio nei confronti di varie entità pubbliche e private e risultata acclarata la sussistenza dello stato di insolvenza. Ma il peccato originale della SIGI è all'inizio di questo film horror. 

SIGI, SOLO DANNI - Come è stato possibile affidare alla SIGI il Calcio Catania visto che non hanno mai dimostrato di avere le risorse necessarie per assicurare la continuità aziendale? Hanno commesso diversi e grandi errori. Il primo, forse il più grave, aver quasi subito abbandonato il concordato preventivo passando al regime normale. Se ne sono liberati di questo freno all'attività amministrativa e organizzativa, pensando di poter gestire il club a mani libere senza più andare a chiedere ai due commissari, (che erano la commercialista etnea Letizia Guzzardi e l’avvocato Antonio Rossi, professore associato di Diritto commerciale a Bologna) l'autorizzazione per l'acquisto calciatori o lo spostamento di un bus della squadra giovanile. Le conseguenze di aver abbandonato la vecchia procedura sono state devastanti visto che è mancata l'immissione di liquidità.

GRAZIE COVID - Dopo il primo anno di costi folli non sono riusciti a sanare nulla. I debiti sono cresciuti tanto da aggravare la situazione e la Lega Pro ha iscritto il Catania -come ha detto Ghirelli - al campionato 2021/22 grazie alle norme Covid. E pensare che la SIGI ha ottenuto diverse "regalie". Li elenchiamo: 600 mila euro per un errore dell'Agenzia delle Entrate sono finite nelle casse del Catania; i 630 mila euro di Tacopina, il vero salvatore fatto fuggire e poi bastonato verbalmente; 130 mila euro dei tifosi. Tutto questo denaro non è servito a nulla. Il Catania non è fallito per un decreto ingiuntivo fatto dai creditori ma solo perchè il collegio sindacale ha fatto un esposto alla Procura della Repubblica. Evidentemente il debito del Catania non era deteriorato ma sano poggiando su un patrimonio immobiliare come Torre del Grifo. Questi sono i peccati imperdonabili della SIGI. Ora dovrebbe essere compito dei magistrati far luce su cause e responsabilità che in questi anni hanno portato alla rovina del club. Il Calcio Catania, spento dalla Sigi, ha disputato 17 campionati nella massima divisione, 34 partecipazioni in Serie B e 32 in C.

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POI E' ARRIVATO M - Il metodo M ha colpito ancora ma dopo i disastri di SIGI. Niente bonifico, niente saldo prezzo per rilevare il ramo d'azienda del Catania Calcio e l'inevitabile conclusione con il Tribunale etneo che ha dichiarato decaduta la trattativa con M. Si è così giunti all’epilogo di una vicenda grottesca che rappresenta il punto più basso della storia sportiva dell’Elefante. Questo imprenditore romano dopo varie esibizioni tragicomiche in città davanti a taccuini e microfoni, dopo aver illuso e disorientato i catanesi con la sua dialettica  sopra la media, non ha firmato il rogito ed è finito fuori pista accampando tutta una serie di scuse e problemi di natura tecnica per il mancato accreditamento dei 375 mila euro. Catania è stata turbata dal signor M che ha illuso i catanesi con continue rassicurazioni di volere rilanciare il club con tanto di conferenza stampa dai contorni tragicomici e con un piano industriale a dir poco insensato. I tifosi esasperati dalla gestione della SIGI, hanno pensato in fondo che non poteva andare peggio di così, per cui quando si è presentato M, assicurando che avrebbe presto risollevato la società grazie a un piano di salvataggio miracoloso, più di qualcuno ha voluto anche crederci. Per disperazione, più che per convinzione. Ma anche il più fiero ottimista dei tifosi rossazzurri, ci ha messo poco poi a svelare il bluff del signor M.

LA FERITA - Il tradimento del signor M è una ferita che non potrà rimarginarsi in fretta visto che mai come adesso il popolo catanese si sente umiliato e offeso. Il signor M ha calpestato lo spogliatoio del Catania, un tempio sacro fino a pochi anni fa occupato da Spinesi, Baiocco, Mascara, Papu Gomez e Maxi Lopez, calciatori che in Serie A scrissero straordinarie pagine di calcio a tinte rossazzurre. Ma questo signor M è entrato anche allo stadio "Angelo Massimino", facendo rivoltare nella tomba il "Presidentissimo", poi a Torre del Grifo dove è rimasto per giorni da quando si è autoproclamato presidente. Ha parlato ai calciatori, al dt Maurizio Pellegrino e al mister Baldini da presidente ma loro sono stati molto furbi e non gli hanno mai creduto avvisati anche da alcuni ex compagni di squadra del Rieti delle giravolte di M.  

LO SAPEVAMO - Itasportpress aveva anticipato in diversi articoli che il signor M non avrebbe preso il Catania. Andare in giro con un estratto conto di una banca americana mostrando, a chi dubitava di lui, di avere disponibilità a sei zeri per far capire qual è la consistenza finanziaria, fa capire tante cose di questo personaggio. A Catania è successo anche questo con qualche "pezzo da 90" della SIGI compiaciuto di andare a braccetto con M fiutando forse l'occasione giusta per ritornare nel fortino di Via Magenta.  Il signor M è riuscito per diverso tempo a tenere in scacco non solo l’intero ambiente che ruota intorno alla società rossazzurra, ma anche il Tribunale e i curatori fallimentari disertando tutta una serie di impegni e appuntamenti. Anche loro, come i tifosi, sono stati raggirati dal signor M. Ma bastava ragionarci su un attimo per capire che quanto stava accadendo non era altro che l'ultimo atto di una sceneggiatura praticamente perfetta ordita dal manager romano che, una volta ancora, ha fatto leva sulla passione dei tifosi per tentare di accrescere la sua ormai bassissima credibilità. Oggi di questo soggetto non ci interessa più nulla. Conta solo la rinascita dello storico club che ha navigato in un mare in tempesta con al timone soggetti inqualificabili. Una vicenda assurda con finale da paura come il film The Shining di Stanley Kubrik. 

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GAME OVER - Catania è in ginocchio e i giochi del signor M sono probabilmente finiti. Ma ci aspettiamo qualche ricorso. Per adesso è game over signor M. La sua è una di quelle situazioni incredibili che quasi si fatica a pensare come veritiere raccontandole poi ai posteri. Insomma in questa brutta storia gli unici che di certo ci hanno rimesso sono, come spesso accade, i tifosi che dovranno aspettare ancora per rivedere la loro squadra di nuovo competitiva nella massima serie. Resta solo la speranza che questo genere di situazioni siano da monito per tutti i catanesi, siano tifosi o giornalisti, affinché si possa vigilare di più e meglio per non ripetere gli stessi errori. 

SISTEMA CALCIO MALATO - Si chiude così la pagina più triste della storia del Catania. Rimettiamo in risalto il grottesco e imbarazzante caos generatosi intorno all’affaire Catania che ha di fatto messo a nudo per l’ennesima volta, semmai ce ne fosse stato il bisogno, il sistema calcio italiano in tutta la sua inadeguatezza. Un sistema da anni compromesso nelle fondamenta, incapace ed arruffone, che naviga a vista con l’unico interesse di auto-conservarsi. Lo abbiamo scritto ieri e lo ribadiamo anche oggi. Una riflessione va fatta visto che i vertici della federazione devono impedire che uno sconosciuto millantatore possa compare un club all'asta presentandosi come un investitore serio e qualificato in tribunale. Un sistema che negli anni ha fagocitato e portato alla ribalta personaggi talmente impresentabili da risultare folcloristici, tipici del contesto raffazzonato all’italianaappuntoIn questo universo gremito di ciarlatani e millantatori, una menzione d’onore va al signor M e le sue vicissitudini con il Catania Calcio. La vicenda di M, infatti, racchiude una serie di minuzie e sfaccettature tali da consacrarla a pietra miliare di questo mondo picaresco, con una trama da teatro dell’assurdo degna di Beckett. Una trama che può essere sintetizzata, proprio come nell’Aspettando Godot del drammaturgo irlandese, in due atti. I soldi, come Godot, non sono mai arrivati ai curatori con M che si è sempre appellato a “er problema tecnico. Una storia espressione di un sistema calcio, quello italiano, talmente tanto assuefatto alla farsa da diventare una drammatica commedia pirandelliana.

 

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