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Catania, il piano di Pelligra sullo stadio Massimino e la carta coperta

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A Catania si parla di uno stadio da 50 mila posti

Redazione ITASportPress

A Catania da giorni il dibattito è sul futuro dello stadio Massimino. Il Comune ha fatto alcune precisazioni sulla procedura di utilizzo da parte della Catania Ssd dopo che un giornale online locale ha sollevato dei dubbi sul metodo di assegnazione dell'impianto al sodalizio del presidente Rosario Pelligra. Chiarimento articolato dalla Direzione sport del Comune di Catania come si legge nella nota emanata: “il provvedimento ha salvaguardato ampiamente l’interesse pubblico, prevedendo la corresponsione al Comune da parte della Catania SSD di un importo complessivo mensile di 5563,2 euro, superiore già così alla somma prevista per il pagamento della singola partita, fissato in passato, da regolamento, in 1500,00 euro per singolo evento, restando anche a carico del Comune (in Lega Pro) ogni altra spesa”. 

I costi del Massimino Nel piano di conduzione temporanea è previsto che la Catania Ssd si occuperà di tutta una serie di oneri economicamente significativi per la società calcistica, che non verranno pertanto sostenuti dall’ente pubblico relativamente alla manutenzione dello stadio. Nella nota della Direzione Sport del Comune però non c’è traccia del pagamento della tassa sulla pubblicità allo stadio. Durante la gestione Pulvirenti in Serie C l’imposta sulla pubblicità faceva affluire nelle casse comunali 70 mila euro (il 10% del totale della pubblicità) e con l’affitto dello stadio l’importo complessivo sfiorava i 100 mila euro all'anno. Sempre nella nota della Direzione Sport non è specificato se il Comune ha rinunciato alla tassa pubblicitaria ma è una domanda legittima che molti si fanno. Se esentato, il nuovo Catania pagherebbe circa la metà del vecchio Catania anche se il mensile è più alto (5563 vs. 1500 euro). Da chiarire inoltre se il Comune ha concesso al club etneo l’uso gratuito degli uffici. 

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Stadio di proprietà Tanti presidenti di club professionistici continuano a lanciare l’allarme sull’insostenibilità del sistema calcio, ed è giusto porre immediatamente la questione sugli stadi di proprietà, la cui soluzione non è più rimandabile, perché chiama in causa la sopravvivenza stessa di quello che resta, di gran lunga, il passatempo più amato dagli italiani. All’estero ovunque si vada, si trovano stadi migliori - per funzionalità, agibilità e godibilità - di quelli italiani. C’è un drammatico, disperato bisogno di impianti nuovi, per rilanciare tutto il movimento e renderlo più attraente, anche in tv. Ma torniamo alla questione Catania. Lo stadio Massimino è vetusto e al momento non è un luogo per bambini, donne e famiglie. Tra l’altro l’impatto visivo non è buono a causa della pista di atletica e manca la copertura in diversi settori dell’impianto. Le autorità competenti di recente hanno rideterminato la capienza dello stadio “Angelo Massimino” concedendo la disponibilità di 20.204 posti, così suddivisi: Tribuna A 3.231; Tribuna B 4.502; Curva Nord 5.406; Curva Sud 5.865; Settore Ospiti 1.200.

Pazza idea Pelligra vuole uno stadio da 50 mila posti, ma l’impianto di piazza Spedini per come è strutturato, come assicurano alcuni tecnici comunali, non può contenere così tanti spettatori perchè è impossibile alzare le tribune. Il patron etneo ha in animo di usare lo stadio tutti i giorni, e non solo ogni tanto quando si gioca in modo da far spazio a nuovi fondamentali introiti. Difficilmente però a Catania sarà possibile organizzare trecento eventi. In un anno il Massimino viene utilizzato dalla squadra di casa circa 25 giorni, troppo poco per i costi non solo dello stadio ma della vita stessa di un club. Ecco l’idea di organizzare concerti, fiere, eventi, mostre, conferenze, feste più o meno ampie e lussuose, oltre all’area ristorazione. Al momento è ancora difficile fare previsioni, ma Pelligra conta di poter ricavare dallo stadio, extra-calcio, alcuni milioni di euro all’anno magari attraverso una futura attività fieristica, congressuale e la parte eventi. In altre parti d'Europa, tutta l’area commerciale ha maggiore impulso se lo stadio si trova nel centro città anche se gli spazi sono più ridotti rispetto a un impianto in periferia che moltiplicherebbe i negozi. Ma il Massimino potrà diventare una macchina da soldi come pensa Pelligra? 

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