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CATANIA, la ‘caduta’ di Pulvirenti e il rebus dei conti economici

Lo choc degli arresti di Pulvirenti e Cosentino (oltre all’ex ds Delli Carri) non è ancora stato metabolizzato. Troppo grande la ferita per i tifosi rossazzurri, traditi nella loro passione più autentica: quella per il Calcio Catania. I...

Redazione ITASportPress

Lo choc degli arresti di Pulvirenti e Cosentino (oltre all'ex ds Delli Carri) non è ancora stato metabolizzato. Troppo grande la ferita per i tifosi rossazzurri, traditi nella loro passione più autentica: quella per il Calcio Catania.

I supporters etnei si sono riuniti ieri a Piazza Dante per organizzare il corteo dell'orgoglio rossazzurro di sabato prossimo e per lanciare l'idea di un azionariato popolare. 

Intanto, però, si addensano nubi nere sul futuro del Catania, non solo dal punto di vista sportivo, ma anche economico.

Oggi scade il termine di consegna alla Covisoc di dichiarazione attestante gli emolumenti e compensi ai tesserati entro aprile 2015, oltre all'appianamento dei debiti verso Leghe, Figc e Fondo Fine Carriera dei tesserati e già il presidente Pulvirenti ha depositato in tribunale la lettera di dimissioni da presidente del sodalizio rossazzurro. 

Poi il 30 giugno la scadenza per presentare l'ammissione alla Serie B, anche qui con una serie di documentazioni (che comprende il bilancio al 30 giugno 2014, relazione semestrale al 31 dicembre 2014 e certificazione dell'avvenuto pagamento di Irpef, Inps, Ires ed Iva ad aprile 2015), oltre ad una fidejussione di 800mila euro.

Il Catania potrà onorare le scadenze? In linea teorica questo potrebbe accadere. I conti della società sono positivi e al 30 giugno 2014, come avevamo rilanciato il 9 marzo scorso (LEGGI QUI) c'era una perdita di appena 9.533 euro. Sono ancora conteggiati i diritti tv della Serie A (30,2 milioni di euro) compensati dal 'paracadute' di 12,5 milioni di euro.

La gestione del Catania, nel corso degli anni, si è contraddistinta per oculatezza, ma adesso bisognerà capire le ricadute economiche di questo 'tsunami sportivo'. Già l'anno di permanenza in B rischiava di complicare non poco la situazione.

Sarebbe stato importante contenere i costi del personale anche perché sul bilancio dei rossazzurri esistono dei costi “rigidi” come l’ammortamento del Centro Sportivo, che necessitano di un fatturato importante che generi liquidità sufficienti a pagare le rate del mutuo.

La questione 'Torre del Grifo' merita una particolare attenzione: il bilancio della società rossazzurra  si caratterizza per la notevole incidenza sul totale delle immobilizzazioni e dell’attivo della voce “Terreni e fabbricati” e quest'ultima rappresenta il 43, 3% dell'attivo.

Nel 2011, ricordiamo, fu inaugurato il Centro Sportivo di Torre del Grifo. Il costo storico a bilancio della Voce “Terreni e Fabbricati” è di 47,3 milioni di cui 1,2 milioni per terreno, 43,9 milioni per immobili centro sportivo e 2,1 milioni per i campi di calcio  Il mutuo acceso con il Credito Sportivo, comporta delle "rigidità" gestionali.

Nel bilancio 2013/14 era evidenziata la cifra di 2,6 milioni come debiti scadenti entro l'esercizio successivo. In particolare,1.105.959 come "Rata mutuo scadute" al 30.06.2014 ed 1.090.232 come debito per "Mutuo Istituto credito Sportivo I erogazione"; 217mila euro come debito per "Mutuo Istituto credito Sportivo II erogazione"; 208mila come debito per "Mutuo Istituto credito Sportivo III erogazione". Mentre i debiti per rate di mutuo scadenti oltre il 30.06.2015 ammontavano a Euro 22,2 milioni.

Luca Marotta, intervistato lo scorso 9 marzo da ItaSportPress, avanzava delle perplessità sul futuro del centro sportivo: "Prima di accendere un mutuo - diceva il commercialista e blogger - si dovrebbe redigere un piano finanziario con l'indicazione delle fonti di copertura del debito che si accende, ossia come si rimborserà il mutuo stesso. Il tutto serve a verificare se l'investimento sia sostenibile o meno. Se, per ipotesi, fosse stato previsto che il rimborso del mutuo avvenisse solo per il tramite del cash flow, prodotto dalla gestione economica, doveva essere messo in conto che in caso di retrocessione in Serie B, il cash flow sarebbe stato nettamente inferiore alla Serie A. In caso di difficoltà, potrebbe essere necessario l'intervento finanziario della proprietà". Ma adesso, con Pulvirenti e Cosentino agli arresti, come finirà?

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