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Catania, Lo Monaco: “Non denuncio aggressione ma poteva scapparci il morto”

L'ad etneo porta sul viso i segni dell'aggressione sul traghetto

Redazione ITASportPress

Prima di entrare in prefettura, l’amministratore delegato del Catania, Pietro Lo Monaco, accompagnato dall’avvocato Giuseppe Gitto, ha parlato ai giornalisti che lo aspettavano fuori. Il dirigente rossazzurro, con ferite ben visibili al volto, ha commentato l’aggressione subita il giorno prima sul traghetto che lo stava conducendo da Messina a Reggio Calabria per seguire la squadra giocare in Coppa Italia. “Stavo prendendo un caffè e sono stato aggredito alle spalle. In quei momenti non capisci molto. Non denuncio. Chi ha fatto questo si è firmato. Ci sono telecamere. Ed è andata bene, poteva scapparci il morto. Essere aggredito di spalle in mezzo a un gruppo di persone non è una cosa bella. L’episodio di ieri è stato preannunciato da striscioni, dalla testa di porco lasciata al campo tempo fa, da una campagna social pazzesca che non riesco a capire da dove viene. L’episodio culminante è stato quello di ieri, ma c’è una storia che porta a tutto questo. Sono stato per cinque minuti in balia. Mi hanno detto le cose più becere. Ma non denuncio, non sono abituato. Ripeto, chi ha fatto tutto questo s’è firmato”. Infine il messaggio ai tifosi: “Mi auguro che da questo episodio si prenda spunto per isolare i violenti dai veri tifosi. I veri tifosi non fanno quello che hanno fatto. Quando si dà voce ai violenti il risultato è questo. I fatti, i commenti, i personaggi pubblici influiscono e indirizzano. Le dichiarazioni del sindaco? Poteva evitarle, le cose che abbiamo sentito sono tutte cause scatenanti".

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