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Battaglie storiche

Massimino sfidò potenti del calcio e con Superlega di Agnelli sarebbe finita così

Nessuno come Massimino era capace di lottare contro i potenti del calcio

Redazione ITASportPress

"Il calcio moderno è dei potenti, quelli avidi di denaro. Quei presidenti sul quale rischiano di sbattere club e dirigenti essendo abituati ad agire con spregiudicatezza, arrivando a tradire non solo rapporti di fiducia e amicizia, ma anche gli obiettivi che ruoli o deleghe prevedono. L’ultima vicenda della Superlega, progetto nato in una notte di domenica e poi sfumato a metà settimana, ha messo in risalto chi sono i potenti del calcio e chi agisce con avidità. I tifosi sono ormai i clienti mentre i presidenti pensano sempre al proprio tornaconto.

"AGNELLI - Un esempio eclatante è Andrea Agnelli che in Italia era stato incaricato dai club della Lega di guidare le trattative con i Fondi per la cessione dei diritti tv. L’obiettivo, come ha riportato la Gazzetta dello Sport, era formare, con l’aiuto dei Fondi, una nuova società partecipata che aumentasse i ricavi, modernizzasse la Lega svincolandola dai vecchi interessi di bottega. L’accordo vantaggioso, che avrebbe consentito a tutti i club italiani di frenare la crisi economica, causata anche dalla pandemia, prima è stato raggiunto, ma poi fatto naufragare. E ora molte società pensano di aver capito il perché: rinunciare ai Fondi per abbracciare un progetto in grado di risolvere meglio i problemi della Juve e a cascata delle altre due big, Inter e Milan (anche se il club rossonero è rimasto favorevole ai Fondi). 

 Massimino e Furino 1982

"MASSIMINO - I presidenti di un tempo, da Angelo Massimino del Catania, a Costantino Rozzi dell'Ascoli per finire a Romeo Anconetani del Pisa, sicuramente non si sarebbero fatti prendere in giro dagli Agnelli di turno in Lega. Loro ci mettevano altre armi per contrastare il furbo dirigente: la praticità e l’astuzia per essere imprenditori nati dal basso e non ereditando holding dai nonni ricchi e famosi. Immaginando uno scontro in Lega per la Superlega tra Agnelli e Massimino, è facile pensare a come sarebbe andata conoscendo anche le battute del Presidentissimo. Del resto la sua vita, è stata costellata da aneddoti che divennero ben presto un mito linguistico. “Andrea, na stu munnu c’è chi può e chi non può. Io può, tu no!. Facisti sta minchiata ora scumpari do palluni. Anzi sai chi ti ricu? Dopo sta mala compassa ca accucchiasti ca Uefa, ammuccati ‘ sti puppetti e mettiti na maschira”. Forse sarebbe andata così o forse no, ma quello che è certo, è che Massimino ai potenti del calcio sapeva come combatterli. C’era riuscito con Antonio Matarrese presidente della Figc che radiò il Catania, ma aveva lottato con tutti i potenti del calcio che lo ostacolavano in quanto ritenuto a volte scomodo per la sua astuzia. Gli chiesero: Presidente, che fa, non riconosce più la giustizia sportiva? "E chi l' ha detto? Il tribunale sportivo non lo discute nessuno. Io pago le multe e sconto le squalifiche. Ma qui non parliamo di un gol annullato, parliamo della cancellazione di una società da parte del signor Matarrese... Ma tanto lui ha l' immunità parlamentare... E poi dice che uno deve starsi zitto. Matarrese non accetta la giustizia italiana".

"LA SFIDA PIU' GRANDE - Quando Matarrese cacciò il suo Catania dal campionato, molti pensarono: ben gli sta. Ma il Presidentissimo cominciò una dura battaglia nell’estate del 1993 contro quel potente del calcio che disse che la fideiussione fu presentata in ritardo, e decise che il Calcio Catania 1946, con tutta la sua storia, andava radiato. Mentre i tifosi rossazzurri si incatenarono davanti alla sede della Figc, Massimino iniziò una battaglia per tenere il Catania in vita. Combattè come un leone contro la Figc e contro la politica, e alla fine Matarrese dovette però arrendersi il 9 ottobre 1993 davanti alla sentenza del Cga (Consiglio di giustizia amministrativa) che diede ragione a Massimino. La Figc riammise il Catania ma lo collocò in Eccellenza. Il Catania ripartì, grazie al Presidentissimo, e poi iniziò la sua ascesa verso il ritorno in Serie A. Massimino vinse la sua sfida più importante: una squadra e un tribunale contro la Federcalcio e il Resto del Mondo. Chapeau Presidentissimo!

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