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Catania, Moro: “Venire qui scelta più azzeccata al mondo. La 24 scelta perchè…”

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Luca Moro si è raccontato a Goal.com

Agatino Santapaola

Luca Moro, attaccante del Catania, ha concesso una intervista al portale Goal.com. Queste alcune sue dichiarazioni sul suo arrivo alle pendici dell'Etna:  “È successo tutto molto velocemente perché all’inizio dell’anno scorso la SPAL non mi ha riscattato, poi sono tornato, ho fatto il ritiro col Padova e fino all’ultimo non ho saputo benissimo il mio destino. È stata fatta questa scelta del prestito al Catania perché c’era una rosa molto ampia al Padova e magari non avrei trovato lo stesso spazio che ho trovato qui: una decisione presa da entrambe le parti. Anch’io in primis ho detto ‘voglio andare al Catania’ e devo dire che è stata la scelta più azzeccata del mondo. E di questo son felice. Il futuro è ancora tutto da vedere perché c’è ancora tanto da fare: sicuramente la volontà c’è"

LA CITTA' - Moro ha parlato di Catania descrivendo la città: “È totalmente diversa da Padova: c’è più caos, più affetto a primo impatto da parte della gente e questo mi ha aiutato a trovarmi a mio agio sin dal primo giorno. Poi è stato merito anche dei compagni che mi hanno fatto sentire subito parte della squadra, anche se sono arrivato solo l’ultimo giorno. Mi ha colpito il dialetto: e poi il primo giorno, non ricordo per quale occasione, era arrivato da mangiare al campo e vedere tanti arancini e piatti tipici di Catania mi ha fatto un certo effetto”.

I SUOI IDOLI - “Sì, quando ero piccolo c’era il Padova con una grande squadra, in cui giocava anche Stephan El Shaarawy, e andavo a vederla. Come punte centrali, però, mi sono sempre ispirato a Robert Lewandowski e Cristiano Ronaldo per la sua mentalità e il suo impegno. Dall’anno scorso ho iniziato a curare l’alimentazione perché fino a 2 anni fa non guardavo cosa mangiavo e quanto bene facesse: adesso sto molto più attento, ma bisogna migliorare. Se la squadra si allena la mattina, poi, allenamento e pranzo insieme ai miei compagni che abitano qui a Torre del Grifo. Poi è successo molte volte che nel pomeriggio, visto che è vicina al campo sportivo, sono andato in palestra: altri pomeriggi li passiamo a guardar Catania”.

SENZA CALCIO - La scelta di Moro se non avesse fatto il calciatore: “Non ho mai avuto dubbi sul mio percorso, ma ci sono state delle volte i cui magari mi dispiaceva lasciare i miei compagni a un certo orario, ma sapevo a cosa andavo incontro e conoscevo bene il mio sogno da realizzare, quindi non volevo avere rimpianti. L’alternativa al calciatore? Avrei fatto il bancario perché a scuola sono sempre andato bene. Non ho mai avuto problemi nello studio, quindi siccome mi piaceva la matematica da piccolo dicevo così. Oppure avrei fatto il ciclista: sono sempre stato un tipo sportivo e nella mia famiglia, dalla parte di mia mamma, erano tutti appassionati di ciclismo”.

LA MAGLIA - Moro ha parlato della scelta del numero di maglia 24: Mi hanno detto che chi indossava la maglia numero 24 al Catania (Gionatha Spinesi, ndr.) era una persona molto importante, che significava “goal”, da queste parti. In realtà non ho preso questo numero per un determinato motivo: mi è arrivato, magari è stato un segno. Ed eccoci qua”.

DERBY - Sulla sfida contro il Palermo, Moro ha detto: “Sono riuscito a cogliere l’importanza di questa gara grazie ai tifosi. Tra l’altro è il 12 dicembre. 12/12: 12+12? 24, quindi…”.

BALDINI -  Sul tecnico del Catania, le parole di Moro: “Mi son trovato bene sin dall’inizio: secondo me una cosa che mi ha fatto cambiare il mister è l’attacco alla profondità. Fino all’anno scorso venivo troppo spesso incontro e poco in profondità e lui parlandomi di Ciro Immobile mi ha detto ‘Tu sei un attaccante che deve attaccare la profondità’ e questo mi aiutato”.

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