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Catania, Pellegrino a ISP: “Tempi ristretti per chiudere trattativa ma dopo di noi c’è il vuoto. Torre del Grifo una risorsa se…”

Il club etneo vive un momento assai tribolato della propria storia. Il futuro è assai incerto visto i problemi economici dell'attuale proprietà

Redazione ITASportPress

"Non è un momento propizio per acquistare una società di calcio visto il contesto temporale difficile che si sta attraversando con una crisi senza precedenti. Per rilevare poi una società di Serie C ci vuole molto coraggio visto che un club di terza serie oggi spende più di quanto guadagna. Nonostante queste premesse, a Catania c’è in atto una trattativa portata avanti da una cordata di imprenditori che sta cercando di strappare il sodalizio di via Magenta alla società del patron Nino Pulvirenti. La cordata è rappresentata da Maurizio Pellegrino che in passato è stato calciatore e allenatore del Catania. Un uomo di campo che ai microfoni di Itasportpress ha rilasciato una intervista partendo però dall’attualità.

"Pellegrino, è giusto provare a ripartire o meglio dichiarare chiusa la stagione in A, B e C?

"Al primo posto c’è la salute e quindi se non si hanno le garanzie necessarie, è giusto fermarsi. E’ normale anche valutare di andare avanti e lo sport deve ripartire, ma ripeto non si può scherzare con la salute dei calciatori e delle loro famiglie.

"Come uscirà il calcio da questa pandemia?

"Uscirà molto ridimensionato. Da adesso in poi bisognerà dare importanza a strutture adeguate e comportamenti responsabili. Sarà insomma un calcio più organizzato e concreto e forse meno mediatico.

"Cosa pensa del taglio degli stipendi dei calciatori

"Bisogna fare una differenza tra i calciatori di A e B e quelli di C. Se per i primi due campionati nonostante i tagli, i calciatori possono garantirsi un futuro visto che guadagnato tanto, non è così per quelli della terza serie che con gli emolumenti garantiscono la sopravvivenza delle loro famiglie. Si dovrebbe trovare un punto di incontro e stabilire anche una soglia minima di guadagno per cercare di non compromettere l’intero sistema calcio professionistico che raggruppa tre categorie e non solo A e B.

"Giocare a porte chiuse non è triste?

"Per uno che fa sport, in particolar modo il calcio, è tristissimo vederlo senza gli spettatori sulle tribune e nelle curve. Il calcio senza tifosi è un evento asettico e privo di passione e trasporto. Perde tutto il suo fascino e il senso di appartenenza.

"La Serie C a 60 è un’impresa tecnicamente fallita. Ogni anno ciascun club spende il 50% più di quanto incassa, i debiti incidono per il 92% sul totale delle attività. Vede bene una C con due gironi da 20 ognuno?

"E’ una idea che vale la pena approfondire. Ci sono troppe società in difficoltà e molti club di C che si reggono grazie ai contributi di tanti imprenditori che adesso avranno problemi con le loro aziende e non potranno più investire. Probabilmente molti club non riusciranno a iscriversi e non so se la Lega Pro rischia di finire con 20 società l’anno prossimo ai nastri di partenza.

"La Serie C la reggono i mecenati e lei rappresenta una cordata di diversi imprenditori. Crede che oggi sia meglio un solo proprietario o un gruppo forte economicamente?

"Ritengo che il mecenate di una volta non trovi più spazio nell'attuale mondo del calcio e oggi ne vedo sempre meno. Imprenditori poi disposti a rilevare un club di Serie C se ne contano con il contagocce. Certo rilevare il Catania è diverso visto che parliamo di un club storico e una città importante. Non c’è mai stato in questa città un imprenditore forte, tranne Angelo Massimino, con alle spalle grandi potenzialità. Con la crisi attuale è sempre meglio avere una proprietà con più imprenditori e non più un uomo solo al comando.

Il vostro gruppo è pronto a programmare un rilancio della società rossazzurra?

"Noi siamo pronti a rilevare il club per cercare di garantire un futuro al Calcio Catania. Sceicchi, cinesi e oligarchi all’orizzonte non se ne vedono dunque scordiamoci un Catania in mano a un miliardario straniero. Chi si è impegnato con me a rilevare il sodalizio di via Magenta oltre ai soldi ci mette anche il cuore e l’anima. Tutti gli imprenditori della cordata hanno mantenuto fede agli impegni presi nonostante la crisi che stiamo vivendo e con molte delle loro aziende con i lavoratori in cassa integrazione. La trattativa continua e siamo compatti e continuiamo a inseguire questo sogno. Stiamo andando avanti con grande convinzione anche se lo stato d’animo in questo momento di grande emergenza sanitaria è cambiato.

"Il Catania è il suo passato ma potrebbe essere anche il suo futuro ma stavolta dietro la scrivania. Qual è il suo sogno nel cassetto da dirigente del club? 

"Il mio obiettivo è il progetto sportivo, che rimane la spina dorsale di una società di calcio. Valorizzare un progetto sportivo avendo anche una struttura come Torre del Grifo è il mio grande desiderio. 

"Torre del Grifo è una risorsa in questo momento o un ostacolo in più per la trattativa che state portando avanti?

"Torre del Grifo è una struttura importante. E' vero che ancora deve essere pagata ma si mantiene da sola. Per chi compra il Calcio Catania sa che Torre del Grifo rappresenta un debito da pagare e per molti anni ancora. La crisi attuale non dà garanzia sul ritorno economico mensile della struttura ne sappiamo quando potrà riaprire i battenti.

"Vi siete dati un tempo limite per concludere o abbandonare la trattativa?

"Le cose sono cambiate perché noi abbiamo fatto una proposta altamente cautelativa visto che stiamo parlando di un bilancio del 30 giugno 2019 e poi non sappiamo cosa è successo. I tecnici e i consulenti legali devono sapere qual è il valore del mondo Catania. La proposta di 2 milioni di euro è stata respinta per la modalità ed è legittimo, ma chi prova a rilevare la società è giusto che si cauteli. La trattativa va avanti e sarà più approfondita ma i tempi sono ristretti e risentono anche degli effetti coronavirus. La palla è passata alla proprietà del Calcio Catania e so stanno verificando quale soluzione migliore portare avanti. Dietro di noi c’è il vuoto. Nessuno vuole il Catania. Oggi con le nuove normative se sei miliardario ma hai problemi con la legge non puoi acquistare nessun club. In ogni caso il mio compito si è concluso: ora la palla passa ai tecnici, allo staff legale e al Tribunale che deve decidere se la proposta è valida o meno e presumo che entro metà maggio qualcosa si possa sapere.

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