ITA Sport Press
I migliori video scelti dal nostro canale

Futuro rossazzurro

Catania, per la risalita non passa lo straniero

tacopina

Ecco come si sono risollevati i top club falliti e ripartiti dalla Serie D

Redazione ITASportPress

Sono tanti i top club con una storia e un bacino d’utenza importante falliti negli ultimi vent’anni. L'ultimo caso è quello del Catania, dichiarato fallito dal Tribunale etneo lo scorso 22 dicembre. Per il club dell'Elefante, ancora il futuro è tutto da scrivere, ma il destino è comune ad altre squadre storiche in Italia che sono dovute ripartire dalla Serie D. 

Catania, per la risalita non passa lo straniero- immagine 2

COME SI SONO RISOLLEVATI - Dei top club finiti tra i dilettanti, chi è risorto in poco tempo, ha avuto alle spalle una proprietà italiana seria e di qualità che ha riportato il club in Serie A prima di un lustro. La Fiorentina fallita nel 2001 è risalita grazie a Diego Della Valle che fondò inizialmente la Fiorentia Viola vincendo nel 2003 il campionato di Serie C2 e ottenne nello stesso anno la promozione d’ufficio in B per meriti sportivi. Nel 2004 la Viola conquistò la promozione in Serie A. Il Napoli fallì nell’estate del 2004 e a rilevare il club partenopeo fu Aurelio De Laurentiis che costituì la Napoli Soccer che fu iscritta al torneo di C. Nel 2006 promozione in B, l’anno dopo fu Serie A. Il Torino fallì nel 2005 e il club lo rilevò Urbano Cairo. Il sodalizio granata ripartì dalla B e trovò subito la promozione in A nel 2016 vincendo la finale playoff contro il Mantova.

Il Parma dopo aver dominato in Europa con la famiglia Tanzi, fallì nel marzo del 2015. La nuova società SSD Parma Calcio 1913 che rilanciò il club ducale era composta da sette imprenditori locali e venne affiliata alla FIGC e ammessa in sovrannumero al massimo campionato dilettantistico. Scalata entusiasmante: vince il campionato di Serie D  poi l’anno dopo batte l’Alessandria nella finale playoff di C e vola in B. Nel 2018 festeggia la promozione in Serie A. 

LOTITO E VOLPI -Tra le squadre fallite ma attualmente in Serie A, ci sono la Salernitana due volte default nel 2005 e nel 2011 e lo Spezia nel 2008. I campani hanno completato la risalita in A in 10 anni risollevati da Claudio Lotito, gli Aquilotti in 12 e sono ripartiti dalla D con l’imprenditore Gabriele Volpi. Il Perugia è anche un’altra nobile precipitata in Serie D e si è sempre risollevata con al comando imprenditori italiani. Lo stesso è successo alla Reggina nel 2015, poi il club amaranto è stato ripescato nell’estate del 2016 dopo essere giunto al quarto posto nel Girone I di Serie D. Il Bari è fallito nel 2014 ma in un primo momento ha evitato di finire in D. Tra i dilettanti invece il club pugliese è precipitato con la FC Bari 1908. La nuova società del patron Luigi De Laurentiis ripartì dalla D vincendo il campionato 2018/19. Anche il Cesena fallito nell’estate del 2018 è stato promosso al primo anno di Serie D vincendo il campionato nello stesso anno del Bari grazie alla Publisole SPA che ha fondato il 23 luglio del 2018 la Cesena FC. Il Palermo ripartito dalla D nella stagione 2019/20 con gli imprenditori palermitani Dario Mirri e Antonino Piazza, ha beneficiato della sospensione del torneo per Covid mentre era al comando della classifica del Girone I di quarta serie venendo promosso in C. Livorno e Chievo non sono ripartiti neanche dalla D dopo il fallimento ed hanno preceduto il Catania nella triste graduatoria dei club che hanno dovuto portare i libri in tribunale. 

Catania, per la risalita non passa lo straniero- immagine 3

SOLO VENEZIA - In una sola occasione un club di Serie D importante, si è rialzato con investitori esteri: è stato il Venezia nel 2015.  Il club lagunare passò a una cordata statunitense capeggiata da James A. Daniels, imprenditore edile e CEO della High Ridge Brands. Il 6 ottobre la carica di presidente del nuovo club, che era stata assunta a titolo temporaneo da Daniels, passò all'avvocato newyorkese Joe Tacopina, divenuto azionista di maggioranza del rifondato sodalizio arancioneroverde che vinse il campionato di Serie D Girone C. All’attuale presidente della SPAL riportare il Venezia in B costò  circa 13 milioni di euro in due anni ma riuscì a portare a termine il doppio salto dalla Serie D al torneo cadetto. Il Venezia nell’anno della Serie D ebbe costi per 3,4 milioni di euro, di cui 507mila euro per salari e stipendi e 2,3 milioni di costi per servizi. Tacopina poi in Lega Pro spese circa 11,3 milioni di euro. In particolare, ad avere impatto sono stati i 7,6 milioni di costi per il personale, di cui 6,2 milioni in salari e stipendi. La stagione coincisa con la promozione in Serie B, si chiuse con una perdita di 9,7 milioni di euro che fu coperta interamente da Tacopina, che nel corso della stagione versò nelle casse del club 9,9 milioni di euro.

FUTURO CATANIA - Appare evidente che una società che scivola tra i dilettanti, per potersi sostenere autonomamente, è fondamentale la permanenza almeno in Serie B. Solo nella seconda divisione italiana infatti si possono ridurre i costi ed avere maggiori introiti da diritti tv, stadio e settore giovanile. Dunque a parte il Venezia di Tacopina che fu rilanciato con i soldi americani, tutti i club più importanti si sono risollevati con progetti finanziari di imprenditori italiani. In Serie D si può ben dire che non passa lo straniero. Il Comune di Catania è avvisato. 

tutte le notizie di