Esclusiva

Catania, Pulvirenti: “Intuizioni e scelte sbagliate della mia storia iniziata 18 anni fa”

dirigenti del Catania
ll 26 maggio 2004 resterà una delle date indelebili nella storia del Catania: Pulvirenti-Lo Monaco, sbarcavano nel capoluogo etneo

Redazione ITASportPress

E' stato l'ex dirigente del Catania, Pippo Bonanno a far nascere la lunga storia professionale tra Antonino Pulvirenti e Pietro Lo Monaco, iniziata esattamente più di 20 anni fa ad Acireale. L'ex patron rossazzurro disse che fu un vero colpo di fulmine aver incontrato il dirigente di Torre Annunziata, un matrimonio perfetto che portò tanti successi al Catania. La storia è nota: in due anni promozione in Serie A e poi tante salvezze di fila condite da bilanci perfetti, plusvalenze record, la realizzazione del centro sportivo e un settore giovanile all'avanguardia.

Nel mezzo una città che nonostante tante situazioni negative poteva contare su una realtà di cui poteva andare fiera come la squadra di calcio nella massima serie. Un idillio lungo ma con qualche screzio tra Pulvirenti e Lo Monaco con conferenze stampa bollenti e paventate dimissioni poi rientrate. Una cosa è certa: il 26 maggio 2004, Antonino Pulvirenti divenne presidente del Catania: da allora, un catanese guidò il club con grande passione, qualità comprovate dai risultati ed evidente lungimiranza nelle scelte strategiche, basate sulla continua ricerca di un prezioso e costante anticipo della miglior tendenza complessiva del sistema calcio.

Ai microfoni di Itasportpress.it l'ex presidente rossazzurro ha riaperto il libro rossazzurro e risposto ad alcune domande.

Qual è stato il giocatore simbolo del suo Catania?

"Peppe Mascara, sicuramente"

attaccante Catania

Qual è stata la sua più grande mossa o intuizione in questi anni alla guida del club e quello che col senno di poi non rifarebbe? 

"La più grande intuizione è di aver portato a Catania Pietro Lo Monaco. Senza di lui sarebbe stato impossibile fare calcio. Su quella sbagliata non ho dubbi: aver assecondato, nonostante fossi contrario, all'assunzione di una persona in un ufficio importante del Calcio Catania. Mi sarei dovuto opporre fermamente all'assunzione di questa figura professionale che fu l'inizio dei disastri del Catania"

Otto anni in Serie A, cosa le manca di più di quel lungo periodo forse irripetibile per Catania?

"Tutto, mi manca l'adrenalina della partita, dalla vigilia al post gara. Ma mi manca il mio Catania nel complesso. Sono stato e lo sono tuttora un tifoso passionale"

Al Cibali perse l’Inter di Mourinho. Quella del triplete fu la partita più bella in Serie A?

"Sicuramente quella contro l'Inter fece rumore ma non fu la più bella. Al primo posto metto il derby col Palermo vinto 4-0. Poi anche la vittoria contro la Roma che ci regalò la salvezza".

Qual è il tecnico della Serie A al quale è rimasto più legato?

"Pasquale Marino senza dubbio"

Nel 2012 disse: "Se Lo Monaco dovesse andare via ne troveremo uno migliore". I fatti dicono altro, si è pentito?

"Non potevo dire altro in quel momento ma non era quello che pensavo. Non mi sono pentito visto che è stato Lo Monaco a decidere di andare via".

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