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Catania, Ricchiuti: “In Serie D società fortissima, in C sarà diverso”

Ricchiuti
Ricchiuti ha lasciato il segno a Catania giocando bene

Redazione ITASportPress

News.Superscommesse ha intervistato Adrian Ricchiuti. L’ex calciatore è un’istituzione a Rimini: con la squadra emiliana ha giocato oltre 300 partite e segnato più di 70 gol. Tuttavia, l’argentino è in Sicilia che si è espresso nel migliore dei modi vestendo la maglia del Catania. Con i rossazzurri si è tolto diverse soddisfazioni, giocando per quattro anni consecutivi in Serie A. Prima di appendere gli scarpini al chiodo, Ricchiuti ha avuto anche il privilegio di giocare i preliminari di Champions League con la maglia de La Fiorita. Un’esperienza della quale lui stesso ci parla.

Adrian, il tuo nome è molto legato alle maglie di Rimini e Catania, ma forse non tutti sanno che hai debuttato in Champions League a 39 anni. Ci racconti quest’esperienza?

Le squadre del campionato sanmarinese hanno la fortuna enorme di poter giocare i preliminari di Champions League ed Europa League. Molti calciatori di San Marino contano più di 30 partite nelle competizioni internazionali. È un po’ un controsenso perché magari in Italia, anche se fai una buona carriera, non è detto che raggiungi certi traguardi. Questo, però, è anche il bello del calcio, che permette a stati piccoli di fare esperienze fantastiche.

Tra il 2002 e il 2009 hai vestito i colori del Rimini contribuendo alla scalata del club dalla C2 alla B. Qual è il tuo ricordo più bello di quello straordinario ciclo?

Ci sono tanti momenti belli. Tutti ricordano il mio gol alla Juventus che è diventato il simbolo di una cavalcata fantastica di quel Rimini lì.

Il Rimini quest’anno naviga nelle zone alte della classifica. Secondo il tuo parere può risalire in Serie B?

Rimini ha bisogno del calcio che conta. È una città che deve vivere anche di calcio e di sport.

Nel 2009 sei passato al Catania, giocando quattro stagioni consecutive in Serie A. Complice anche l’arrivo sulla panchina siciliana di Mihajlovic, che ha cambiato mentalità alla rosa, il club ha ottenuto risultati importanti. In campo non avevate paura di nessuno, giocando a viso aperto con qualunque avversario.

Con Atzori abbiamo avuto sfortuna nei risultati, poi con l’arrivo di Mihajlovic e Maxi Lopez in avanti sono arrivati anche quelli. Il mister ha una grande capacità di metterti nelle giuste condizioni e andare in campo senza avere paura di nessuno, ma questo è quello che succede spesso alle squadre piccole quando affrontano i grandi club. Mihajlovic riusciva a motivare anche chi giocava di meno come me e come altri: questo ha aumentato il livello degli allenamenti e ha fatto crescere il gruppo squadra nel suo complesso.

Dopo il fallimento, il Catania si ritrova in Serie D. Da quali basi la società deve ripartire per tornare nel calcio che conta?

Catania riparte alla grande perché adesso ha una società fortissima per la Serie D. Poi in Serie C sarà diverso, perché ho visto tanti buoni presidenti fallire a causa degli aumenti dei costi di gestione societaria.

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