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Esclusiva

Catania, Scibilia a ISP: “Giù le mani da Pelligra. Vi spiego progetto. Ex calciatori con noi”

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L'advisor di Pelligra Group Dante Scibilia ha parlato ai microfoni di Itasportpress

Redazione ITASportPress

L'advisor di Pelligra Group, Dante Scibilia, commercialista veneziano, ha spiegato ai microfoni di Itasportpress.it il progetto per il rilancio del Catania. Per l'imprenditore australiano Ross Pelligra l'arduo compito di prendere in mano il Catania e valorizzarlo in una gestione di medio-lungo termine. 

Pelligra

Perchè il sindaco di Catania dovrebbe scegliere il progetto Pelligra?

"Il progetto del dott. Pelligra è ad ampio spettro anche per una gestione di lungo termine. Ha varie finalità: fare crescere la società velocemente e renderla autosostenibile attraverso la crescita del territorio calcistico siciliano. Poi il progetto prevede lo sviluppo di altre attività che consentano di essere maggiormente competitivi con ricavi alternativi. Vogliamo anche interagire con la città ponendo il progetto calcio come un'ancora alla quale agganciare altre cose che non sono erogazione a pioggia di denaro per progetti sociali una tantum, bensì la costruzione di alcuni percorsi virtuosi che indicherà la città e le istituzioni. Un'attività che prosegua nel tempo e porti ricchezza in termini di welfare e attività assistenziali".

La città si è schierata con Ross Pelligra, come se lo spiega tutto questo entusiasmo? 

"Fa molto piacere questo, è un riconoscimento al lavoro fatto e alle idee espresse in termini di concetto e contenuti".

A chi afferma che Pelligra è sconosciuto nel mondo della finanza cosa risponde?

"Non mi sono mai permesso di esprimere giudizi sugli altri proponenti e sui loro patrimoni e progetti. Nè io nè il dott. Pelligra vogliamo alimentare polemiche, posso dire che l'imprenditore australiano ha un gruppo internazionale che opera in diversi Paesi ed ha realizzato progetti per centinaia di milioni di dollari. Pelligra ha una reputation pubblica elevata con diversi punti autorevoli che certificano i progetti che ha fatto e che sta facendo. La disponibilità economica-finanziaria del dott. Pelligra è considerevole ed è stata depositata una documentazione che attesta il patrimonio della controllante e non del gruppo che certifica dunque la capacità di sostenere il progetto in termini di numeri. L'istituto di credito che ha rilasciato questa certificazione è una banca che è classificata da Standard&Poor's con il rating più alto. Non stiamo parlando per tutto rispetto di istituti di credito bulgari".

Chi ha convinto Pelligra a scegliere il Catania e il Basket Varese?

"Non sono coinvolto nel progetto basket che è nato prima di quello del Catania. Pelligra ha parenti siciliani e ha sviluppato questa idea di investire a Catania parlando lo scorso mese di maggio con Bresciano e Grella. Vuole fare qualcosa per la città essendo legato alla Sicilia".

Qual è il punto di forza del vostro business plan?

"Il punto di forza sono le idee e i concetti su cui si costruisce il nostro business plan. Non sono i numeri che sono una conseguenza delle idee. L'altro punto di forza è il gruppo di professionisti stimati e seri che fanno parte di questo progetto. Vogliamo fare calcio in maniera professionistica sin dall'inizio, al di là della categoria"

Ross Pelligra si occuperà direttamente del Catania o affiderà il compito ad altre persone di sua fiducia?

"Ha molte società sportive e non potrà essere spesso nel capoluogo etneo per svolgere la funzione di presidente operativo per cui dovrà avere persone di sua fiducia"

Nel calcio di oggi a Catania si può fare business visto che non parliamo di top club come Inter, Milan o Juventus, ma di un sodalizio che dopo aver vissuto oltre otto anni di tormenti non riesce a ripartire e fare impresa

"Solo poche società sono riuscite nel tempo a creare un business stabile attraverso strumenti diversi con la creazione di modelli virtuosi. A Catania il calcio dovrà partire dal territorio, dallo sviluppo e formazione dei giovani calciatori attraverso le academy e il settore giovanile. Poi si potrà creare valore con una diversa strutturazione del business, tutte idee che ci sono e che dovranno essere sviluppate. A Catania c'è la possibilità di fare impresa sportiva creando una società che venga apprezzata nel mondo imprenditoriale e sportivo al di là dei risultati del campo"

La Pelligra Group ha dunque un piano di creazione di nuovi modelli di business addizionali inseriti nel progetto oltre a quello tradizionale dei successi sportivi

"In ambito sportivo sono le plusvalenze, l'attività di scouting e di player trading. Poi si potranno creare valori attraverso le aree collaterali come lo sviluppo identificativo di quello che è il Catania calcio dal punto di vista del brand riconoscibile e spendibile".

Nel vostro progetto è previsto il coinvolgimento della città in tante sue espressioni a partire dai tifosi dei vari gruppi organizzati?

"I tifosi saranno coinvolti in tutte le attività del club. Troveremo dei meccanismi con nuovi strumenti sfruttando la tecnologia. Poi è chiaro che il rapporto tra società e tifosi dei gruppi organizzati avverrà in maniera trasparente ma nel legittimo rispetto dei ruoli".

Per quanto riguarda i ricavi stimati, quantomeno per la prima stagione, e forse anche per quella successiva speriamo in C, questi non consentiranno una integrale copertura dei costi. La Pelligra Group confiderà in quali ricavi e se ha già previsto di dover affrontare uno sforzo economico importante.

"Certamente,  abbiamo considerato uno sforzo economico importante fino alla Serie A. Il nostro business plan è prudente in materia di crescita sportiva e sappiamo bene che in Serie C non ci sono ricavi. Sappiamo di dover coprire le perdite almeno per i primi quattro anni".

Coniugare sport e business non è facile e oggi molti presidenti si affidano a figure manageriali esterne. Lei si sente più un manager professionale o un uomo di fiducia del proprietario del club?

"Le due cose possono anche coincidere. Io cerco di dare il mio contributo per far ripartire il calcio a Catania e lo sto facendo con l'unico soggetto credibile che si è manifestato a me. Ho incontrato altre persone ma ho scelto Pelligra".

Il Catania di Pelligra diventerà il fiore all’occhiello di una politica di investimenti  diversificati in altri settori?

"Cercheremo di integrare la squadra di calcio con il territorio ma il punto focale è il team. Se compriamo Torre del Grifo lo si fa anche per lo sviluppo della squadra di calcio. Se nascono altre opportunità li valuteremo strada facendo se percorrerle o meno. Per adesso pensiamo all'aspetto sportivo".

Può svelarci il nome della costituenda società?

"Abbiamo ipotizzato 5 nomi. La scelta avverrà dopo una valutazione con il comitato regionale".

La velocità è il mantra di questo tempo bulimico. Tutto deve essere semplice, veloce, privo di dubbi così come il ritorno del Catania in B nella stagione 2024/25

"Ho già fatto un percorso netto in passato ma non è così semplice. L'obiettivo è arrivare in Serie A prima possibile, ma sui tempi non saprei, dipende dalle nostre capacità ma anche dalla fortuna che nel calcio è una componente importante. Quello che non manca sono le competenze, la voglia di fare e la determinazione".

Il calcio è un sentimento che si fa business ma non il contrario

"In questa scelta di investire a Catania, Pelligra ha anteposto il sentimento al business ma ha messo in considerazione anche gli aspetti positivi e negativi sotto il profilo imprenditoriale"

E’ vero che un gruppo estero ha, a differenza di quello italiano, molta più esperienza nella managerialità? 

"Le culture non identiche portano approcci diversi e un modo diverso di procedere con un metodo di business alternativo che è un valore aggiunto. L'italiano ha una conoscenza maggiore del territorio, delle persone e dei meccanismo quindi risulta essere più efficace perchè non si scontra con determinate rigidità del sistema. Il gruppo estero deve capire che l'Italia ha una sua specificità e grandi eccellenze che sapute sfruttare consentono l'integrazione del modello di business. Così si avrà un vero valore aggiunto".

L’Allianz per la Juve è stato in questi anni una gallina dalle uova d’oro, non solo per il ticketing ma per tutte le attività collaterali, anche lontano dal giorno della partita (i proventi no matchday ammontano annualmente a 3 milioni). Sarà possibile trattare gli abbonati del Catania come clientela premium, dunque posti più esclusivi e altro ancora al Massimino?

"Il Massimino viene considerato un asset importante per lo sviluppo del club. Studieremo interventi per farlo diventare il centro della vita dei tifosi del Catania rendendolo funzionale sette giorni su sette. Poi sperimenteremo altri progetti legati anche alla partita domenicale. Per un Catania in Serie A saranno fatte delle valutazione sulla capienza dello stadio ma oggi è prematuro".

C’è un giocatore impossibile da prendere che Pelligra vorrebbe portare a Catania?

"Direi Messi... a parte la battuta bisogna partire prima dal direttore generale, dal direttore sportivo poi allenatore e squadra. Stiamo cercando una figura che faccia da collante con il territorio. Ci sono tre persone che abbiamo individuato ma ci parleremo solo dopo aver ottenuto il titolo sportivo. Sono ex calciatori che hanno dato un contributo significativo al Catania ma soprattutto si tratta di persone perbene. Questo vale molto per noi perchè oltre al concetto di identità vale anche quello della professionalità. Per capire Catania bisogna avere persone intelligenti e competenti che conoscono la piazza".

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