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Catania, altra tegola: senza campionato e incassi ma con l’obbligo di pagare stipendi anche a chi è in cassa integrazione

Tifosi del Catania (getty images)

Lo ha anticipato ieri il presidente della Lega Pro Ghirelli

Redazione ITASportPress

Le Lega Pro ha tracciato un piano chiaro per uscire fuori da questa situazione di stallo del campionato di Serie C. Oggi il presidente Ghirelli ha confermato alla Gazzetta dello Sport che tutti i club hanno votato no alla disputa dei play off preferendo perseguire la strada del merito sportivo.  "C’è stata una discussione trasparente, si è votato a scrutinio palese. S’è votato anche per giocare solo i playoff, sarebbero bastati i 28 voti delle squadre oggi qualificate e di altre vicine, ma ne sono arrivati solo 16: questo la dice tutta”. In B andranno Monza, Vicenza e Reggina capoliste dei tre gironi al momento della sospensione, più il Carpi che ha una migliore "media punti ponderata" (ottenuta in base al rapporto tra gare giocate e punti) rispetto a Reggio Audace e Bari, seconde negli altri due gironi.

CASSA INTEGRAZIONE - Il Catania non ha nessuna chance di Serie B, del resto il club si trova in una brutta situazione essendo travolto dai debiti e resta in attesa di cambiare proprietà. Diversi imprenditori sono molto interessati al club dell'Elefante, ma in particolare la cordata più avanti è quella del Comitato dei 3 imprenditori rappresentata da Maurizio Pellegrino e Fabio Pagliara. Intanto il Calcio Catania deve pensare a pagare gli stipendi. Alcuni calciatori hanno ricevuto gli emolumenti di gennaio ma non tutti sono stati pagati. Il club ha sottolineato che lo farà entro la metà del mese in corso ma c'è una nuova tegola. Ieri Ghirelli alla Gazzetta ha affermato che anche senza campionato e senza incassi da botteghino, gli stipendi saltano ma si farà ricorso alla cassa integrazione pagata a metà. “Nelle bozze del nuovo decreto è prevista, aspettiamo che sia pubblicato -ha sottolineato il presidente della Lega Pro-. Intanto abbiamo fatto l’accordo con Aic e Aiac. Per chi è al minimo federale, ossia 30mila euro lordi, le società pagheranno la differenza rispetto a quanto arriverà dalla cassa integrazione. Per gli stipendi fino a 50mila lordi ci sarà la cassa e la differenza va a trattativa singola, con la partecipazione di un fondo di garanzia. Per quelli sopra i 50mila la trattativa è libera”.

 

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