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Catania, Spinesi: “Con la Sigi ho avuto ragione. Lo Monaco? Palermo scelta sbagliata”

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L'ex attaccante etneo ha parlato ai microfoni di Catanista

Redazione ITASportPress

Gionatha Spinesi è intervenuto ai microfoni di Catanista nel corso della consueta puntata serale per esaminare alcuni temi di attualità. Queste le dichiarazioni dell’ex bomber rossazzurro:

Fallimento e situazione attuale dopo il bando. “Io sono uno che non credeva molto alla situazione che si era venuta a creare, ho sempre detto che era meglio buttare giù la casa e ripartire dalle fondamenta. Alla fine poi il tempo non ha dato ragione a me, ma diciamo ha dato sentenza su quello che normalmente accade quando ci sono cordate e situazioni non chiare”

“Adesso con la situazione di fallimento e questa che adesso si è creata, con questi ipotetici quasi 3 milioni che sono soldi che servono comunque per finire la gestione della stagione e i 600 mila euro da elargire subito, si tratta di un’occasione più unica che rara per uno che vuole investire, perché con 3 milioni e mezzo ti compri una categoria, quindi il gioco ne vale ampiamente la pena farlo, chi fosse interessato adesso è sicuramente il momento. Quando ci sono troppe voci e chiacchiere in giro normalmente non è buon segno, il fatto che non si senta tanto parlare secondo me vuol dire che chi è interessato, è interessato sul serio e sta lavorando nelle dovute sedi come è giusto che sia”

Squadra - . “Non possiamo far altro che fare un grande applauso al mister Baldini, ai ragazzi e a quello che resta della società, per quello che hanno fatto. Sicuramente il mister, i ragazzi e lo staff hanno fatto una cosa encomiabile perché non è facile giocare in queste condizioni, arrivare in fondo al mese e non prendere soldi, non stiamo parlando di ragazzi che guadagnano 30, 40 mila euro al mese, e pure se saltano uno, due o tre mesi comunque arrivano bene a fine mese, parliamo invece di ragazzi che guadagnano chi 2, chi 3, chi 4 o massimo 5 mila euro al mese. Quando inizi a non prendere soldi, c’è da pagare l’affitto, hai famiglia, hai i bambini che vanno a scuola le spese e quant’altro, diventa comunque una situazione pesante. Giusto che arrivato a fine mese chi lavora prenda stipendio, quindi da questo punto di vista hanno fatto 6 mesi straordinari dal punto di vista professionale, sono stati veramente uomini al di là dei meriti sportivi che secondo me sono comunque grandi. E’ una squadra che gioca a calcio e ha una sua identità, sicuramente subisce qualche gol in più rispetto a quelli che dovrebbero essere, ma è anche una squadra che segna tanto e ha messo in evidenza tanti giocatori, uno su tutti Moro”.

Moro. “L’ho visto giocare una ventina di minuti le prime partite quando partiva dalla panchina, e una partita intera contro la Juve Stabia, e già dissi che questo ragazzo aveva i numeri per poter giocare in serie A. Sicuramente mettendolo in un contesto come la serie A subito farebbe fatica per mancanza di esperienza, ma fisicamente è completo, progressione palla al piede completo, destro e sinistro, attacca gli spazi come pochi e vede la porta. Queste sono qualità che lui ha. Con le dovute proporzioni e possibilità e un po’ di attesa, secondo me potrebbe essere un attaccante in grado di farsi valere nella massima categoria”

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Calcio italiano e serie C. “In Italia le squadre professionistiche pescano in altri ambienti diversi da quelli che possono essere la serie C italiana, quando dati di fatto alla mano ci sono giocatori molto più bravi rispetto a giocatori magari presi in campionati minori o stranieri. Forse c’è poca visibilità, forse il distacco delle leghe ha ampliato il divario tra le varie categorie, A, B e C. Però sono convinto che andando a pescare e seguendo con persone competenti e di qualità che possono avere i giocatori, la serie C italiana secondo me in alcune piazze ha potenzialità enormi. Ad esempio Lucca a Pisa ha trovato ambiente e categoria superiore con squadra che sta andando bene ed è partito forte, poi è ovvio che le scottature dell’inesperienza e giovane età si pagano”

Lo Monaco. “Penso che sia una scelta sua essersi messo un po’ in disparte, perché io ho conosciuto il Direttore a Catania e lui aveva fatto benissimo, anche a Udine aveva fatto benissimo, ha fatto esperienza Palermo, sbagliata come tempi e scelta, esperienza a Messina, quando anche economicamente non avevi le possibilità che avevi a Catania diventa comunque difficile fare calcio, un calcio diverso che era abituato a fare. Tornato a Catania ha fatto bene parte del risanamento, ma senza soldi non si va molto lontano. Credo comunque sia stata una grande carriera e piena di soddisfazioni”.

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