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Catania, tecnico senza idee e dirigenza confusa che complica il lavoro di Tacopina. L’analisi di un fallimento

foto Calcio Catania

Contro la Turris secondo ko consecutivo, poco gioco corale e mancavano intensità e motivazioni

Redazione ITASportPress

"Che disastro, Catania. Un’altra delusione in campionato e stavolta la sconfitta più umiliante del torneo, forse seconda solo al derby col Palermo, contro una squadra modestissima come la Turris che veniva da tre sconfitte consecutive e con la difesa più perforata del Girone C di Serie C. Per i rossazzurri più passano gli anni, più la Serie C appare stregata. Sempre peggio. Ancora una volta in primavera gli etnei sembrano quasi fuori dalla corsa per un piazzamento importante nei playoff. Errori a ripetizione, una gara dopo l’altra.  L’illusione e il flop tutto nel giro di 60 giorni. Riaffiora il solito braccino corto, l’unica vera nota positiva è stata la prestazione di Russotto contro la Turris per gli altri è buio pesto. Ci sarà da riflettere, e tanto, sulla ottava sconfitta di questo campionato che si fa sempre più anonimo per gli uomini di Raffaele. Contro la Turris sono mancati ancora una volta intensità, gioco corale, capacità di attaccare e difendere in 11. “E’ un problema di testa” ha detto il direttore dell’area tecnica Guerini a fine gara. Ma come si fa in una partita così importante a giocare senza le giuste motivazioni? Difficile spiegare l’incapacità di approfittare di questo turno di calendario che sembrava assai favorevole agli etnei, di sfidare un avversario in ritiro da domenica che si leccava le ferire per le tre sconfitte consecutive. 

 foto Calcio Catania

ATTACCO INCEPPATO 

"Non solo i soliti errori difensivi e un centrocampo spento, ma anche l’attacco si è inceppato. Zero gol nelle ultime due partite e Sarao che non sbuffa più come l'Etna in questo momento. Se il Catania annaspa, è anche perché l’attacco si è spuntato. Non ce ne voglia Di Piazza, ma potremmo sintetizzarla anche così: nostalgia di Curiale e perché no anche di Marco Biagianti che sicuramente avrebbe dato una grossa mano al reparto di centrocampo. Ma la scelta di Pellegrino di farlo fuori si è rivelata totalmente sbagliata. Non è sempre bello partecipare ai processi specie se si fanno al Catania che vorremmo in Serie A prestissimo, ma va detto che nel bene come nel male nel calcio prima di tutto viene la società con la sua storia, le sue visioni, le sue competenze, il suo stile e le sue norme. Poi viene la squadra, compreso l’allenatore ovviamente. In questo momento storico al Catania manca tutto questo.  

 foto calcio catania

PROBLEMI A TACOPINA 

"Piove sul bagnato. Non è un dettaglio, se si pensa che c’è un’altra importante partita che il club sta giocando fuori dal campo con Joe Tacopina. Sul banco degli imputati c’è il tecnico Peppe Raffaele che rischia la panchina ma non è l’unico responsabile di questo disastro. Non sappiamo se ha fatto delle richieste per l’idea che aveva in testa o pur di allenare il Catania ha accettato tutto quello che gli ha dato Pellegrino. E si è bruciato molto presto l'allenatore.  Pellegrino forse non gli ha o forse non gli poteva comprare giocatori funzionali alle sue idee, o che avevano motivazioni forti.  La dirigenza ha dimostrato tutta la sua inesperienza e poca conoscenza dei calciatori di Serie C. Il lavoro di direttore non s’inventa da un giorno all’altro.Troppi errori sono stati commessi e non si è anche lavorato bene in prospettiva con contratti pluriennali anche a calciatori obiettivamente non da Catania per qualità e doti caratteriali. E Pellegrino non ha agevolato il lavoro futuro di Tacopina visto che ha fatto firmare contratti pluriennali a calciatori inadeguati per la piazza. Il repulisti promesso da Joe dopo il ko contro il Teramo sarà più faticoso visto che dovrà disfarsi dei seguenti calciatori tutti con contratto in scadenza a giugno 2022: Sales; Giosa; Claiton; Tonucci; Zanchi; Albertini; Maldonado; Rosaia; Piccolo; Reginaldo; Russotto e Sarao.

Catania Raffaele