ITA Sport Press
I migliori video scelti dal nostro canale

IL PUNTO DI VISTA

Catania, troppi servi e reggicoda. Facciamo che il 1946 non sia morto invano…

Catania, troppi servi e reggicoda. Facciamo che il 1946 non sia morto invano… - immagine 1
Una ferita che non si è ancora rimarginata

Redazione ITASportPress

Catania, troppi servi e reggicoda. Facciamo che il 1946 non sia morto invano…- immagine 2

Il punto di vista dell'avvocato Giuseppe Rapisarda

—  

La compattezza di questo ambiente é un valore? Certo. Se si deve fare quadrato sulla squadra, soprattutto nelle eventuali difficoltà, e sul mister. Troppo spesso, quest'ultimo, oggetto di critiche, sia pure a mezza bocca, ingenerose. Come si fa per il resto il bene del Catania, di questo Catania, ad appena qualche mese dalla scomparsa dello "Storico", compagno di viaggio e di vita? Tutelando la società dai comitati di affari locali e dalle invadenza e raccomandazioni politiche. Corresponsabili tutti, imprenditori e uomini di governo ed opposizione, locali, in omissioni reiterate ed aggravate della fine del 46. Si fa il bene coeso del Catania chiedendo alla società di premiare i meriti e le competenze del territorio non le indicazioni interessate come già accaduto in qualche caso. Chiedendo alla società di immettere personale del tutto nuovo, in evidente discontinuità, proprie professionalità che non siano eredità della gestione Finaria prima e Sigi dopo. Quest'ultima ebbe almeno la attenuante, che questo Catania non ha, di avere trovato i contratti in essere. Solo a Catania abbiamo lo stesso organigramma immutato da 12 anni a fronte di proprietà diverse e adesso di un Catania ex novo giuridicamente autonomo da quello storico.

Ed anche su questo la stampa tace imbarazzata. Sanno ma non dicono per amore di trovarsi tutti sorridenti ed ipocriti domani in tribuna centrale. Tutti amici in apparenza... Tranne poi chiamarmi in tantissimi in privato e dirmi che ho ragione... Di continuare così. Non ho sorpresa di ciò. Sapeste le telefonate e i messaggi che ricevo. Giornalisti ed ex dirigenti. Mantengo necessariamente riserbo assoluto su contenuti e persone. Accadeva esattamente lo stesso ai tempi in cui scrivevo in una pagina notissima e molto, molto seguita a tutti i livelli cittadini.

Temuta anche per i suoi esclusivi racconti di verità in un contesto che la osteggiava.

Ripeto, a questo punto, a Catania non si tratta più di omissioni ma di omertà vera e propria su troppi accadimenti.

Ed in una terra di mafia e nella città di Fava, giornalisti, ciò non è più tollerabile.

Il Catania si protegge dalle bugie dei tornacontisti e dalla loro ipocrisia. Oggi tutti a dar contro Lo Monaco. Oggi... Nessuno più è stato suo amico ai tempi in cui la città intera tranne pochissimi si inchinava a lui. Vigliacchi.

Io oggi rivendico per Lo Monaco il diritto a difendersi in tutti i modi che la legge gli offre.

Da avversario storico gli offro lealtà.

Lasciatelo in pace adesso. Ora è tardi, non serve parlarne o scriverne se non a distrarre dai veri problemi.

Lui non lo è più.

I servi e reggicoda appena cadi, dopo averti incensato ed adulato, ti pugnalano alle spalle.

Che spettacolo imbarazzante che siete.

Bisogna essere compatti e difendere Pelligra.

Si, ma non certo da questo profilo come temerariamente qualche imbecille tra voi "opinionisti" è andato a chiedere, ma da chi lo sta circondando , lui ed i suoi uomini, come accadde con Pulvirenti e Sigi.

Conoscendo l'ex proprietario del Catania e ascoltandolo con attenzione professionale le volte in cui gli ho parlato (e da lui che ha gestito per 16 anni il calcio qui c'è sempre qualcosa da sapere o imparare nel bene e nel male) parimenti come parlo e ascolto con i legali più importanti di Sigi, (l'affetto reciproco con Giuseppe Augello non è novità di mesi ma di anni e anni) nonostante ciò che pensiate, i rapporti restano saldi come si conviene a professionisti intelligenti, mi consentono di leggere angoli e sfaccettature di fatti e persone sconosciute ai più.

Per questo avete timore quando scrivo sebbene non abbia proprio nessuno alle spalle se non la forza delle mie idee, l'amore per il Catania e la credibilità intonsa verso tanti tifosi. Questo vi fa paura. Per questo, lo ammetto, sebbene non sarei andato ospite da alcuna parte in questi mesi, su di me è calata la censura.

Per qualche giornalista, inoltre, cui ho fatto risparmiare querele dai tempi di Tacopina, la riconoscenza è un fardello troppo pesante, a quanto pare, da portare.

Alcun vittimismo comunque, colpa mia e del mio carattere, mettiamola così.

Leggermi con astio e rabbia, ormai quasi sessantenne, con qualche acciacco di troppo ben celato, tra l'altro, mi onora.

Fate bene a non chiamarmi. Non verrei ugualmente al momento.

Ho altro cui pensare e badare al momento.

Il Catania va difeso, questo Catania va difeso, questa proprietà e società vanno difese, certo. Rimuovendo tutto ciò che dal contenuto metifico e malsano ha strangolato il calcio a Catania insieme ai debiti e le bugie accumulatisi negli anni.

Doveva essere l'occasione di fare piazza pulita ed aprire le finestre. Non sta andando così e non va affatto bene. Giusto scriverlo da subito.

Non conosco pelligra, neanche Grella e non ho in programma di farlo state tranquilli. Quando deciderò di farlo, ne avrò il piacere.

Tempo al tempo.

Ora è tempo di andare in curva, "mi spetta", scusate la presunzione, e sostenere i colori che amo da semplice tifoso quale sono. La mia Storia è diversa. Questo fa impazzire taluni , lo comprendo...

Adesso siamo in D e abbiamo il diritto a sognare vittorie su vittorie dopo anni di bocconi amarissimi.

Ma se non puliamo l'ambiente dai bugiardi seriali quotidiani, da chi non ha a tutt'oggi il pudore di fare un passo indietro, da una serie di selfisti cortigiani di ieri e di oggi, i nodi torneranno al pettine. Inevitabilmente.

Lasciate stare, pertanto, Lo Monaco a difendersi in pace dentro i processi.

Accanimento tardivo e insopportabile per me che lo ebbi a contrastare quando andava fatto.

Cominciate piuttosto a dire e scrivere la verità, tanto per iniziare sulle cose di oggi, attuali. Dallo stadio e il suo scandalo negato a lo stato disastroso degli impianti sportivi catanesi e la loro gestione, fino alla contiguità storica tra politica e pezzi di pseudo informazione locale. Non mentite più ai catanesi, per favore.

Facciamo che il Catania 46 non sia morto invano...

Cambiamo davvero una buona volta lo spartito di questa musica.

Se non ora, quando?