Grandi responsabilità anche per il tecnico Pino Rigoli al quale, al di là di piccoli peccati di gioventù allenando per la prima volta in carriera una grande squadra, bisogna puntare l’indice per: squadra senza identità, cambi sbagliati, errate scelte di formazione iniziale e atteggiamento iper-aziendalista privo di una lucida analisi circa la reale consistenza dell’organico. Verità venuta fuori alla distanza nel corso della stagione. Rigoli non ha mai detto che “qualcosa non va” o che “non siamo all’altezza” e questo ha attirato su di lui anche la critica di una parte di tifoseria che non lo vede “sul pezzo”. Il gioco, asfittico e stucchevole, del Catania, con calcio molto spesso di attesa ai limiti dell’irritante, inchioda il mister, che ad oggi si è dimostrato incapace di cambiare impostazione alla manovra cercando di renderla maggiormente produttiva in fase realizzativa. Se da un lato va compresa la fiducia incondizionata al mister da parte della società, bisogna anche valutare e molto velocemente se la squadra, più dal punto di vista tattico, gli stia sfuggendo di mano.