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Esclusiva

Catania, Grassani a ISP: “Non c’è spazio per avventurieri, vecchi soci e amministratori perchè…”

Grassani

L'esperto di diritto sportivo ha parlato ai microfoni di Itasportpress sulla vicenda Catania

Redazione ITASportPress

Alla luce della proroga dell'esercizio provvisorio dal 28 febbraio al 7 marzo per un secondo, e ultimo, tentativo di vendita della società Calcio Catania Spa dichiarata fallita nel dicembre del 2021, prevista per il 4 marzo, la redazione di Itasportpress.it, ha chiesto all'avv Mattia Grassani, esperto in diritto sportivo anche in campo internazionale, quali sono i possibili scenari.

Avv. Grassani, tutto come previsto con la seconda asta. Questo le fa pensare che ci sono interlocuzioni in corso con uno o più investitori?

Direi tutto come previsto, nel senso che il titolo sportivo, che di fatto si dissolve in caso di interruzione dell'esercizio provvisorio, rappresenta l'asset principale della società fallita, insieme al centro sportivo Torre del Grifo, gli unici meritevoli di una valutazione economica davvero apprezzabile che possa determinare l'incremento della massa attiva fallimentare da destinare ai creditori. Ne consegue che ottenere la proroga dell'esercizio provvisorio - recuperando i fondi per sostenerlo - fino all'assegnazione dell'azienda sportiva deve rappresentare, almeno al momento, l'obiettivo primario della curatela, sia per salvare il calcio catanese, sia per coltivare le speranze di realizzare un ricavo da distribuire tra i creditori. Allo stesso tempo, una circostanza del genere lascia ipotizzare che qualche soggetto interessato si sia fatto avanti.

Il prezzo della base d’asta è stato dimezzato passando a 500 mila euro e anche l’accesso alla Virtual data room ha un costo ridotto del 50%. Ritiene che il prezzo stracciato possa anche far partecipare i soliti avventurieri?

La riduzione della base d'asta da un lato incentiva l'interesse di eventuali acquirenti, dall'altro consente anche a imprenditori meno strutturati di partecipare. Su questo aspetto, però, i requisiti all'accesso previsti dalla FIGC all'art. 52, comma 3, delle NOIF, in materia di subentro nell'azienda sportiva a seguito di fallimento e all'art. 20bis NOIF, in punto di acquisizione di quote superiori al 10% di una società professionistica, consentono di limitare al massimo il rischio che l'azienda sportiva possa essere aggiudicata a degli avventurieri. Quanto sopra anche in considerazione del fatto che, per essere ammessi dalla FIGC al campionato di Serie C 2022-2023, occorrerà saldare anche tutti i debiti sportivi.

Prima del fallimento chi avesse voluto comprare la società etnea e anche il centro sportivo di Torre del Grifo, avrebbe dovuto coprire un buco di oltre 54 milioni. Perchè secondo lei nessuno finora si è fatto avanti concretamente adesso che quella montagna di debiti si è ridotta a una manciata di milioni?

Difficile dirlo, di certo non me lo aspettavo. E' evidente che la contrazione economica derivante dall'emergenza sanitaria ha disincentivato molti imprenditori ad investire nel calcio: stadi chiusi, pubblico freddo, sponsor in fuga, costi in aumento rappresentano, in piazze ambiziose e capaci di grandi numeri come Catania, deterrenti importanti per un investitore. Certamente, nella valutazione dell'azienda sportiva, siamo ben al di sotto rispetto a numeri circolati nel passato, anche con riferimento a piazze meno importanti.

In considerazione che il titolo sportivo è in mano alla federazione, qualora dovessero partecipare al bando ex componenti della Sigi, (la holding proprietaria del Catania fallito) all’interno di un nuovo soggetto, la Figc potrebbe attuare requisiti più stringenti ai fini del trasferimento del titolo sportivo?

Come dicevo poc'anzi, la FIGC ha stabilito, da qualche anno a questa parte, barriere ben più rigide all'ingresso di nuovi players nell'ordinamento sportivo. Ad esempio, l'ultimo capoverso dall'art. 52, comma 3, NOIF, in materia di subentro nel titolo sportivo a seguito di fallimento, dispone che, affinché intervenga la ratifica federale, 'i soci e gli amministratori della nuova società non devono aver ricoperto, negli ultimi 5 anni, il ruolo di socio, di amministratore e/o di dirigente con poteri di rappresentanza nell’ambito federale, in società destinatarie di provvedimenti di esclusione dal campionato di competenza o di revoca dell’affiliazione dalla FIGC'. La risposta alla vostra domanda risiede in questo passaggio regolamentare, che certamente sarà interpretato in senso molto rigido dalla FIGC.

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