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Il caffè scorretto di Luca Allegra – Catania, fu vera gloria?

Pelligra Catania
Strisce di satira calcisticamente scorretta a cura di Luca Allegra

Redazione ITASportPress

Il caffè scorretto di Luca Allegra – Catania, fu vera gloria?- immagine 2

IL CAFFE' SCORRETTO DI LUCA ALLEGRA

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Che quella del Catania in D sarebbe stata una marcia trionfale con tratti autenticamente tripudianti di un team vera e propria “gioiosa macchina da guerra”, non era meramente negli auspici dell’ambiente etneo, bensì ipotesi asseverata nelle analisi predittive di tutti gli operatori del settore.

Come anche supposto e trascritto da chi scrive nelle proprie pagine social - non occorreva essere il profeta Isaia per questo - l’obiettivo non sarebbe potuto essere semplicemente vincere il campionato ma assassinarlo con largo anticipo.

Ed è quello che sta avvenendo in un armonioso clima di ritrovato entusiasmo, rappresentato con emblematica evidenza dalle nutrite presenze al “Massimino” oltre che - ed è il dato che ci appare più rimarchevole - dalla sottoscrizione di una ricca messe di abbonamenti da parte degli sportivi etnei, comprensibilmente votati ad un ottimismo contagioso 

Financo esagerato in certi momenti.

Lungi dal volere assurgere al ruolo di avvocati del diavolo ci sembra d’uopo ridimensionare taluni eccessi laudativi nel momento in cui venga considerata con oggettività la modestia del girone I del massimo campionato dilettanti. Un raggruppamento privo di una reale antagonista per il dream team rossazzurro a meno di voler considerare tale il Lamezia capace di tirare in porta due sole volte in un’ora e mezzo nello scontro diretto appena disputato ed in grado di conseguire il pari con un tiraccio fortunoso da distanza siderale.

Un campionato pertanto dai contenuti tecnici onestamente carenti.

Basti pensare - e vuole essere un complimento per lo staff dirigenziale catanese - che la squadra di Ferraro sta maramaldeggiando sugli avversari pur avendo ricevuto ad oggi un apporto quasi nullo dal vecchio Lodi, i cui ritmi da tartaruga imbullonano il centrocampo, senza che l’acquisto di punta per l’attacco - Litteri - abbia ancora visto il campo e pur avendo registrato un rendimento da elettroencefalogramma piatto da parte di entrambi i due acquisti-copertina dell’estate - Giovinco e De Luca - che hanno sinora arrecato un contributo pulviscolare al primato etneo. Sono stati altri a tirare la carretta e meritarsi i flash dei fotografi ed i peana dei sostenitori: dal portiere Bethers che ci ha smentiti laddove ritenevamo un rischio puntare su un estremo under, all’ottimo Rapisarda che sarà punto di forza anche l’anno prossimo in C, al centrale Lorenzini lussuosissimo gingillo per la categoria, sino all’eccellente Peppe Rizzo meritevole del podio del migliore per continuità per terminare al maradoniano Sarno cui gli avversari spesso sono tentati di chiedere l’autografo.

All’uopo ci sembra giusto pertanto plaudire all’operato di quel buon diavolo di Antonello Laneri, che non si esprimerà come un maestro di eloquenza ma che è uomo di campo ed ha imbroccato la maggior parte delle decisioni estive. Under inclusi

Sul piano dirigenziale ci hanno sorpreso alcune conferme nello staff che afferiscono a precedenti proprietà. Senza nulla togliere alla professionalità dei soggetti in questione ci siamo chiesti più volte le ragioni di talune continuità gestionali. Trattasi di questioni, lo comprendiamo, che possono non rivestire interesse per l’utente medio che agogna solo la rete che si gonfia, ma sul piano aziendale - lo sa chiunque sia inserito nel mondo del lavoro - chi subentra fa di default tabula rasa dello staff pregresso foss’anche per intessere rapporti fiduciari vergini ed incontaminati con propri dipendenti diretti.

Nel Catania SSD non è avvenuto: chissà perché. 

Abbiamo attentamente osservato

la figura del vice presidente Vincenzo Grella i cui modi ci appaiono cortesi e determinati al contempo e che riteniamo figura potenzialmente interessante al netto del suo ruolo sostanziale di testa di ponte della proprietà. In sede di calciomercato Grella ha gestito con indubbio piglio taluni inghippi - come Itasportpress ha limpidamente descritto in occasione della trattativa Litteri - imponendosi con la doverosa risolutezza ma sarà il prossimo futuro a dire se queste potenziali capacità saranno  bastevoli in scenari più difficoltosi, tra marosi più veementi di quelli generabili in un torneo dilettantistico in cui il Catania è chiamato ad una pole position di fatto e di diritto. Magari nel prossimo futuro proveremo a porre qualche qualche domanda al 43enne dirigente etneo che possa consegnarci un quadro un po’ più compiuto di quanto non abbiano fatto sinora le descrizioni edulcorate di tanta stampa locale che, more solito, si limita a porre pseudo quesiti accomodati nella solita postura genuflessa.

L’ultimo pensiero lo riserviamo al presidente Pelligra per cui tifammo senza indugio allorquando il suo gruppo si fece avanti per rilevare il titolo all’indomani del fallimento del vecchio Catania. Ci piace il suo entusiasmo, gradiamo l’afflato che profonde per la squadra e per le sue origini familiari, lodiamo gli investimenti che progetta in città in quanto innervati da ricadute socio-lavorative che sarebbero un toccasana per una realtà urbana derelitta come la nostra.

Il suo progetto a lungo termine, così lo ha descritto lo stesso imprenditore, va coadiuvato dalle forze migliori della città, almeno da quelle (non molte) che sono rimaste. Senza lecchinismi zuccherosi ed ubbidienti inchini ma con leale disponibilità verso un gruppo che può fare molto. E non solo nel calcio.

Pertanto si evitino ridicole captatio benevolentiae anche di certa classe politica che persevera nel florilegio vacuo di annunci sempre più inconsistenti gettati in pasto ad una comunità troppo spesso distratta se non ingenuamente boccalona. 

Rivolgiamo a Ross un solo appunto, non ce ne voglia.

Sappiamo bene di trovarci in un’epoca di rapporti in cui la verticalità ha perduto di significato e nella quale i pulpiti sono bell’è che banditi, conosciamo quanto paghi una comunicazione informale per accattivarsi tifosi/consumatori/partners. Ci hanno fatto sorridere, lo scriviamo con simpatia e benevolenza, i selfies con i tifosi distillati sui social ed il dialetto da emigrante profuso ad ogni piè sospinto 

Solo l’ostensione di se stesso nei minuti successivi a talune vittorie casalinghe in D con relativo giro di campo ci è sembrato sovrabbondante, sino al punto di inverarsi in un goffo pulcinellismo di cui può farsi a meno.

Il milieu catanese è già di suo intriso di perigliosi eccessi emotivi, incoraggiarlo, pur in un momento di comprensibile euforia, non ci appare la migliore delle scelte possibili.

Un po’ di sano understatement venato da un sempre preferibile low profile, caro e bravo Ross, non ha mai fatto male a nessuno 

Saluti (molto) ottimisti 

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