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Helveg: “Tifo Milan e per l’Inter solo in finale. Euroderby diverso dal mio e spiego perchè”

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Helveg ha parlato a Itasportpress dell'Euroderby Milan-Inter
Redazione ITASportPress

Poche ore all’euroderby e milanisti e interisti sono in trepidazione. In merito al doppio confronto di Champions League, ai microfoni di ItaSportPress.It è intervenuto Thomas Helveg, ex calciatore tanto rossonero (1998-2003), quanto nerazzurro (2003-2004).

Per chi farà il tifo? Milan o Inter? Ha giocato in tutti e due i club…

“Sono stato bene in nerazzurro, ma come faccio a dimenticarmi di quei cinque anni in rossonero e della vittoria della Champions? È impossibile. Tiferò Milan. Se passerà l’Inter, farò il tifo per l’Inter in finale. Farò il tifo per il calcio italiano”.

E se la finale sarà tra il Milan e il Real Madrid di Ancelotti, suo tecnico in rossonero in quel magico 2003?

“Voglio bene a Ancelotti, ma farò il tifo per il mio Milan. In ogni caso, lui è una persona speciale per me”.

Vi sentite ancora?

“È qualche anno che non lo sento, ma - quando capita - è sempre bello re-incontrarsi e parlare di quei fantastici anni insieme. Abbiamo vinto tutto”.

Si aspettava che il suo ex compagno Maldini diventasse un dirigente di successo nella sua seconda vita “post calciatore”?

“Paolo è una persona intelligentissima. Poteva fare qualsiasi cosa dopo. Io me lo immaginavo nella società Milan. Infatti così è stato. Anche con lui è da qualche anno che non ci sentiamo, ma - ogni volta che passo a Milano - c’è sempre modo di incontrarsi e parlare dei vecchi tempi”.

A proposito di difensori: come giudica il rendimento e la leadership che ha acquisito in rossonero il capitano della vostra nazionale danese Kjaer?

“All’inizio ero curioso di vederlo in un club come il Milan. Aveva faticato in passato in Italia. Ha fatto vedere di che pasta è fatto. Capitano vero. Un orgoglio per noi danesi”.

Si ricorda ancora cosa vi disse Ancelotti prima delle due sfide del 2003? Furono due partite molto tirate…

“Ricordo che c’era molta tensione e lui ci tranquillizzò. Però, in ogni caso, noi eravamo una rosa fortissima. In quel momento per chiunque era difficile venire a giocare contro di noi”.

Era più forte il vostro Milan o quello attuale? 

“Il nostro, a livello di singoli, aveva più campioni, quello di adesso ha però calciatori giovani, che in futuro potranno scrivere la storia del Milan e del calcio. E poi Pioli è un buonissimo allenatore”.

Pioli che ha vinto lo scudetto con il Milan l’anno scorso, ma che quest’anno non è riuscito a ripetersi. Per quali ragioni?

“Perché il Napoli quest’anno è stato perfetto, non ha sbagliato praticamente nulla. Era il loro anno”.

Però il Milan ha superato il Napoli nel doppio confronto in Champions, dimostrando di essere superiore soprattuto al ritorno…

“Forse può essere andata che Milan e Inter si sono concentrate di più sulla Champions, mentre il Napoli sul campionato. In ogni caso una partita di coppa e una di campionato sono completamente diverse. Fidatevi di chi lo ha provato sulla sua pelle”.

Che tipo di sfide prospetta tra Il Milan di Pioli e l’Inter di Inzaghi

“Prevedo molto equilibrio. Sono due allenatori molto preparati. Secondo me non ci sarà chissà quale calcio spettacolo, bensì saranno due match piuttosto tattici”.

Chi passerà affronterà o Real Madrid o Manchester City. Ci sarà partita, a suo avviso?

“I loro organici sono più forti, ma una finale è una finale. Non c’è scritto prima chi vince. Prima giochi e poi vedi il verdetto del campo”.

Torniamo alla stretta attualità in casa Milan. Sposa la politica del suo amico Maldini in merito ai parametri zero? Se un calciatore richiede un aumento di stipendio piuttosto è meglio perderlo a zero? È il caso, quest’anno, di Leao e Brahim Diaz…

“Farei un’eccezione e proverei a tenerli tutti e due, spendendo qualcosa in più. Però il calcio moderno è diverso da quello anche solo di dieci anni fa: adesso ci sono club che ti mettono sul piatto 80 milioni e non puoi competere economicamente”.

Perché è passato dal Milan all’Inter?

“Venni scambiato con Cyril Domoraud. A quel tempo il calciatore non aveva lo stesso potere di decidere le cose che ha adesso. In ogni caso, io all’Inter sono stato bene. Ringrazio i tifosi e tutto l’ambiente per come mi hanno accolto e trattato. Andassero loro in finale - come ho detto - tiferò per loro”.

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