editoriale

CATANIA, dal gol di Del Core al ritorno in B: 2905 giorni tra gioie e dolori

Cala il sipario. Sono passati esattamente 2905 giorni da quando Umberto Del Core, ex attaccante del Catania, il 28 Maggio 2006, spinse in rete un pallone che valse la promozione del club etneo in Serie A, dopo ben 23 anni di attesa dal lontano...

Redazione ITASportPress

Cala il sipario. Sono passati esattamente 2905 giorni da quando Umberto Del Core, ex attaccante del Catania, il 28 Maggio 2006, spinse in rete un pallone che valse la promozione del club etneo in Serie A, dopo ben 23 anni di attesa dal lontano ‘83. Da quel sabato di 8 anni fa, la squadra dell’elefante ha scritto pagine di una favola avvincente terminata a Bologna ieri pomeriggio, nonostante l’impresa al Dall’Ara (prima ed unica vittoria in trasferta del campionato) in cui tutti speravano per restare ancora aggrappati al sogno chiamato salvezza. Tuttavia, le vittorie di Chievo e Sassuolo hanno condannato i rossazzurri in maniera definitiva alla cadetteria, scrivendo così un finale diverso.

Adesso, se dovessimo soffermarci un momento a riflettere sulla stagione che sta per concludersi, alzi la mano chi pensa che questo Catania avrebbe meritato la tanto agognata salvezza. Facendo un passo indietro, l’annata 2013/14 sembra stregata sin dall’inizio: gli acquisti del mercato estivo, condotto dalla new entry Pablo Cosentino, non danno i frutti sperati, le cessioni di pezzi importanti come Gomez, Lodi e Marchese pesano in parte sul groppone, i punti in campionato stentano ad arrivare ed i continui cambi in panchina non offrono garanzie future. Le contestazioni si susseguono, tra Torre del Grifo e Fontanarossa, quando la gente inizia a prendere coscienza del dramma sportivo che si sta concretizzando sotto i suoi occhi. A poche giornate dal termine del campionato, quando la strada verso la B sembra oramai segnata, la dirigenza decide di affidare l’organico a una vecchia conoscenza del club, Maurizio Pellegrino. Con lui qualcosa sembra davvero migliorare, tanto da concedere ai tifosi rossazzurri la possibilità di sperare ancora in un miracolo che, purtroppo per loro, non arriverà mai.

Può, però, una stagione maledetta cancellare dalla memoria dei tifosi i più bei ricordi di un cammino calcistico lungo otto anni? Gioie, lacrime, dolore ed emozione hanno segnato i volti di migliaia di persone con una sola passione, il Catania appunto. In ordine cronologico, la vittoria a Cagliari con un gol di Corona nella prima partita della massima serie, lo spareggio-salvezza del 2007 sul neutro di Bologna contro il Chievo (con lacrime annesse di Pulvirenti, Spinesi e Caserta a bordo campo), le serpentine di Jorge Martinez da far girar la testa, la semifinale di Coppa Italia contro la Roma, la salvezza raggiunta da Zenga all’ultima giornata, tra le mura amiche del Massimino, contro il club capitolino, i mancini esplosivi del peruviano Juan Manuel Vargas, il derby vinto 0-4 al ‘Barbera’ di Palermo con un gol da centrocampo di Mascara, le convocazioni in Nazionale di quest’ultimo e Biagianti, il successo esterno a Torino sulla Juventus, la straordinaria vittoria sotto una pioggia battente contro l’Inter del Triplete guidata da Mourinho, l’inaugurazione di un centro sportivo all’avanguardia quale Torre del Grifo, il traguardo delle 500 gara in Serie A, la scissione del sodalizio Pulvirenti-Lo Monaco fino allo storico record dei 56 punti in campionato con Maran in panchina. E tanto altro ancora…

Ma, allora, davvero vale la pena disperarsi così tanto? Il calcio è un gioco e questo lo si sa già. Per qualcuno però veder rotolare la palla sul rettangolo verde del Massimino ha sempre rappresentato molto di più. E vedere il club etneo calcare i campi della Serie B non è detto che non possa consolidare ancora di più il rapporto tra la città di Catania ed il Catania. Cosa cambia quindi? Semplicemente vi unirete con amici e parenti il sabato anziché la domenica ma vi unirete ancora, urlerete ancora e gioirete ancora perché, statene certi e non abbiate paura, cadere viene prima di volare.