editoriale

CATANIA, l’ennesima sconfitta con tante domande e una certezza

Guardi Genoa-Catania e, quando rabbia e delusione si placano, inizi a porti qualche domanda. Ti chiedi per esempio come faccia una squadra inchiodata in zona retrocessione da inizio campionato ad avere un approccio alla gara tanto confuso e a...

Redazione ITASportPress

Guardi Genoa-Catania e, quando rabbia e delusione si placano, inizi a porti qualche domanda. Ti chiedi per esempio come faccia una squadra inchiodata in zona retrocessione da inizio campionato ad avere un approccio alla gara tanto confuso e a tratti rinunciatario. Ti chiedi come sia possibile andare avanti con un attacco così poco incisivo, così poco fornito, così poco preparato nel suo complesso a fronteggiare emergenze! Ti chiedi come mai a gennaio la tanta agognata punta non sia arrivata e al tempo stesso perché, Fedato, l’attaccante giunto nei minuti finali del mercato di riparazione, sia per ironia della sorte relegato a subentrare sempre nello scorcio finale della gara, quando ti mancano le tre punte e quando il dado è già tratto e lasciare il segno appare difficile se non impossibile. Ti chiedi il senso di un giocatore come Leto che entra in campo e non ti accorgi della sua presenza. Ti chiedi come mai in una sfida tanto importante quanto insidiosa, la fisicità di Alvarez venga mortificata in panchina per dei motivi contrattuali.  Ti chiedi cosa spinga un giocatore come Bellusci, che non è il primo sprovveduto che passa, a fare quanto umanamente in proprio potere per lasciare la squadra in inferiorità numerica, quasi quasi a cercarselo quel rosso! Ti chiedi perché, in svantaggio e con un uomo in meno, si attenda solo il 65’ per pensare di cambiare qualcosa. Ti chiedi ad un certo punto anche il senso di certe sostituzioni, perché, d’accordo, Lodi non avrà certamente brillato, ma tirarlo fuori per Monzon non è esattamente quello che ti aspetti… E forse proprio a questo punto smetti di porti domande, domande che alla fine ti logorano, perché dentro di te si fa strada una risposta, l’unica in grado di spiegare tutto questo: manca la testa! E manca da tempo.