editoriale

Panucci, quando il messaggio antisportivo imperversa nell’etere

Simulare di aver subito un fallo significa cercare di ingannare l’arbitro, ed è un comportamento antisportivo, da sanzionare con l’ammonizione, indipendente dalla posizione sul terreno di giuoco. Questo è il pensiero che lancia...

Redazione ITASportPress

Simulare di aver subito un fallo significa cercare di ingannare l'arbitro, ed è un comportamento antisportivo, da sanzionare con l'ammonizione, indipendente dalla posizione sul terreno di giuoco. Questo è il pensiero che lancia l’Uefa e che fanno proprio anche tutti gli sportivi che amano il calcio onesto e leale. Una filosofia però che non sembra appartenere all’ex calciatore del Milan e del Real Madrid Christian Panucci che nelle vesti di commentatore di Sky subito dopo aver visto in area romanista, una netta trattenuta di Benatia su Icardi con l'argentino che resiste al fallo e non si tuffa, ha detto: “l’interista non è stato scaltro. Essere furbi è da grande attaccante”. E pensare che il messaggio dell’ex difensore della nazionale è stato ascoltato da milioni di bambini davanti alla tv.  Caro Panucci è un gesto ignobile simulare di aver subito un fallo, accentuare una caduta, indurre l’arbitro in errore per ottenere calci di punizione, di rigore, espulsioni degli avversari, insomma trarre beneficio con l’inganno.  E’ sempre più frequente vedere sui campi di calcio italiani questi attori da quattro soldi tentare, spesso con successo, di portare vantaggi alla propria squadra attraverso l’arte del tuffo, a cui dovrebbero assegnare il premio “simulatore d’oro” dell’anno, per deridere il personaggio, oltre che assegnargli la giusta punizione, una lunga squalifica che sia da esempio per tutti, che possa essere il giusto modo per mettere in guardia colori i quali siano avvezzi a questa tendenza, che sentano quest’arte pulsare dentro. In Germania e in Inghilterra chi simula viene fischiato.