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Baiano a ISP: “Sarri maniacale, la Juve ha il jolly. Napoli, mercato da big”

L'ex attaccante di Fiorentina e Foggia racconta le sue impressioni sulle due protagoniste della sfida scudetto di sabato

Redazione ITASportPress

Di Federico Mariani

La Serie A alza il sipario e lo fa a suon di reti. Un avvio sicuramente gradito agli amanti del calcio offensivo ed agli attaccanti. Non fa eccezione Francesco Baiano, ex bomber di Foggia e Fiorentina. Un giocatore dotato di un innato istinto del gol e di un repertorio completo con cui andare ripetutamente a segno, con grande gioia dei propri tifosi. Curiosamente, sabato scenderanno in campo due formazioni a lui care per motivi diversi. Da una parte il Napoli, il club da cui la sua avventura calcistica ha avuto inizio; dall’altra, invece, la Juventus di Maurizio Sarri, uno degli ultimi allenatori avuti in carriera, ai tempi della Sangiovannese. Un match delicato che Baiano ha analizzato ai microfoni di ItaSportPress.

Francesco, ha preso il via la nuova stagione della Serie A. Lei da quale gara è rimasto colpito principalmente?

“Sicuramente mi ha sorpreso Fiorentina-Napoli, al di là dei gol segnati. Quando ci sono così tante reti, vuol dire che sono stati commessi diversi errori. È tutto normale in questo periodo perché i giocatori di entrambe le squadre non possono essere al 100%. Ovviamente bisogna ancora trovare i meccanismi. Il Napoli ha cambiato poco, ma in difesa ha preso Manolas. È un rinforzo valido, ma lavora da poco con la nuova linea difensiva. Chiaramente i gol non sono dovuti a suoi errori quanto piuttosto a problemi di reparto. E poi c’è poco filtro da parte dei centrocampisti. È un Napoli che deve ingranare dal punto di vista fisico. La squadra si è espressa bene dal centrocampo in su, mentre è da rivedere in difesa. Ma come dicevo prima è tutto normale. È capitato anche alla Fiorentina. Non sono ancora al top. E poi Juventus-Parma ha dato qualche segnale importante: i bianconeri, nonostante abbiano sofferto su un campo ostico contro una squadra organizzata che concede pochi spazi, sono riusciti a portare a casa i tre punti, ossia il vero obiettivo”.

A proposito di Juve, i campioni d’Italia sono apparsi un ibrido tra gli uomini di Allegri e gli schemi di Sarri.

“Bisognava metterlo in preventivo. Serve tempo e non si può sperare di vedere miglioramenti dall’oggi al domani. Per capire il Sarrismo bisogna cambiare il pensiero, giocare a due tocchi e sul movimento. Contro il Parma si è già visto qualcosa degli schemi di Sarri, ma ovviamente ci vuole tempo. Non è solo una questione fisica, è una questione di mentalità, di cambiare il modo di interpretare il calcio”.

Sabato andrà in scena lo scontro diretto tra Juve e Napoli. Un finale di agosto col botto. Quale tra le due formazioni può sfruttare questa particolarità del calendario?

“È un dato di fatto che arriva troppo presto per entrambe le squadre. Il Napoli ha un vantaggio: ha cambiato pochissimo ed ha mantenuto lo stesso allenatore dell’anno scorso, anche se sta cercando di modificare l’assetto dell’anno scorso. In questo momento vedo gli azzurri in leggero vantaggio, ma sappiamo bene quanto sia difficile affrontare la Juventus a Torino dove ha un rullino davvero impressionante. Non dimentichiamoci che i bianconeri sono la squadra più forte del campionato perché hanno una panchina nettamente superiore agli altri. Non sono tanto gli undici in campo a far paura, quanto gli eventuali sostituti”.

Con gli acquisti fatti sul mercato, il gap tra la Juve e le avversarie si è annullato?

“Il gap si è assottigliato, ma non è stato colmato. Ovviamente è anche difficile. Se il Napoli avesse preso Icardi, forse avrebbe potuto annullare la differenza. Il mercato degli azzurri è stato comunque importante. C’è uno zoccolo duro che ha fatto molto bene in questi anni. Purtroppo c’è sempre stata davanti una squadra capace di fare più punti e non per demeriti altrui”.

Lei ha lavorato con Maurizio Sarri ai tempi della Sangiovannese in C2. A distanza di tempo lo trova cambiato o è sempre lo stesso allenatore?

“Si cambia ovviamente sotto il profilo lavorativo. Si cresce e si vedono le cose sotto occhi diversi. Hai una certa elasticità nei moduli perché nel calcio italiano bisogna avere più di una soluzione ed è importante saper cambiare. Ai tempi del Napoli si diceva che non cambiasse mai i titolari e che impiegasse al massimo tredici giocatori. Al Chelsea ha cambiato leggermente. Alla Juventus credo che farà ulteriori modifiche. È normale che chi si inserirà per primo nel modo di pensare calcio di Sarri avrà più possibilità di giocare. Ma poi quando gli altri si allineeranno saranno 24 titolari di altissimo livello tecnico. In Champions dovrà fare delle scelte per via delle liste”.

Qual è il Suo ricordo di Sarri alla guida della Sangiovannese?

“Era maniacale nel lavoro quotidiano, specialmente quando lavoravamo sui calci piazzati. Si provavano venti tipi di calcio d’angolo, una quindicina di schemi sulle punizioni. Si controllavano tutti i tipi di soluzione. Lui guardava le altre squadre ed in base a come si posizionavano si trovavano i cinque o sei tipi di corner o di punizioni per mettere in difficoltà le difese avversarie. Quell’anno abbiamo vinto il campionato e mi ricordo che i nostri centrali difensivi avevano segnato 12 gol in due. Se il suo lavoro porta in dote una dozzina di gol dai difensori è un grande vantaggio. Sarri era maniacale perché finché le cose non si facevano perfettamente si restava sul campo. Gli allenamenti erano molto intensi. Si lavorava per un’ora e mezza e ci si concentrava su intensità e qualità. C’erano tempi stabiliti per le pause anche per andare a bere. Tutto ciò che serviva per un calcio intenso”.

Ed il Sarri fuori dal campo com’era?

“Ci siamo presi subito dal primo momento. Arrivava dalla Sansovino. Io ero già lì. Si parlava molto. Lui dialoga molto con i giocatori ed è un aspetto assolutamente positivo. Ci spiegava perché e come muoverci in campo. E anche fuori dal terreno di gioco, se c’era un problema, si poteva parlare con lui. Sarri è veramente una bella persona, sembra un po’ burbero, ma ha valori importanti”.

A proposito di difensori goleador, potrebbe essere una stagione particolarmente redditizia per De Ligt, Bonucci e Chiellini?

“Possono approfittarne. Dipende poi da chi calcia, ma alla Juve c’è l’imbarazzo della scelta. Quando vanno a saltare fanno male. De Ligt è particolarmente predisposto per questo fondamentale”.

Ultima domanda: come possono essere gestiti Gonzalo Higuain e Paulo Dybala? Sembrerebbero in competizione per il posto da titolare.

“Dato che le partite sono tante, c’è posto per tutti. Sono giocatori con caratteristiche diverse. Dybala potrebbe fare il finto centravanti quando non gioca Higuain, con Bernardeschi e Douglas Costa esterni. Sarri guarda molto gli allenamenti. Nello specifico, nel 4-3-3, Dybala sarebbe un po’ sacrificato, dal mio punto di vista. Potrebbe fare bene il finto centravanti”.