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Daniele Corvia a ISP: “Campionato da finire solo in sicurezza. Stipendi? I calciatori vadano incontro alle società”

L'ex attaccante tra le altre di Lecce e Brescia è favorevole alla ripresa del campionato, solo se ci sono le condizioni di sicurezza.

Redazione ITASportPress

Daniele Corvia nella sua carriera può vantare più di 100 presenze in Serie A e più di 250 in Serie B. L'ex attaccante, tra le altre, di Brescia e Lecce ha parlato ai microfoni di Itasportpress.it commentando l'attuale situazione del calcio italiano.

La Lega di Serie A è spaccata, molti club non vorrebbero riprendere cosa ne pensa?

"Io sento tante chiacchiere in giro, ma in realtà bisogna solamente aspettare che il Governo dia le disposizioni e che i club le seguano. Io credo che la volontà sia quella di voler ripartire, il problema è capire dove, quando e in che modo. La salute comunque viene prima di tutto".

Anche i calciatori hanno una famiglia e immagino che anche solo la minima possibilità di contagio preoccupa anche la vostra categoria.

"Certo. Siamo persone come tutti a casa abbiamo delle famiglie e degli amici. E' dura, in questo periodo ci sono stati casi e tanti morti e non è facile voler ripartire così scrollandoci tutto da dosso. Il pensiero c'è, come la volontà da giocatore di ritornare a quello che facevo nel quotidiano".

Esiste l'ipotesi di rifare i test medici ai calciatori prima di rientrare. E' d'accordo?

"Penso sarà importante rifarli. Anche per verificare se qualcuno possa aver avuto il virus. Ci sono tante persone che magari l'hanno contratto e non se ne sono accorte. Penso quindi sia giusto rifarli. Sarebbe maggiore sicurezza.

Campionato da finire, ma a porte chiuse. Cosa ne pensa?

"E' difficile scegliere. Se queste saranno le indicazioni si dovranno accettare. Da giocatore posso dire che è completamente diverso. L'ambiente è surreale, non avere tifosi è uno stimolo che mancherebbe eccome. Sembrerebbe tutto morto. Mi è capitato di vedere le ultime partite prima che sospendessero il campionato, in particolare Sassuolo-Brescia. Mi è sembrata una partita surreale, davvero brutto".

Che cosa pensa del taglio agli stipendi che tanto fa discutere?

"In questo momento le società, ma non solo loro, stanno vivendo un momento di difficoltà e credo che i giocatori debbano andare incontro e vedere quello che possono fare. Penso che sia le società che i giocatori ora devono venirsi incontro per cercare di andare avanti".

Lei ha giocato a Brescia. Ora la città sta vivendo un momento delicatissimo. Cosa si sente di dire alla città?

"A Brescia ho passato 3 anni belli, anche se l'ultimo è stato un po' caotico a causa del passaggio di società. Sono legato perché ho tanti amici e mi sono trovato benissimo. So che hanno sofferto e stanno soffrendo. Gli auguro una grande ripresa perché so che è un popolo che si rimbocca sempre le maniche e anche questa volta lo farà alla grande".

Ha collaborato Michele Iacobello