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ESCLUSIVA – CATANIA, l’ex Corona: “Vi svelo il segreto del gruppo 2006-2007”

L'ex rossazzurro Giorgio Corona, oggi all'Atletico Catania, ricorda con emozione la stagione vissuta in Serie A con la maglia del Catania, svelandoci il segreto del gruppo di quell'anno, una delle annate più care ai tifosi etnei.

Valentina Mammino

Il primo gol del Catania di Pulvirenti in Serie A, reca la sua firma. Una prodezza che i tifosi rossazzurri portano ancora nel cuore.

Faceva caldo quel giorno di settembre al Sant’Elia, era il ”primo giorno di scuola” per il neopromosso Catania, quando un destro al volo dai 20 metri diede virtualmente il via alla favola che per otto lunghi anni avrebbe visto il club etneo affermarsi, contro tutto e tutti, nelle alte sfere della massima serie, migliorandosi anno dopo anno, partita dopo partita, prima che un “male oscuro” lo risucchiasse, lentamente ma inesorabilmente, dentro un vortice di amarezze, delusioni, retrocessioni…

Incontriamo “Re” Giorgio, quasi dieci anni dopo, in un pomeriggio di dicembre come tanti. Lo stesso impegno sul campo, la stessa voglia di trascinare che aveva ai tempi delle imprese collezionate con Spinesi, Mascara, Baiocco e compagni.

Si sta allenando carico e concentrato, e lo sta facendo ancora una volta alle falde dell’Etna, pensando alla nuova sfida che lo attende.

A 41 anni Corona continua a rimettersi in gioco. Gli mancava solo l’Eccellenza per poter dire di aver giocato in tutte le categorie. Non sono più i colori rossazzurri a risplendere nella sua maglia, ma quelli dell’Atletico Catania, un’avventura che vuole vivere fino in fondo.

LA CHIAMATA DELL’ ATLETICO - “Sono tante le cose che mi hanno spinto ad accettare la chiamata dell’Atletico, – rivela in esclusiva ai microfoni di ItaSportPress.it - prima di tutto la voglia di rilancio del Presidente e poi, dopo l’esperienza con lo Scordia, ho voglia di far bene!

Sono qui solo da pochi giorni ma con i ragazzi mi trovo già benissimo, sembriamo conoscerci da tempo e abbiamo in testa solo un obiettivo: fare tanti punti. Catania poi è una città bellissima, non posso dimenticare che mi ha regalato la Serie A e quel gol contro il Cagliari che resterà per sempre nel mio cuore”.

IL SEGRETO DI QUEL CATANIA – “L’anno 2006-2007 è stato davvero bello, per il gruppo che eravamo e per la posizione in classifica fino a febbraio (quarto posto, ndr). Dopo la morte dell’Ispettore Raciti è cambiato tutto e siamo stati costretti a giocare fuori casa. Ma quel gruppo era forte perché aveva tanta umiltà e soprattutto era unito. Quando parlo di unione, mi riferisco a società, allenatore e squadra. Quando c’è quella, si fa bene nove volte su dieci. Quell’anno è stato così perché c’era unione di intenti. Era un gruppo eccellente con tanti personaggi dentro lo spogliatoio, ma andavamo tutti d’accordo, io avevo legato con tutti.

Vi faccio un esempio: in genere durante il ritiro, dopo il pranzo, un calciatore va a chiudersi in camera, noi no. Dal primo giorno abbiamo fatto gruppo. Si finiva un allenamento e si stava fuori a chiacchierare, si finiva il pranzo e restavamo insieme anche solo a prenderci in giro e a farci quattro risate. E’ stato un anno bellissimo che ricorderò per sempre”.

LA COPPIA PULVIRENTI-LO MONACO – “Era una coppia vincente e fino a quando sono andati d’accordo il Catania è stato l’invidia di tutti. Lo Monaco ci strigliava spesso. Ricordo ancora quando si arrabbiò dopo la gara contro l’Ascoli che dovevamo vincere e invece stavamo rischiando di perdere. Non posso dirvi cosa ci ha detto (ride, ndr). Pulvirenti invece era il primo tifoso, ci stava sempre vicino e ci dava tanti consigli”.

BUFERA GIUDIZIARIA – “Fa male pensare a quello che è accaduto al Catania negli ultimi mesi. Quando succedono certe cose hai tutti addosso. Conosco Pulvirenti e credo che, se ha fatto certe cose, pur sbagliando, questo è chiaro, lo ha fatto esclusivamente per il bene del Catania. Non ho dubbi”.

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