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Juventus, Cinquini a ISP: “Squadra in declino e società ripete stessi errori”

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Cinquini a Itasportpress.it boccia la programmazione bianconera e assolve Allegri

Redazione ITASportPress

In merito all’attualità in casa Serie A, la redazione di ItaSportPress.it ha intervistato in esclusiva Oreste Cinquini, noto direttore sportivo.

Il mercato è la sua materia: come giudica il “caso plusvalenze”?

“Di plusvalenze ne fanno tutti i club, come è giusto che sia. Il problema si pone quando si esagera in maniera palese…”.

Si riferisce alla Juventus?

“La Juventus è una società quotata in borsa. Da quello che ho letto la faccenda è tutt’altro che chiara: potrebbe essere che siano state date comunicazioni non reali ai soci. Questo sarebbe molto grave”.

Tutto ciò indebolisce politicamente la Juve? Diventa un club meno “appetibile” per i calciatori all’esterno?

“Io ero rimasto che il presidente Agnelli aveva stabilito una ricapitalizzazione di 400 milioni di euro. L’incognita è sempre e soltanto una, visti gli ultimi tre mercati: come intenderà investirli la Juventus? In questo caso urge una programmazione ben chiara. Altrimenti commetti sempre gli stessi errori”.

E’ contrario alla politica di risparmio rispetto al prezzo del cartellino attraverso l’ingaggio dei parametri zero?

“Strategicamente poteva anche avere un senso tesserare Ramsey e Rabiot: la Juve ha usufruito di sgravi fiscali importanti. Il problema è concettuale…”.

Ossia?

“Bisogna prendere calciatori funzionali a conseguire certi obiettivi. Non capisco, né capirò mai come abbia fatto la Juventus a tesserare un calciatore come Ramsey, che ora leggo sia in uscita: fin dall’inizio era facilmente capibile che, per caratteristiche, non fosse funzionale al campionato italiano”.

Conosce a perfezione Allegri: è nel momento più buio della sua carriera?

“Max è molto intelligente: è il primo a avere il polso della situazione. Non può dirlo, ma nel vedere le partite della Juve si capisce perfettamente che si sta parlando di una rosa non funzionale al suo tipo di gioco. Io credo che l’emblema del declino della Juve sia soltanto uno…”.

Quale?

“Non tanto il pareggio contro il Venezia. Ma il fatto che i veneti se la siano giocata alla pari, se non meglio, contro la Juve…”.

Allegri ha posto al centro del suo progetto tecnico Dybala, tuttavia perennemente infortunato: come gestirebbe, da direttore sportivo, questa situazione?

“Prenderei atto del fatto che Dybala non è, né – probabilmente – potrà essere mai il giocatore simbolo della Juventus. Può arrivare lì, fino a un certo punto. Ma oltre non ci può andare. I numeri legati alle sue presenze parlano chiaro”.

I bianconeri stanno gestendo adeguatamente il ricambio generazionale in cui sono coinvolti diversi giocatori della “vecchia guardia”?

“Secondo me no. Bonucci e Chiellini sono in là con gli anni. Demiral, difensore giovane, è stato dato all’Atalanta. E poi cosa vuole fare concretamente la Juve con De Ligt? Venderlo e incassare oppure blindarlo? Se lo perdi è difficile trovare un sostituto del suo livello”.

E davanti?

“Io penso che la Juve debba far tornare Morata all’Atletico e tentare il tutto per tutto per prendere Vlahovic”.

Chi lotterà per vincere lo scudetto?

“Secondo me la favorita è l’Inter. Appena dietro ci metto Milan e Napoli. Poi occhio all’Atalanta: per me hanno buone possibilità”.

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