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Juventus, Paolucci a ISP: “Si è chiuso un ciclo. Atalanta? E’ da scudetto con Gasp”

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L'ex attaccante ha parlato ai microfoni di Itasportpress

Redazione ITASportPress

Michele Paolucci, ex attaccante di Juventus e Atalanta, ai microfoni di Itasportpress.it, ha detto la sua sulle due squadre dove ha militato.

L’Atalanta può ambire allo scudetto?

“Io per lo scudetto tifo per loro. Inoltre grandi meriti vanno dati a Gasperini…”.

Che lei conosce bene, sin dai tempi delle giovanili della Juventus…

“Purtroppo non ho avuto la fortuna di lavorare con lui, perché Gasperini allenava la Primavera, io ero ancora nelle Under. Ma in tutto l’ambiente era considerata un’istituzione. Con l’Atalanta ha fatto un capolavoro”.

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A proposito di Juve: come si spiega le difficoltà in cui aleggia?

“Sono d’accordo con Buffon, con il quale ho avuto la fortuna di giocare: in questo momento non devono pensare ai risultati, ma solo a compattarsi e a ritrovare lo spirito di squadra. Ormai è finito un ciclo: ci sono squadre che, dopo aver colmato il gap, si sono collaudate e lottano per lo scudetto. In più c’è da considerare un fattore alla base…”.

Quale?

“Si è scelto di svecchiare gradualmente la rosa. Quando sono in atto certi ricambi generazionali ci va sempre tanto tempo. Non bisogna dare nulla per scontato”.

Allegri è il profilo adatto al fine di conseguire ciò?

“Questo non saprei dirlo, ma se è stato scelto lui evidentemente sì. Ha vinto tanto in passato: ora deve avere come obiettivo compattare la squadra e portarla alla qualificazione in Champions”.

Qual è il suo punto di vista in merito all’inchiesta plusvalenze?

“Che siamo giunti a un punto di non ritorno. Bisogna andare nella direzione di un calcio sempre più sostenibile…”.

Ti trovi tuttavia a competere con gli sceicchi, che pongono sul piatto 200 milioni dal nulla e ti “schiacciano”…

“Non devi competere con loro sul breve termine infatti. Bisogna guardare a esempi virtuosi come l’Atalanta, che da cinque anni è in pianta stabile in Europa e, nel frattempo, si è costruita uno stadio di proprietà. Bisogna cementificare seguendo altre vie”.

Quali, per esempio?

“Rimettere al centro l’importanza dei Settori Giovanili, facendo crescere i giovani con un’impronta ben precisa, per poi trainarli in prima squadra. In più si torni a far bene lo scouting: una volta gli italiani erano i migliori nel farlo. Adesso?”.

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