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La pallanuoto dopo il lockdown – Estiarte, Bovo, Campagna e Postiglione a ISP: “Senza aiuti rischiamo di affondare”

Alessandro Bovo, Manuel Estiarte, Alessandro Campagna e Francesco Postiglione hanno detto la loro sulla situazione della pallanuoto italiana.

Redazione ITASportPress

Che ne sarà della pallanuoto dopo la crisi? Riuscirà questa storica a disciplina a sopravvivere? L'abbiamo chiesto a 4 grandi campioni di questo sport. Ecco la loro analisi in esclusiva a ItaSportPress.it.

BOVO - Partiamo dal coach dell'AN Brescia Alessandro Bovo: "Questo stop avrà sicuramente qualche ricaduta. Bisognerà vedere come evolverà la pandemia. Sicuramente sarà molto pesante. Spero ci sarà l'occasione di disputare una Summer League in qualche posto turistico, in caso non tornasse il campionato. Per quanto riguarda gli sponsor, ci dovrebbe essere un intervento del governo a favore degli sport dilettantistici. Bisogna incentivare le aziende ad investire nello sport, altrimenti sarà dura ripartire. Il movimento pallanuotistico in realtà era già in difficoltà prima, quindi peggiorare è anche complicato. Bisognerebbe sfruttare questo momento per sedersi e organizzare una ripresa dell'ambiente. Devo ammettere che ho visto una collaborazione tra i vari presidenti solo ed esclusivamente per la chiusura del campionato anche se la Fin, ad oggi, non ha decretato la fine della stagione. Speriamo ci sia unione d'intenti anche per quanto riguarda la ripresa dello sport".

CAMPAGNA - Ecco invece la risposta del coach del "Settebello" Alessandro Campagna a Itasportpress: "Da questo momento difficile la pallanuoto deve uscirne con idee, forza di volontà non solo dei presidenti italiani, ma anche quelli esteri. Deve uscirne con l'armonizzazione dei calendari e con un un nuovo input dall'alto anche a livello governativo. Cercare di migliorare la possibilità di fare attività sociale da parte delle società. Mi viene in mente la defiscalizzazione per le aziende che vogliono fare sponsor.  Mi viene da pensare di cercare di ufficializzare la figura dell'allenatore, non solo nella pallanuoto ma in tutti gli sport dilettantistici. Vediamo di riscrivere le regole e qualcosa che dia più sostengo alle attività delle società e agli attori principali che sono gli allenatori e gli atleti. La pallanuoto comunque non morirà perché è una disciplina amata in Italia e non solo. E' uno sport olimpico da più di cento anni e ha degli anticorpi in tutto il mondo. Io sono convinto che ne verremo fuori più forti".

POSTIGLIONE - Questo il pensiero del vice presidente Fin Francesco Postiglione: "Quello che ha contraddistinto la pallanuoto in questo periodo e anche negli altri anni è la compattezza. In un momento così siamo tutti insieme e facciamo squadra più di altri. La questione di base, oltre al discorso delle società, è quello legato alla gestione degli impianti sportivi. Senza impianti dubito che la pallanuoto possa esistere per quello serve collaborazione soprattutto sotto quel punto di vista. Servono aiuti a chi gestisce gli impianti per far sì che i costi vengano almeno pareggiati sui ricavi. La mia preoccupazione è quella di fare ripartire più impianti possibili per non lasciare nessuno a terra. Il Presidente Barelli si sta battendo affinché il governo dia linee guida per dare la possibilità ai gestori degli impianti di avere un'idea di riprogrammazione. Sia per quanto riguarda il distanziamento, sia per quanto riguarda quanti fruitori ospitare e quindi vedere se il conto economico torna. Quindi per far ripartire questo sport bisogna fare ripartire gli impianti. Anche i Comuni dovranno dare il loro contributo".

ESTIARTE - Anche una leggenda di questo sport, Manuel Estiarte ha detto la sua riguardo a questo tema: "Io sono il meno idoneo a dare risposte perché sono fuori da questo mondo da circa 20 anni. Negli ultimi giorni però ho avuto la conferma che rappresentiamo uno sport diverso e noi che lo pratichiamo o l'abbiamo praticato siamo diversi. Siamo diversi perché pratichiamo uno sport in acqua, siamo diversi perché siamo piccoli, ma sappiamo soffrire e crescere in un mondo sportivo pulito. Io la vedo sempre positiva anche in questo momento negativo. Abbiamo un senso di appartenenza e di noi stessi molto elevati. Per questo la pallanuoto non morirà mai. Questo sport soffre da quando è nato, ormai un secolo e mezzo fa. Soffriremo sempre e allora? Abbiamo affrontato l'acqua fredda del mare, gli squali, il problema poi degli impianti. La verità però è che siamo una grande e bella realtà".

Michele Iacobello