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Zaccardo a ISP: “Milan, tieniti Ibra. Mondiale 2006? Lippi puntò sul gruppo”

Cristian Zaccardo parla del Mondiale di Germania e aspetta l'offerta giusta per la sua nuova carriera.

Redazione ITASportPress

Cristian Zaccardo è tra i pochi giocatori italiani che può vantare un Mondiale in bacheca. Dopo la fortunata esperienza tedesca andò proprio in Germania al Wolfsburg dove conquistò la Bundesliga 2008/2009. In Serie A ha totalizzato 381 presenze, da luglio si è ritirato e ora desidera una carriera da dirigente. L'ex difensore rossonero ha parlato a Itasportpress.it dell'attuale situazione del calcio in Italia toccando anche altri temi.

Le squadre hanno dato il loro 'ok' per la ripartenza. Come reputa questa scelta? 

"In questa fase è molto difficile dare risposte precise. Purtroppo è un momento inaspettato che è arrivato in poco tempo e ha scosso un po' tutto il sistema calcio, ma non solo. E' difficile mettere apposto i meccanismi. Io sono un amante del calcio, il pallone è la mia vita e spero che anche il meccanismo calcio possa essere aggiustato. Sarebbe molto utile. Per coerenza è giusto che in tutti i settori si cerchi di fare il proprio meglio per far ripartire tutti. Il virus comunque continua a contagiare le persone e ogni giorno ci sono vittime. E' molto complicato, ma allo stesso tempo bisogna salvaguardare la salute e poi ripartire".

Meglio giocare a porte chiuse che non giocare affatto?

"Io non ho più vissuto il campo, ma ero sempre allo stadio a vedere il Milan. Non è la stessa cosa vedere la partita dalla tv. Sono emozioni diverse. Un calcio senza tifosi non dà la stessa emozione, ma in questo momento penso a tifosi delle zone più colpite che hanno perso anche dei parenti, come Bergamo o Brescia. Purtroppo bisogna fare delle rinunce. Questo momento ce lo impone. Giocare senza tifosi è sicuramente una rinuncia dolorosa".

Pensa che sia giusta la riduzione degli ingaggi?

"In questo momento non c'è una giusta o una sbagliata. Quando c'è una crisi ci si rimette tutti, non solo nel calcio. In questi momenti ognuno sa che rimette qualcosa. Quello che posso chiedere è che tutti possano perdere in maniera equa. E' giusto salvaguardare le persone che guadagnano meno".

Ha fatto parte della spedizione nel Mondiale 2006. Panucci ha criticato Lippi, lei invece che ricordo ha del ct.?

"Di Marcello Lippi ho un gran ricordo. Gli devo tanto. Mi ha dato tantissima fiducia. Ero partito titolare in una nazionale che aveva giocatori devastanti. Avevo 24 anni e mezzo e quindi non ero nel pieno della mia maturità calcistica. Ha puntato sul gruppo. E' riuscito a creare un gruppo di uomini, unito. Allora era scoppiato lo scandalo Calciopoli e c'era tanta tensione e confusione, ma fortunatamente le cose sono andate bene. Lì per la prima volta ho sentito il Paese unirsi attorno ad una squadra".

Nella sua lunga carriera c'è anche il Milan ma da dirigente rinnoverebbe il contratto a Ibrahimovic?

"Dovrei essere dentro, dovrei capire gli obiettivi del Presidente, dovrei capire il progetto. Da tifoso dico sì, da dirigente dovrei valutare determinate cose. Sappiamo cosa può dare Ibrahimovic. Dà tanta visibilità, marketing. Bisogna essere dentro per capire quali obiettivi e quali prospettive si hanno. Dico la verità, mi piacerebbe essere dentro il progetto di una squadra. Non per forza il Milan, ma anche un'altra squadra. Mi vedo più come direttore sportivo e cercherei di costruire una squadra nel migliore dei modi".

C'è già stato qualche contatto con alcune squadre?

"Avevo avuto un contatto con Massimo Ferrero. Lui voleva rilevare il Palermo e mi chiese di entrare nell'organigramma della società. Poi non se ne fece nulla. Ora sto parlando con due club esteri anche se mi piacerebbe tornare nelle squadre in cui ho giocato. Sono stato bene ovunque e conoscendo l'ambiente sarebbe già più facile, però vediamo cosa offrirà il mercato".

Che cosa pensa del Milan di oggi?

"Penso che avrebbe potuto competere per l'Europa League. La qualificazione in Champions rimane un miracolo sportivo, come avevo già dichiarato. Poi dopo questo lungo stop è chiaro che il campionato è un po' sfalsato. Peccato perché quest'anno era una Serie A più combattuta e non era scontato che la Juventus vincesse. Negli ultimi anni non c'era mai stata una classifica così bella".

Ha collaborato Michele Iacobello