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CALCIO E INTEGRAZIONE

Witsel, il padre: “Inginocchiarsi? Calcio cruciale per integrazione. Su Belgio-Italia…”

Witsel (getty images)

Il padre del centrocampista del Belgio affronta il tema del razzismo e dell'integrazione in vista della sfida dei quarti di finale contro l'Italia

Redazione ITASportPress

Venerdì toccherà a Belgio e Italia affrontarsi in campo per i quarti di finale di Euro 2020. Una sfida che vale tanto in termini sportivi e non solo. Tra i temi più centrali del match ci sarà anche il momento che precede il fischio d'inizio, quel minuto che sarà dedicato all'iniziativa Black Lives Matter per la quale i giocatori saranno chiamati, se lo vorranno, ad inginocchiarsi. A parlare dell'argomento e non solo, è stato Thierry Witsel, padre di Axel, calciatore belga che il 2 luglio sarà sul terreno di gioco pronto ad affrontare gli Azzurri.

Intervistato dal Corriere della Sera, il padre del centrocampista ha detto: "Anche se l'Italia si inginocchia per la prima volta per solidarietà con noi e non di sua spontanea volontà, mi fa comunque molto piacere". E ancora: "Eravate un paese di emigranti, state diventando un paese multietnico ed è normale che ci siano aggiustamenti, esitazione, qualche imbarazzo nel prendere decisioni. Serve tempo". Dall'Italia all Francia: "Date le mie origini francesi mi delude molto e mi mette tristezza l'indifferenza della Francia, considerato quanto multietnica è la sua società e quanto i giocatori neri o nordafricani abbiano contribuito a farla diventare grandissima".

 Witsel (getty images)

INTEGRAZIONE - "Per un ragazzo come me, arrivato a 8 anni dalla Martinica o per Axel, il calcio è cruciale per l'inserimento nella società. Al pomeriggio io percorrevo dieci chilometri a piedi per andare ad allenarmi", ha spiegato l'uomo. "In quei pomeriggi, lentamente il mio livello di integrazione cresceva, anche perché gli istruttori erano e sono formati per favorirla e farla diventare, direi, quasi primordiale: quando diventi calciatore, quando condividi lo spogliatoio capisci che la forza della società belga è la multietnicità".

BELGIO E ITALIA - "A me sembra naturale che il Belgio si inginocchi, perché qui conosciamo bene sia il valore dell'integrazione sia il dolore della discriminazione: di gente che invita me e mio figlio a tornare a raccogliere banane ce n'è stata, ce n'è e ce ne sarà sempre", ha detto con molta franchezza Thierry Witsel. "Ma vedendo le cose da una prospettiva più ampia rispetto a Romelu e Alex, per motivi di età, so che le cose stanno cambiando. I ragazzi si identificano con loro e vedendo la loro integrazione e i loro successi, si considerano cittadini alla pari. Axel di questo suo ruolo è orgogliosissimo, abbiamo fondato assieme un'associazione che avvia al calcio i ragazzi più disagiati e lui, dopo il granve infortunio che ha sofferto a gennaio, ha lavorato come un pazzo per essere all'Europeo".

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