Pseudo big match quello tra Foggia e Catania, in scena lunedì 4 aprile alle 20.30. Stessa fame, e caratura tecnica affine. Con la differenza che i rossazzurri lottano per la salvezza, e i satanelli inseguono la promozione, a quota 50 punti. Si contendono i playoff con la Casertana, forti del percorso scoppiettante tracciato finora, non privo di banali amnesie. Il 3-1 in casa del Monopoli svela pregi e lacune.
LUCI ED OMBRE – In attacco si costruisce, tanto. Sono 47 i gol realizzati. Colosso offensivo del Girone C, grazie ai veloci movimenti con o senza palla, riesce a scardinare le difese avversarie, rivelando una destrezza tale da superare le dirette concorrenti. Che però approfittano degli svarioni del reparto arretrato rossonero, in affanno a puntate. Del resto, non mancano interventi puliti, e uscite miracolose (appena 27 le reti subite). Narciso in porta, infatti, rappresenta una sicurezza non indifferente. I salvataggi spericolati del numero uno pugliese blindano le retrovie, propense al sacrificio. I terzini supportano la fase di spinta, grazie al buon palleggio e agli assist, a servizio delle punte. Contribuisce alla causa un poliedrico centrocampo, capace di saltare l’uomo grazie allo scatto felino, sempre letale. In evidenza le scorribande di Gerbo che dal centrodestra si sposta sul fronte opposto, supportando anche la manovra di copertura. Agnelli, leader tuttofare, a segno in cinque occasioni nel corso dell’attuale stagione, fa da regista-metodista, favorendo fraseggi e incursioni.
TATTICA – Questa la trama dello spumeggiante 4-3-3 targato De Zerbi, ex per eccellenza al “Zaccheria”. Bel gioco sommato alla giusta quantità di aggressività e cinismo, collocano il Foggia tra gli sfidanti più temibili. Difesa double face, a gara in corso può trasformarsi in una linea a cinque, emblema di compattezza e solidità. Costante la presenza dei veterani Loiacono e Agostinone. Il primo rossonero dal 2011. Il secondo, cresciuto ed esploso tra le fila dei satanelli, è sceso in campo in appena 10 occasioni, mettendo d’accordo tutti su tecnica e caparbietà. Altro baluardo, Gigliotti, bravo nei calci piazzati. Destinato probabilmente a coprire la fascia destra, vista la squalifica di Angelo (una giornata per somma d’ammonizioni). E poi c’è Coletti, indispensabile se l’intenzione è quella di irrobustire le retrovie, con un occhio alla mediana. A proposito, in mezzo al campo svetta Vacca, arrivato a gennaio dalla Reggiana. Classe ’90, esperto di terza serie, da mezzala è abile a far girare palla. Ma la concorrenza tallona insistentemente. Arcidiacono dalla Juve Stabia, in 8 partite ha già collezionato due gol. Riverola, invece, già annoverato tra i punti fissi, brilla come regista, ma non sfigura se in posizione più arretrata o sulla trequarti. Il settore più ferrato resta l’attacco. Iemmello il trascinatore. Freddo e spietato sottoporta, svaria per tutto il reparto, sacrificando spesso l’indole della prima punta, a segno 17 volte. Sarno il vice mattatore. Dieci reti in campionato. Versatile tanto quanto Floriano, ala sinistra, l’anno scorso in evidenza con Pisa e Barletta.
PROBABILE FORMAZIONE – Allenatore: Roberto De Zerbi
FOGGIA (4-3-3): Narciso; Gigliotti, Loiacono, Coletti, Agostinone; Vacca, Agnelli, Gerbo; Sarno, Iemmello, Floriano.
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