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Il parere dell'ex

Bertotto: “Spalletti è all’altezza di allenare il Napoli”

Getty Images

Sarà l'ex dello Zenit e dell'Inter a prendere il posto di Gattuso

Redazione ITASportPress

“Ho giocato 13 anni all’Udinese, dove ho passato dei momenti bellissimi della mia carriera. Con mister Spalletti siamo riusciti a conquistare la prima qualificazione in Champions League, oltre a due in Coppa Uefa, ed è stato il momento più alto della mia carriera - queste le parole di Valerio Bertotto, ex calciatore dell’Udinese di Luciano Spalletti, ai microfoni de “Il Sogno Nel Cuore”, su 1 Station Radio -. È assolutamente all’altezza di allenare il Napoli, stiamo parlando di un grandissimo allenatore, una persona molto schietta e diretta. Poi non dimentichiamo che è bravissimo sotto il profilo tecnico-tattico e nella gestione della rosa. 

CARATTERE FORTE - "Sicuramente ha un carattere forte, ma allo stesso tempo è un grande professionista ed un grande competente della materia. Sarà un valore aggiunto importante per gli azzurri. Ad Udine ci ha fatto cambiare vari moduli, è un tecnico duttile bravo ad adattarsi ai calciatori che ha a disposizione, ma la stessa duttilità la pretende anche dagli stessi atleti. È uno che ti chiede spesso di cambiare assetto a gara in corso. Insigne come Di Natale? Antonio era un ragazzo talentuoso che veniva dall’Empoli, mentre Lorenzo è un calciatore già affermato, con un grandissimo talento: Luciano esalterà le qualità del capitano. Si dice che le squadre di Spalletti siano poco attente alla fase difensiva, ma non è assolutamente così. Non si arriva ai livelli del mister se non si lavora a 360°.

PIRLO - "Spalletti è maniacale sul lavoro difensivo, non so perché giri questa voce sbagliata. Ovviamente andrà supportato dalla società e bisognerà dargli un po' di tempo per incidere concretamente sulla squadra. Pirlo? Si è calato nella realtà calcistica italiana per eccellenza, la Juventus, da neofita. Si sono verificati tutti i contro del caso. È vero che non ha vinto lo Scudetto, ma ha portato a casa due coppe e si è piazzato in Champions League. Probabilmente meritava una riconferma e bisognava dargli più fiducia. Ma ormai il calcio è un’azienda dove non esiste il cuore, bensì solo la cassa”

 Valerio Bertotto, Getty Images
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