Poi, ancora Vincenzo Grella: "Io ho sempre parlato di rispetto. Poi, quando alcune persone vanno a toccare mio figlio di 11 anni, penso si vada oltre". Sugli obiettivi: "Essere competitivi, arrivare nei primi tre posti. Il nostro budget è costruito su questo, per competere a questo livello. Oggi noi stiamo facendo investimenti: il presidente non spende i soldi, investe nella nostra società. Noi cerchiamo di creare un movimento sostenibile".
"Non potevo mai immaginare questa tensione al Massimino: solo insieme noi possiamo avere successo in questa città. Questo non vuol dire che non ci possano essere critiche, ma ci sono attacchi personali che fatico a comprendere. Fin dal primo giorno c'era sempre un dialogo corretto, onesto e professionale, ma nell'ultimo periodo faccio fatica. Io non accetto chi non si comporta in un determinato modo all'interno del club, non accetto chi non segue la linea e i nostri valori. Questi, hanno due concetti per me fondamentali. Sono cinque, ma ne cito solamente due: rispetto, ammettere gli errori". A proposito di errori, spiega Grella: "Ci sono stati, dal ritiro ad altre scelte. Tutte decisioni condivise, ma io avevo l'ultima parola, l'ho presa e me ne prendo la responsabilità. Io penso che questi errori possano farci crescere. Quando si commette uno sbaglio e si capisce di farlo, si cresce e si prova a migliorare. Da più di un mese facciamo alcune riflessioni, per me è tutto molto chiaro".
Sull'allenatore poi Grella ha concluso: "Era l'uomo giusto ed è l'uomo giusto per il Catania. Deve solo cambiare l'atteggiamento dei calciatori. Più senso di appartenenza e rispetto. Chi non lo fa non ha spazio nel nostro club"
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