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Euro 2020

Europei, Zeman vede il suo Pescara in maglia azzurra con Insigne e Immobile

(Getty Images)

Il Pescara di Zeman aveva anche Verratti a centrocampo

Redazione ITASportPress

Zdenek Zeman è stato un produttore di calcio offensivo. Il suo Foggia per anni ha macinato azioni da rete finalizzate dal trio delle meraviglie Baiano-Signori-Rambaudi: in B stagione 1990/91 67 reti in 38 partite (secondo miglior attacco l’Udinese a 53); al primo anno di A saranno 58 (in 34 partite): nono posto e secondo miglior attacco dopo il Milan campione. 58 anche i gol subiti, seconda peggior difesa dopo l’Ascoli ultimo, ma questo era Zeman, prendere o lasciare. Il boemo ha fatto le carte alla Nazionale di Mancini dopo il match d'esordio contro la Turchia vinto 3-0. "Nel primo tempo non si è vista una grande Italia - ha affermato alla Gazzetta dello Sport- La Turchia, che certamente ha deluso per prestazione e atteggiamento tattico rinunciatario, si è chiusa nella sua trequarti cercando sin dall’inizio di tenere lo 0-0 senza quasi mai riuscire a ripartire. Ma poche volte l’Italia è riuscita a far girare palla con la giusta velocità, buttando anche qualche pallone di troppo. Molti errori di precisione, misura e in qualche caso di scelte. Spesso abbiamo visto portare un azzurro portare palla con i compagni fermi, evidenziando una difficoltà di movimento e smarcamento. Molto meglio è andata la ripresa, complici i maggiori spazi che si sono aperti. La Turchia ha avuto un solo contropiede in tutta la partita, per fortuna a recuperare su Under c’era il più veloce dei nostri, Spinazzola, per me il migliore. Per il resto, in campo, c’è stata solo l’Italia: i turchi ci hanno regalato un gol e mezzo con l’autorete e lo sciagurato rinvio del portiere sul 3-0, ma il resto dell’azione e l’assist di Immobile per Insigne è stato molto bello, come il tiro a giro, suo marchio di fabbrica. Ciro e Lorenzo mi hanno riportato alla mente ricordi e sensazioni di quando vestivano la maglia del Pescara sotto la mia guida. Ho rivisto la loro intesa di un tempo, il trovarsi ad occhi chiusi, il parlare una stessa lingua, il saper fare quei movimenti con e senza palla, che spero e credo di aver contribuito a insegnargli".

 (Getty Images)
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