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Sassuolo, Locatelli: “Mi ispiro a Toni Kroos e dirò sempre grazie al Milan”

Locatelli (getty images)

Il centrocampista neroverde si racconta alla Gazzetta dello Sport

Redazione ITASportPress

Manuel Locatelli calciatore del Sassuolo è uno dei giocatori più interessanti del calcio italiano. Il centrocampista che spinge sempre più in alto i neroverdi con le sue verticalizzazioni, si racconta alla Gazzetta dello Sport: "Avevo diciassette anni quando sono andato a vivere in convitto a Milano. Non riuscivo più a frequentare la scuola a Lecco e poi ad andare ad allenarmi a Milano. Sono andato in convitto, seguendone le regole, a diciassette anni. La particolarità del Sassuolo è che qui ti senti a casa, ogni momento. Loro sono genuini, sono persone che lavorano tutte per farti stare bene. Tutti, dal magazziniere al direttore, sono persone perbene, dedicate al solo obiettivo di far crescere questa società. Penso che li scelgano sulla base di criteri rigidi che li rendono molto simili l’uno all’altro. Sono tutte brave persone che hanno un solo obiettivo, far stare bene i giocatori e puntare al risultato. Questo gruppo di lavoro per me è come una seconda famiglia».

E Roberto De Zerbi com’è?

«Il mister mi ha cambiato la vita. Ora sono visto come un altro giocatore e come un’altra persona, migliore. Ho dovuto staccarmi di dosso l’etichetta che avevo e ci sono riuscito, grazie a lui. Lo ringrazierò sempre perché mi ha fatto rendere al meglio e maturare, in campo e fuori. Devo ancora crescere tanto, ne sono cosciente. Però la squadra ed io abbiamo raggiunto risultati importanti, insieme. E questo è, in primo luogo, merito suo».

Quale era questa etichetta che ha dovuto staccarsi di dosso?

«Avevo l’etichetta di essere incompiuto, che doveva sempre arrivare la definitiva consacrazione, che non ero completo. Purtroppo all’inizio ho vissuto tutto troppo velocemente, è successo tutto subito. Ci si attendeva che dimostrassi cose per le quali non ero ancora pronto. Ora invece, passo dopo passo, sto dimostrando di poter essere all’altezza delle aspettative e mi sono preso delle belle rivincite».

A parte Pirlo c’è un centrocampista al quale lei si è ispirato?

«Sì, Toni Kroos del Real Madrid. Ha l’eleganza e la fantasia dei grandi giocatori. E’ al Real Madrid da tanti anni, ha vinto tutto ma gioca sempre, ha una costanza impressionante. Un esempio».

Quel gol importante che lei fece con il Milan alla Juventus quanto è stato importante e quanto invece è stato una dannazione?

«Voglio cogliere questa occasione per dire alla Gazzetta che io il Milan lo ringrazierò per tutta la vita e non gli vorrò mai del male. Il Milan è stato casa mia e quindi non si parla mai male di casa. Nonostante tutto quello che si è detto io il Milan lo ringrazierò sempre. Poi le cose non sono andate come dovevano ma del Milan parlerò sempre bene. Quel gol è stato un’arma a doppio taglio. Mi ha dato una gioia immensa: segnare a quel portiere, a quel campione un gol così è stata una cosa incredibile. Poi difficile da gestire perché mi si chiedeva sempre di fare gol spettacolari, le aspettative sono balzate alle stelle e quindi è stato complicato. Non ero pronto, sicuramente per demeriti miei. Ma ora vedo le cose in maniera differente e sono cosciente che quel gol rimarrà nella storia, sicuramente nel mio cuore».

Dove può arrivare il Sassuolo?

«Non ci poniamo limiti. Ora siamo nella testa della classifica ma bisogna pensare partita dopo partita. L’obiettivo del Sassuolo è sempre stato la salvezza ma quest’anno dobbiamo puntare all’Europa perché ce lo meritiamo, perché abbiamo giocatori giusti, un mister giusto e la società giusta. L’obiettivo deve essere quello, non ci dobbiamo nascondere e però dobbiamo avere l’umiltà e la costanza di raggiungere i nostri obiettivi pensando veramente domenica dopo domenica».