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Trapani, Giuliano a ISP: “Ripartenza Serie B? Più che diktat serve calma, equilibrio e originalità”

L'avv. Paolo Giuliano consigliere d’amministrazione del Trapani Calcio ai microfoni di Itasportpress ha risposto ad alcune domande in merito all'emergenza Covid 19.

Redazione ITASportPress

La Serie B programma la ripresa anche se sarà difficilissimo rivedere in campo le squadre del torneo cadetto. Difficilmente applicabili i protocolli sanitari con le società responsabili legalmente di quello che accadrebbe a calciatori e staff. Insomma, per tagliare il traguardo della ripartenza ci dovrà essere un grande lavoro che le società di B non possono garantire in tempi brevi. L'avv. Paolo Giuliano consigliere d’amministrazione del Trapani Calcio ai microfoni di Itasportpress ha risposto ad alcune domande in merito all'emergenza Covid 19.

Avv. Giuliano secondo lei come stanno affrontando i vertici del calcio il difficile momento attuale?

Bene, a dispetto delle troppo facili critiche. Il ministro Spadafora, il Presidente del CONI, della FIGC, quelli delle Leghe, sono ogni giorno sotto pressione, intervistati da tutti, perennemente in riunione e sollecitati a decidere in fretta e senza sbagliare. Una situazione non invidiabile in cui bisognerebbe trovarsi una volta ( e speriamo non capiti più..) per capire e giudicare. Mettere insieme un protocollo in cui entrano in gioco molteplici interessi e situazioni (medico scientifiche ed economiche) renderlo sicuro, al riparo da imprevisti e attacchi dei soliti “l’avevo detto io..” “ lo sapevo io che..”, non è facile e richiede calma ed equilibrio. Mi sembra che questi doti siano state esibite in particolare, a mio parere, dal ministro dello Sport e dal mio presidente di Lega Mauro Balata; emergenti e illuminati protagonisti di questo difficile momento, capaci di ergersi super partes in un momento in cui le partes sono davvero tante e particolarmente agguerrite. E proprio per questo qualcuno ogni giorno, guarda caso, tenta di metterli in ombra o in difficoltà..

Quindi la lega B sta andando unita nella direzione giusta? Non ci sono divisioni?

Opinioni diverse di sicuro, come potrebbe non essere... Sto partecipando alle riunioni di Lega dove da esordiente ho tanto da imparare e da ascoltare in silenzio; è un piacere e un onore sentire le opinioni e le analisi di gente che è nel calcio da una vita, come Spinelli del Livorno, Campedelli del Chievo, Vigorito del Benevento, Vrenna del Crotone; persone che hanno un ruolo rilevante nel mondo industriale italiano come Gozzi dell’Entella, presidenti del calibro di Sebastiani e Santopadre e mi fermo per non fare torto agli altri. È chiaro che personaggi di tale calibro non è pensabile che abbiano tutti le stesse idee e piena convergenza di vedute. Se ultimamente si raggiunge unanimità o quasi su questioni importanti è merito del lavoro di raccordo del Presidente Balata e dell’intelligenza dei venti protagonisti che, tranne rari casi, hanno evitato fughe in avanti privilegiando il più possibile gli interessi della categoria. Solo cosi si può resistere e andare avanti in una situazione così difficile e inimmaginabile di crisi, prima economica che sportiva.

Cosa le dà più fastidio in questo momento?

Di sicuro le frasi fatte e le certezze; non si può più sentire dire “ i tempi li detta la pandemia”; “prima viene la salute dei calciatori “ (ma perché quella dei dirigenti, dei medici sportivi, dei magazzinieri, degli addetti alle manutenzioni di stadi e centri sportivi vale quanto il due di picche?); “i calciatori sono viziati”; anzi a tal proposito mi sento di dire che quasi tutti stanno tenendo un profilo rispettabilissimo; sulla questione tagli agli stipendi non hanno mai preso posizioni ferme o negative, molti hanno aperto al dialogo, tanti giustamente stanno aspettando l’evolversi della situazione; per cui non mi sembra giusto etichettarli con luoghi così comuni. Poi non parliamo di chi propone una soluzione come la migliore, così drasticamente da non lasciare spazio a repliche.

E cosa sarebbe più opportuno allora?

Evitare di parlare se portatori di interesse. Nessuno può dire di aver sentito un dirigente del Trapani dire la sua su quale sia la migliore soluzione su come proseguire la stagione... Evitare diktat e suggerimenti ( o tirate di giacchetta, se preferite..) e semmai proporre idee nuove, dare un contributo di originalità, addirittura riformare perché l’emergenza attuale pare suggerirlo. Se l’incertezza sta dilatando i tempi della ripresa perché non approfittare di questa circostanza per avviare riforme ormai da tutti ritenute indispensabili? Fermo restando che la serie A, come giustamente sottolineato dal presidente del CONI Malagò, è un caso a parte nel modo calcio e quindi seguirà sicuramente logiche e tempi diversi si potrebbe costituire un comitato di saggi, scelti dal ministro Spadafora, dal Presidente Malagò, da quello della FIGC, da quelli delle leghe B, C e Dilettanti, tra dirigenti sportivi di comprovata esperienza, decani del giornalismo sportivo, economisti e esperti di diritto sportivo ( massimo cinque componenti ) per approntare in tempi brevissimi un progetto di riforme, capace di fare ripartire il calcio ed i suoi altri campionati, fondamentali per la A, in una nuova veste; che sia appetibile anche per le Tv e di conseguenza per i tifosi che, lo si sta dimenticando ogni tanto, sono i principali utilizzatori del prodotto, i primi a volere, dopo le tante sofferenze del periodo, novità, certezze e meno instabilità possibile per i propri simboli.

A proposito di tifosi, cosa dice ai tifosi del Trapani che ultimamente ne stanno sentendo forse un po’ troppe di cose?

Per quanto mi riguarda, che sto lavorando ogni giorno per superare le criticità del momento, per rappresentare degnamente la città ed i suoi colori sportivi nelle tante riunioni in cui si discute come affrontarle, rispettando parametri e regolamenti rigorosi e complicati. Supportato ogni giorno dalla proprietà, che pur si dibatte con un flagello che sta devastando il settore in cui opera, e dall’instancabile lavoro del direttore Mangiarano. Con il fermo obiettivo di regalare ai tifosi il mantenimento della categoria e una rosea prospettiva futura. Perché la città e i suoi splendidi tifosi ( che non finirò mai di ringraziare per l’esempio di civiltà passione e compostezza che hanno dato in ogni partita, bene o male che sia finita ) meritano davvero la serie A, come rimarcato stamani anche dal direttore Faggiano in una intervista sull’amato Trapani. E se solo anche altre componenti della vita cittadina mettessero un po’ della loro stessa passione nel sostenere i colori granata l’obiettivo potrebbe tornare presto alla portata. Invece, ultimamente, con mia grande meraviglia e stupore, oserei dire anche incapacità di comprendere, non passa giorno in cui non dobbiamo destinare tempo ed energia, sottraendolo a cose molto più importanti, a ristabilire la verità, dando notizie precise e basandoci su fatti provati e dimostrabili; a rintuzzare attacchi, misere strategie, azioni giudiziarie infondate e pretestuose, basate su speculazioni e voglia di lucrare di personaggi già assunti alle cronache negative del calcio e inspiegabilmente ricomparsi sul palcoscenico la scorsa estate; fondate su ripicche e invidiuzze personali di personaggi che forse nel Trapani vedevano una fonte di guadagno e riscatto per i loro insuccessi personali e che lo amano talmente da preferire vederlo infangato pur di colpire le persone che lo amano davvero anche se provengono da altra città. E che oggi lo devono difendere anche dagli attacchi di coloro i quali, leggendo le cronache attuali basate sulla macchina del fango, credendolo debole vorrebbero approfittare per affondarlo.