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Balotelli: “Raffella Fico mi mette i bastoni tra le ruote, chiede soldi che non le spettano”

"Vincerò il Pallone d'Oro. Con Rodgers rapporto disastroso. Mourinho? Gli piaceva fare cinema, ma mi voleva bene"

Redazione ITASportPress

Lunga intervista per Mario Balotelli, che si confida al Corriere della Sera toccando svariati temi. Ecco quanto dichiarato dall'attaccante: "Io posso fare molto di più di quello che ho detto. Però ci vuole tempo. In una scala da 0 a 10, io mi sono fermato a 5, ma piano piano al 10 ci arriverò. Perché ci voglio arrivare. Diventerò Pallone d’oro. Anche se mi rendo conto di aver fatto due anni della mia carriera dove potevo avvicinarmi al 10 e invece sono rimasto a 5. Lo so, fa ridere, posso non aver fatto tutto l’indispensabile per essere il più forte, però l’importante è che l’ho capito e non è troppo tardi. Non voglio arrivare a fine carriera con il rimpianto di non aver fatto di tutto per diventarlo. Fino a due anni fa mi accontentavo di quello che avevo. Facevo bene, sapevo di avere dei colpi ed ero felice così. Non avevo in testa di migliorare, pensavo bastasse. Mentre da due anni a questa parte ho cominciato a lavorare seriamente, eppure i risultati non sono arrivati. Però sono molto tranquillo. Sono consapevole che negli ultimi due anni sono cambiato da così a così. Sono sempre stato bastian contrario. Mino Raiola per farmi fare le cose mi dice sempre il contrario. La maglia 'Why always me'? Fu semplicemente uno scherzo. Alla fine, pur fra qualche eccesso, non penso di meritare tutte queste attenzioni, nel bene e nel male. Si è creato questo personaggio, non mi è permesso di fare niente in più e in meno. Non sono ipocrita, ci resto male quando finisco sui giornali se combino qualcosa, ma non mi piace nemmeno quando si esagera in positivo. Balotelli segna due goal? Un fenomeno. Vorrei essere solo un calciatore come gli altri, magari un po’ più bravo degli altri".

RAPPORTO CON GLI ALLENATORI - "E' sempre stato fantastico, bello con tutti. E anche con i presidenti, con Moratti e con Berlusconi. Disastroso solo con uno: Rodgers. Il litigio con Mancini? Avevo 19 anni, dopo un intervento su un compagno lui si è arrabbiato, mi ha strattonato dicendo che rischiavo di fargli male. Tutto lì. È successo al venerdì, la domenica ero titolare. Mourinho? A lui piaceva fare il cinema, ma mi voleva bene. Si divertiva a farmi arrabbiare perché pensava che avrei reso di più da incazzato. Peccato che non mi ha fatto giocare la finale di Champions League con l'Inter. Se entravo, segnavo sicuro al Bayern Monaco. Me lo sentivo".

FUTURO - "Spero di giocare nel Liverpool. Il Milan ha deciso di lasciarmi e di sicuro non ci sarà un 'Mario’s back again'".

IL GOAL ALLA GERMANIA NEL 2012 - "Quando ho visto il pallone rimbalzare,l’istinto mi ha detto: 'tira di collo pieno, se la prendi bene il portiere non la vede nemmeno'. In realtà non l’ho presa pulita, ma un po’ di esterno. Meglio, se la prendevo bene la tiravo in pancia a Neuer. Ricordo che avevo parlato il pomeriggio con Adriano, che mi sfotteva dicendomi che ero dimagrito. Forse ho voluto mostrargli che non ero poi così magro...".

LE NON ESULTANZE - "A parte il fatto che di goal ultimamente ne ho fatti pochi, in realtà faccio come mi viene. Poi, ammetto, quando la polemica sulle mie mancate esultanze divenne fastidiosa, io segnavo e non esultavo di proposito, per non darla vinta a chi si faceva problemi su questa cosa".

MANCATA CONVOCAZIONE A EURO 2016 - "Ho fatto due anni non ai miei livelli. Problemi fisici e altri problemi, non sono stato io. Conte giustamente ha portato altri giocatori all’Europeo. Fossi stato in lui, avrei fatto esattamente la stessa cosa. Certo che mi spiace non essere in Francia. Ma così doveva andare. Alla gente che mi ferma dicendomi che Conte avrebbe dovuto convocarmi, io rispondo: 'il vero Balotelli lo convocherebbe Conte, Ventura, qualsiasi allenatore. Il Balotelli di oggi no'".

VITA PRIVATA - "Balotelli è il calciatore.Poi Mario è un’altra cosa. È più facile descrivere Balotelli che Mario. Balotelli è un personaggio creato dai giornali, quello che sorride o non sorride, fa una grande giocata, sbaglia un rigore, non esulta. E viene giudicato da quelli che lo guardano giocare. Marioè tutta un’altra cosa. Un ragazzo di 25 anni che non può avere una vita normale, ma ci prova, passando il tempo con sua figlia quando è possibile, con gli amici, la famiglia, la Play Station. Ai miei amici ogni tanto dico: 'quanto darei per fare una settimana io te e tu me. Basta che non mi crei casini...'. Le grandi responsabilità sono più della persona che del giocatore. Da giocatore mi pagano per fare goal e io devo farlo. Le responsabilità sono nel comportamento. Io ci sto provando. Essere papà è bellissimo. Se avessi Pia tutto il tempo altrimenti sarei la persona più felice del mondo, ma la madre mette i bastoni tra le ruote, è lei che litiga, chiedendo soldi che non le spettano, pretendendo che incontri mia figlia solo in sua presenza. Due tribunali hanno detto che non ha ragione, solo che lei dice che le decisioni del tribunale sono 'orientative' e quindi fa come le pare. Per fare incontrare almeno una volta Pia a mio padre prima che morisse, ho dovuto ottenere un ordine del Tribunale, perché la madre si opponeva".

RAZZISMO - "Due anni fa sono arrivato al punto di chiamare il mio procuratore e dirgli: 'Mino, io non voglio più giocare in Nazionale'. Non è giusto. Io nato in Italia, cresciuto in Italia, non sono mai stato in Ghana, anche se ci andrò. Per la legge è giusto che io sia italiano. Per prendere quel certificato mi sono fatto ore di coda davanti alla questura ogni anno. Qualche volta mi piacerebbe che chi insulta dicendo che non esistono negri italiani se ne ricordasse. Di sicuro se avessi giocato col Ghana una cosa del genere non mi sarebbe mai successa, mai. Sarei stato uno dei 23 della Nazionale. Qui invece... So che è pesante da dire, ma se quel momento di crisi fosse arrivato quando dovevo decidere, non so se avrei giocato con la Nazionale italiana. Per colpa di pochi stupidi? Sì, ma io non sono un robot, certe cose fanno soffrire".