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Esclusiva

Catania, Bellinazzo a ISP: “Le opzioni per l’asta sono due. In A solo di diritti tv vale 40 milioni”

Redazione ITASportPress

Ai microfoni di Itasportpress è intervenuto Bellinazzo che ha seguito da vicino la vicenda del Catania sul Sole24ore

In merito alla situazione del Catania, ai microfoni di Itasportpress.it, è intervenuto Marco Bellinazzo, prestigiosa firma del del Sole 24 ore che ha seguito la vicenda del club etneo.

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Venerdì 11 ci sarà l’asta ma da Catania non arrivano segnali positivi. I curatori hanno risposto che non ci sarà una seconda asta se la prima andasse deserta. Qual è il suo parere a riguardo?

La prima asta di solito va sempre deserta perchè è una vera strategia del potenziale acquirente che attende il ribasso nella seconda. Nel caso del Catania, se non ci sarà una nuova procedura competitiva, non ci sono soluzioni alternative. Il club verrà escluso dal campionato e radiato. Chi vorrà prendere il Catania si farà bene i calcoli. Tra l'altro non è nel bando il centro sportivo di Torre del Grifo che rappresenta l'unico asset oltre al brand Catania. Rifondare un club con costi importanti e in più di dovendosi assumere degli oneri finanziari complica l'operazione che si fa poco conveniente. Chi fa questo investimento sa che per arrivare in 2/3 anni nel massimo campionato deve mettere sul piatto almeno 25 milioni o anche più. C'è un rischio d'impresa alto che al momento in Italia nessuno si assumerebbe. La vera speranza per il Catania è che entrino investitori stranieri, ovvero i fondi americani che stanno acquistando in tutta Europa e anche in Italia ci sono club a stelle e strisce. Questa è una opzione, la seconda, quella più complicata, visto il caso Sigi, sarebbe di un gruppo di imprenditori locali, una sorta di consorzio territoriale che in altre città ha funzionato.

Cosa è mancato al Catania in questi anni?

La situazione la conosciamo visto che è mancata la spinta propulsiva che il club e la città avrebbero meritato. Si doveva lavorare con una maggiore attenzione da parte delle istituzioni calcistiche anche se è sempre complicato andare a sindacare in maniera preventiva. I controlli vanno approfonditi all'atto dell'iscrizione. Per fortuna i casi di società non in salute sono sempre meno e adesso si spera che il nuovo indice di liquidità sia un argine e una valida iniziativa volta ad accrescere stabilità e sostenibilità dell’intero settore. In merito alla vicenda Catania speriamo che il club trovi un acquirente anche per non falsare la competizione, visto che una eventuale esclusione avrebbe un impatto forte sulla classifica. La stagione era iniziata in maniera precaria con la ricerca di fondi attraverso una colletta dei tifosi, e fatta in quel modo era già un allarme per le istituzioni del calcio. 

Quanto vale un Catania in Serie A?

Quando si prende una squadra con l'idea di promozione c'è bisogno di un budget importante visto che la Serie C non produce risorse sufficienti per compensare i costi e ambire a fare il salto di categoria. Una piazza come Catania solo di diritti tv può valere circa 30/40 milioni. L'operazione Catania, chiunque decida di farla, la sceglie solo per puntare al massimo campionato per remunerare i costi e le spese. Se le cose vanno male in campo sono dolori per le tasche ed è capitato al Bari che per sua fortuna ha un gruppo solidissimo alle spalle. Nel caso del Catania la Sigi, la holding proprietaria del sodalizio etneo, questa forza non ce l'aveva e il rischio d'impresa era molto elevato già in partenza. Ed ecco che si è creato poi il corto circuito.