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Catania, giù le mani dai tifosi rossazzurri

Catania Calcio

La rubrica sul Calcio Catania curata da Luca Allegra

Redazione ITASportPress

IL CAFFE' SCORRETTO DI LUCA ALLEGRA

Catania, giù le mani dai tifosi rossazzurri- immagine 2

 

L’ultima cosa cui pensavo di potere assistere da osservatore dei fatti etnei è l’accusa di scarso attaccamento avanzata da molti versus la comunità dei tifosi del Catania.

Ho letto sconclusionati j’accuse nei confronti di una collettività di sportivi che non starebbe popolando acconciamente lo stadio, ho ascoltato strali incendiari di novelli masanielli puntare il dito su un pubblico giudicato colpevolmente latitante dagli spalti del “Massimino”, ho persino udito scombiccherati sermoncini di editorialisti di quart’ordine chiamare la piazza all’unità sotto il vessillo rossazzurro ritenuto non a ragione povero di seguaci.

Tutti bravi a salmodiare la litania del distacco contro la piazza, additata di imborghesimento o di immotivato sconforto.

Credo che le considerazioni di cui sopra, declamate anche da ascoltati predicatori e diffuse sui social con aggettivazioni pompose, siano totalmente insensate.

Anziché sproloquiare pertanto su un tifo ritenuto ormai pantofolaio, sarebbe opportuno che costoro si soffermassero davvero sull’effettivo stato in cui versa la tifoseria più che indulgere sulle critiche per la rimproverata freddezza odierna.

Pensino al reale sconforto che la piazza sta vivendo, ai troppi bocconi amari che, in special modo nell’ultimo biennio, si è stati costretti ad ingoiare.

Così si capiranno meglio le ragioni per cui il pubblico viene fisicamente meno. 

Magari perché fiaccato dai sei anni di C alle spalle, sconfortato per la lontananza dai circuiti calcistici che contano, umiliato  - senza offesa - dal confrontarsi con il Monterosi Tuscia, addolorato per avere come obiettivo di stagione la permanenza in terza serie, mortificato per la sepoltura sotto una messe di punti di penalizzazione e sgomento per mediocrità assortita sul campo tra orrori tecnici ed errori tattici (ma Baldini non era il nuovo Arrigo Sacchi?…)

La realtà è che è molto facile puntare il dito sugli sportivi etnei che in questi anni si sono sorbiti una gestione senza capo né coda, con obiettivi sbandierati in assenza di logica alcuna da una società ieri raffazzonata ed oggi fallita

Ed il generoso popolo catanese a questa masnada di inconsistenti imprenditori ha anche versato euro sonanti in quella chiamata alle armi che chi scrive definì all’epoca una questua che valicó di molto le soglie delle vergogna.

Eppure ci fu chi si tassò.

E parliamo di una città che non è più la raggiante Catania tratteggiata dai testi e dalle note di Carmen Consoli ma un centro urbano in  gravissima crisi economica, con attività serrate, disoccupazione alle stelle e record nella popolazione trai percettori di reddito di cittadinanza.

E dove racimolare i dieci euro per la partita può non essere più così scontato.

È molto facile predicare dai pulpiti gratuiti della tribuna stampa o dai salotti della Catania bene, fare lezioni di passione da recuperare dai riscaldati studi radiofonici con il giacchino di flanella o la cravatta bene annodata 

Rimproverare in ultimo un pubblico rarefatto, foss’anche quello del tifo organizzato cui l’estensore di questo pezzo non hai risparmiato critiche quando dovute.

Il moralismo un tanto al chilo costa poco, evocare spalti gremiti dopo più di un lustro di mediocrità significa vivere fuori dalla realtà.

Equivale a non comprendere financo l’evoluzione di un fenomeno - il fenomeno calcio intendo- che non è fruibile come quarant’anni fa quando costituiva l’unico intrattenimento domenicale.

Oggi i millennials vanno conquistati con accattivanti richiami al tifo in presenza, con uno stadio comodo ed accogliente, con un’esperienza immersiva difficilmente proponibile quando il tuo contendente si chiama Andria o Campobasso.

Riflessioni di codesta foggia non vanno omesse dal quadro d’insieme alternativamente ci si limita a fare populismo d’accatto, pescando scientemente a piene mani nella retorica, raccattando facili consensi parlando alla pancia delle persone.

Dimentichi di una comunità, oggi dilaniata, che va rispettata e non usata per biechi tornaconti o strumentali captatio benevolentiae.

È fuor di dubbio che chi non è fisicamente presente arda d’amore molto più di chi moraleggia a vanvera.

Lo si ricordi 

Saluti rispettosi

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