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Serie C

Catania, i motivi della grande frenata. I rinforzi per la salvezza entro oggi

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La sconfitta contro il Catanzaro fa suonare diversi campanelli di allarme

Redazione ITASportPress

L’incontro di ieri contro il Catanzaro ha tradito le aspettative dopo la prestazione convincente contro il Bari che va detto è in difficoltà in questo momento e ieri è stato salvato da un palo su rigore al 95’ sul terreno della modesta Paganese. Il Catania in una settimana ha perso le proprie caratteristiche più importanti. La velocità, il ritmo, l’aggressività e la compattezza mostrate contro la capolista ne hanno nascosto i limiti. Il cammino della squadra è da retrocessione visto che nelle ultime quattro gare i rossazzurri hanno raccolto quasi gli stessi punti di Vibonese, Fidelis Andria e Paganese. Solo due. Il Messina che ha interrotto la striscia negativa vincendo contro la Paganese tre turni fa, ha fatto meglio della squadra etnea.

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GIOCATORI E NON GIOCO - Contro il Catanzaro tutti hanno fatto un passo indietro, anche il tecnico Francesco Baldini con una gestione della gara a livello tattico non proprio perfetta. Farebbe bene il mister a non imputare la mancanza di risultati solo agli errori dei difensori “non allenabili”, agli arbitri e alla sfortuna. Ieri il suo Catania ha mostrato tante lacune tattiche e la scelta dei singoli lascia qualche perplessità. La partita con il Catanzaro ha dimostrato chiaramente che i buchi non sono soltanto in difesa.

DECADENZA TATTICA - Sul piano tecnico-tattico il Catania ha avuto ieri una involuzione, un percorso inverso almeno dalla gara di Messina. Si vede che durante il match i giocatori sono senza la connessione del gioco, non c’è un’identità forte che lo renda riconoscibile questo Catania che soffre parecchio in casa. Dopo quattro mesi che cos’è che più caratterizza il Catania? Gli strappi di Greco, le progressioni di Russini e i gol di Luca Moro, poi si notano chiazze desertiche. A Baldini non riescono neppure più i “mind games”, i giochini psicologici che il tecnico utilizza per destabilizzare gli avversari. Le sue lamentele sugli arbitraggi sono diventate un rumore di fondo che nessuno ascolta con attenzione. Idem per gli errori individuali e non allenabili dei difensori. Reiterare stanca, genera assuefazione. Il tecnico rossazzurro è uno specialista in alti e bassi, cadute e risalite, e se è un buon ciclista dovrà insegnare ai suoi a resistere. E’ evidente che un allenatore che punta sul gioco, ha creato un’organizzazione, può stare tranquillo ma questo Catania al di là degli errori individuali, si è affidato spesso ai singoli. E quando Russini, Moro e Greco non brillano sono guai. 

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LA STRADA - Il Catania, 27 punti (sul campo) in 22 giornate, ha una media di 1, 22 a partita. In casa la media è di 1,45 a partita, in trasferta 1. Al Massimino la squadra di Baldini ha perso 5 partite ed è la squadra più battuta sul proprio terreno del Girone C insieme alla Turris. Un dato che mostra la fragilità tattica del Catania che soffre quando deve produrre gioco anziché puntare solo al contropiede lontano dal Massimino. Adesso il calendario dà una mano al Catania che mercoledì 2 febbraio va sul terreno di una Fidelis Andria che in casa ha un cammino misero di 6 punti in 11 giornate (0,54 a partita).  La squadra di Baldini è obbligata a vincere.

MERCATO -  L’obiettivo in questa ultima giornata di mercato? Non è semplice: rinforzarsi, abbassando al tempo stesso il monte-ingaggi. Lo scopo e la missione di Pellegrino sono chiari: garantire la sostenibilità economica del club in previsione di un cambio di proprietà a metà febbraio. Oggi nell’ultimo giorno di mercato c’è da definire diverse operazioni in entrata e uscita. Devono essere ceduti Piccolo e Zanchi che hanno manifestato la voglia di andare via. In entrata le ristrettezze economiche hanno portato un solo vantaggio: hanno evitano gli sprechi dell’estate e dell’anno precedente con contratti pluriennali a calciatori ultra trentenni. Il Catania oltre a Lorenzini avrebbe di bisogno di un altro difensore, di un portiere all'altezza. facendo partire Stancanpiano, un esterno, ma le grandi operazioni si fanno in estate. A gennaio si mette una toppa, per l’abito nuovo ci sarà tempo a luglio con la ricostruzione che opererà il nuovo proprietario e il suo staff. 

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