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Lega Pro, turbolenze in C: Gravina affonda Ghirelli e Lo Monaco. Gli scenari di un uomo isolato

Ghirelli (Getty Images)

Subito la riforma dei format del terzo campionato italiano e magari non solo a quello e dopo l’emergenza diventa un impegno urgente.

Redazione ITASportPress

"Il Covid-19 nel calcio forse non produrrà solo disastri. Il virus infatti ha messo a nudo tutta una serie di problemi che covavano sotto la cenere da anni. E con i problemi sono arrivate anche le spaccature tra le leghe tanto che oggi si discute animatamente su come ripartire o se invece chiudere la stagione. Tutti si rimettono alla decisione del governo il prossimo 28 maggio. Così ogni club pensa al proprio orticello e sconfessa anche la linea presa dai presidenti delle rispettive leghe di appartenenza. Forse solo la B di Balata ha dimostrato più compattezza mentre la A ha fatto trasparire più di una crepa. La C invece si è spaccata letteralmente e Ghirelli non ha più l'appeal di prima dopo che Gravina gli ha stracciato in faccia il documento che conteneva la proposta di 52 club (su 59) di chiudere il campionato supportata dai medici sportivi che in terza serie hanno affermato che è impossibile far applicare i protocolli.

"LO SCONTRO - E così mercoledì scorso si è celebrato un vero scontro, anche personale, tra il presidente della Figc Gravina e quello di Lega Pro Ghirelli. Uno scontro che ha anche causato l'allargamento della frattura tra club di C, tra favorevoli e contrari alla ripresa del campionato. Ghirelli, dopo l'assemblea di C di qualche giorno fa, ha portato al Consiglio federale il conto di molti presidenti in ginocchio e la certezza della promozione in B di Monza, Vicenza, Reggina e Carpi. Gravina è sobbalzato dalla sedia ed è entrato a gamba tesa su Ghirelli e i suoi due consiglieri, Lo Monaco e Baumgartner, scuotendo la struttura dell’intera Serie C. Come riporta oggi la Gazzetta dello Sport, negli ultimi giorni si vocifera di un Ghirelli sempre più isolato. Ed è partito il valzer dei nomi pronti a prenderne il posto e la spaccatura non è soltanto coi vertici federali ma anche all’interno della stessa Lega. Adesso c’è chi è contento di poter tornare in campo (soprattutto Reggiana e Bari); chi sbuffa ma si dovrà allineare; e chi addirittura vorrebbe scioperare perché nel frattempo ha già risolto i contratti coi propri giocatori.  Alla fine, l’idea di poter giocare i playoff e i playout per delineare promozioni e retrocessioni sul campo è quella più aderente al progetto della Figc. Intanto solo 51 club di C stanno continuando a fare allenamenti individuali e facoltativi da casa. Ma ci sono società ormai in vacanza per motivi diversi: il Piacenza per esempio ha già risolto il contratto con 6 giocatori (Cattaneo, Della Latta, Milesi, Pergreffi, Pavoni e Polidori) e anche con il tecnico Franzini;  il Modena, ha già pagato tutti gli stipendi fino a giugno e pensa alla prossima stagione che ripartirà con il tecnico Mignani sulla panchina. Il Catania, che ha sospeso gli allenamenti, non pensa al pallone ma al Tribunale. Monza, Vicenza e Reggina non hanno iniziato gli allenamenti.

"SUBITO LA RIFORMA - La riforma dei campionati non può più essere rinviata. In Italia continuiamo a detenere il poco encomiabile record del numero di club pro: sono 100, nessuno in Europa ne ha tanti, persino la straricca e bulimica Inghilterra si ferma a 91, probabilmente troppi pure quelli. Bisogna darci un taglio. Si pensava che la riforma del campionato — da 20 a 18 squadre — fosse la prima urgenza del grande calcio pre virus (e presto comunque ci accorgeremo del costo sociale di questo gigantismo e della mancanza di volontà politica di intervenire per cambiare lo scenario). Ma di riforma ce n’è una forse ancora più pressante: quella della B e della C. Struttura dei campionati, squadre partecipanti e canali di entrate. Tutto. Bisogna intervenire per salvare tornei, squadre e anche grandi città fortemente radicate nella cultura e nella tradizione calcistica. Secondo la Gazzetta, la C potrebbe avere un solo girone d’elite (con 20 club) e due intermedi che comprenderebbero parte della D (che diverrebbe un torneo più geolocalizzato) e a cascata seguirebbe anche una ristrutturazione dei campionati regionali. Alla C d’elite avrebbero accesso i club più virtuosi, che davvero si possono permettere di gravitare nel mondo prof. Tutto il resto si dovrebbe accontentare di una nuova C2, praticamente riesumata, che tuttavia avrebbe costi più accessibili in attesa della possibile introduzione del semiprofessionismo. In ogni caso non c’è tempo da perdere, è l’ora delle riforme.