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Serie C

Serie C, arbitri nel mirino: troppi errori e Ghirelli ammette l’inesperienza

Serie C, arbitri nel mirino: troppi errori e Ghirelli ammette l’inesperienza

Polemiche ieri sera per la direzione di gara di Alessandro Di Graci della sezione AIA di Como che ha arbitrato Catanzaro-Catania

Redazione ITASportPress

Ancora una volta gli arbitri sott’accusa. Succede in Serie A con Mourinho che domenica scorsa dopo il derby perso con la Lazio, ha criticato molto Guida, ma si verifica più spesso in Serie C che la direzione di gara venga fortemente contestata dalla dirigenza per alcune sviste che si rivelano poi decisive. In C senza la VAR gli arbitri giovani possono spiegare gli interventi al bar ai loro colleghi visto che si parlano.

LAMENTELE CATANIA - Da ieri sera nella graduatoria delle lamentele c’è anche il Catania per i torti subiti al Ceravolo, a cominciare dal rigore concesso al Catanzaro dall’arbitro Di Graci di Como che è al quarto anno di Can C e ha già diretto 45 gare e quindi non proprio si può definire un giovane fischietto. Un errore netto nella valutazione del fallo di mano di Calapai che non era in area di rigore etnea e rivedendo le immagini stava fuori anche un metro. Un abbaglio che probabilmente ha condizionato dopo la direzione arbitrale del fischietto lariano visto che a lamentarsi è stato anche il Catanzaro per un fallo di mano del rossazzurro Greco e di qualche gomitata di troppo. Ma ieri evidentemente non era in giornata Di Graci della sezione di Como.

DOMENICHE ROVENTI - In C purtroppo non si sono domeniche che si non si chiudono con le polemiche. Gli arbitri in queste prime giornate di Serie C stanno concedendo troppi rigori e spesso la decisione lascia molti dubbi. Vero che l’arbitro a volte viene tratto in inganno dagli stessi calciatori che letteralmente si lanciano per aria non appena sfiorati da un avversario, però le sviste sono frequentissime così come le lamentale. Non si vuole mettere la croce addosso ai giovani arbitri alle prime armi, però serve un cambio di rotta da parte del designatore della Can C Maurizio Ciampi. E’ evidente che l’interpretazione di un episodio dipende spesso da più eventi concatenati, cioè dinamica, sviluppo dell’azione, prospettiva ideale, decisione, ma se a dover valutare poi si mandano fischietti alle prime armi non si risolve il problema e la Serie C diventa sempre più un campionato infernale con molti dirigenti che mettono sott’accusa gli arbitri.

IL CASO SEREGNO - Domenica scorsa si sono lamentati quasi tutti in C dal Trento (concessi tre rigori in 90’ a Vercelli) al Messina che si è sentito defraudato a Picerno. Finora il caso più eclatante si è verificato qualche domenica fa a Seregno con il presidente Davide Erba che scrisse su WhatsApp a Ghirelli: “Molto male arbitro, due rigori netti e un rosso per loro, non c’è molto rispetto per il Seregno , evidentemente non è gradito in Lega Pro”. Poi la replica del numero uno della Lega Pro: “Per quale motivo dovrebbe? Se tu ritieni che ci sia una cosa del genere- è stata la replica di Ghirelli – vai alla Procura della Repubblica, tu sei libero di fare ciò che vuoi”. 

Ma vi stato anche un altro scambio di vedute successivamente tra lo stesso Ghirelli e, questa volta, il direttore generale degli Spartans Ninni Corda. Quest’ultimo ha confermato la tesi per la quale la squadra sarebbe stata danneggiata da alcuni errori arbitrali. E questo ha dato luogo a un’ulteriore presa di posizione del presidente della Lega Pro secondo il quale “se gli errori sono stati questi, non sono dovuti ad alcuna congiura verso il Seregno ma al più solo all’inesperienza dell’arbitro che è al primo anno di attività, i nostri arbitri sono in formazione e si impegnano al massimo, gli errori tecnici degli arbitri, così come quelli dei calciatori, degli allenatori e dei dirigenti sono sempre accaduti in tutte le serie e categorie senza per questo dover pensare a congiure”. Insomma in Serie C una gara esente da sbagli arbitrali è impossibile e ormai si tratta di un elemento che fa parte della quotidianità.