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Südtirol, Pfeifer a ISP: “Sorteggio idea esagerata. Se la C affonda si apre una voragine nel calcio. Club falliti ripartano dalla terza categoria”

foto fc-suedtirol.com

L'amministratore delegato del club di Bolzano non è d'accordo con Ghirelli sulla ipotesi del sorteggio per decidere la quarta squadra promossa in B

Redazione ITASportPress

E’ scontro tra Lega Serie B, Lega Pro e Lnd dopo la scelta dei club di C di ritenere concluso il campionato con tre promosse in B (Monza, Vicenza e Reggina) e una quarta da decidere con sorteggio. Ai microfoni di Itasportpress.it, l'amministratore delegato del Sudtirol, squadra che milita in Serie C Girone B, Dietmar Pfeifer, che valuta la linea Ghirelli.

Sig. Pfeifer, la Lega Pro è stata la prima a fermarsi e a capire la forza malefica del virus, ora è la prima che spinge per far calare il sipario sulla stagione. Se non ci fossero le condizioni per la ripresa, cosa proporrebbe?

Difficile fare proposte essendo i dirigenti di calcio non esperti in campo sanitario. Se non si potrà giocare accettiamo la decisione della Lega Pro, ma terrei aperta una porta visto che le cose potrebbero migliorare a livello sanitario e dunque tornare in campo anche in piena estate non sarebbe utopistico. Difficile obiettivamente pensare che una società di Serie C possa osservare tutti i protocolli sanitari previsti adesso. Non è fattibile a livello economico e organizzativo.

"La quarta promossa in B potrebbe arrivare attraverso playoff virtuali, cioè il sorteggio. E’ d’accordo?

Il presidente Ghirelli ha chiarito che la sua era un'idea che andava discussa internamente, ma invece è venuta alla luce facendo scalpore. Non condivido l'idea del sorteggio e la ritengo esagerata come soluzione. Non ha senso il sorteggio visto che si parla di club che fanno attività tutto l'anno e poi sarebbe assurdo finire dentro un bussolotto. Piuttosto manderei in B solo le tre squadre davanti a tutti nei rispettivi gironi e nel caso farei disputare i play off ristretti a poche squadre. Naturalmente virus permettendo.

"Negli ultimi dieci anni, 80 società hanno mancato l’iscrizione ai campionati. Cosa accadrà in Serie C quando saremo usciti da questo incubo visto che i piccoli imprenditori avranno ben altro da fare che correre dietro a un pallone?

Le società devono cambiare strategia e strutturasi in modo diverso. E' un rischio dipendere da una sola persona nel calcio, servirà avere una base solida come la nostra del Sudtirol con 33 soci e 170 sponsor. Bisogna voltare pagina altrimenti ci saranno sempre fallimenti se a investire nel calcio ci sarà un solo imprenditore alla guida della società che sbaglia gestione. Inoltre bisogna dare più risorse ai club di C e rivedere la legge Melandri. Se la Serie C fallisce si apre una voragine nell'intero ecosistema del calcio italiano e sarebbe davvero grave visto che ci sono club con piazze importanti che porterebbero i libri in Tribunale. Ma se una società fallisce non è giusto che riparta dalla Serie D ma dovrebbe ricominciare dalla terza categoria. Molti club falliti dopo un solo anno sono nuovamente tra i professionisti e magari tolgono spazio a noi che siamo attenti ai bilanci e magari ci negano la possibilità di andare in Serie B.

"Presidente molti club da quelli di vertice a quelli che lottano per la salvezza hanno rose di circa 37 calciatori tutti a libro paga. Non le mette i brividi questo anche alla luce del fatto che ogni anno ciascun club spende il 50% più di quanto incassa, i debiti incidono per il 92% sul totale delle attività.

La gestione della società è fondamentale: noi abbiamo 24 calciatori a libro paga. Assurdo che 37 calciatori percepiscono uno stipendio, poi bisogna aggiungere anche le tasse e i contributi, costi che sono come una zavorra per le società. L'unica cosa positiva di averne a libro paga una media di 37 è che i club danno lavoro a tanti calciatori e le loro famiglie.

"Pensa sia arrivato il momento giusto per discutere della riforma dei campionati, progetto forse mai come in questo momento urgente in modo da voltare pagina in poche settimane.

Visto che si spende più di quanto si incassa sarebbe meglio avere meno squadre delle 60 attuali. Purtroppo l'indotto cala qualora si decidesse di tagliare un girone da 20 squadre. Immagino che salirebbero il numero dei calciatori senza contratto. Bisogna riuscire a trovare la chiave giusta per garantire la sopravvivenza di queste aziende di calcio. Bisogna fare delle valutazioni più profonde per evitare che una società di calcio abbassi la saracinesca perchè a chiudere sono anche i loro settori giovanili, punto di riferimento delle varie squadre dilettantistiche delle regioni.