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Trapani, Petroni: “Ecco perchè la squadra non può allenarsi. Domani sera nuovo proprietario”

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Il numero uno del club granata sicuro che cederà il club nelle prossime ore

Redazione ITASportPress

Lungo intervento ai microfoni di Tuttomercatoweb.com del proprietario del Trapani Calcio Fabio Petroni che ha chiarito i motivi dell'impossibilità di allenarsi dei calciatori e poi definito il futuro del club: "Il protocollo sanitario è stato rispettato, anche grazie al lavoro del Dott. Mazzarella, quello che abbiamo è un problema di gestione dei quadri aziendali. Non possiamo allenarci per l'assenza di personale, dal magazziniere a quelli della lavanderia, c'è una contestazione in atto da parte del personale, che sta utilizzando questa forma di sciopero bianco. Il Trapani al momento attuale non può permettersi 20 dipendenti, le società che conosco ne hanno effettivamente un numero inferiore, ma al momento attuale, con la situazione di emergenza sanitaria creatasi, i licenziamenti sono bloccati. Stiamo lavorando alla ristrutturazione societaria, ma sono certo che con il passaggio di proprietà tutto si risolverà nel miglior modo possibile. Recupereremo anche gli allenamenti".

A tal proposito, come procedono le trattative per la cessione della società?

"Il sindaco, con il quale abbiamo ottimi rapporti, ha favorito gli incontri con un comitato di imprenditori trapanesi, che per noi ha la priorità. Abbiamo già depositato la documentazione da un notaio, ma abbiamo dato un termine ultimo, fissato a stasera. Se nessuno si farà avanti, cederemo ad altri, ci sono altri due gruppi interessati, e la trattativa non salterà: domani sera il Trapani avrà un nuovo proprietario".

Fallimento quindi scongiurato?

"Fallimento? Vantiamo crediti nei confronti della Lega B per valorizzazione, paracadute, e abbiamo perso la categoria no sul campo ma per una penalizzazione: il risentimento della città è anche il nostro. Ma problemi economici non ne abbiamo, solo organizzativi, e appena passeremo la mano tante questioni si sistemeranno: in città c'è scontento, e questo si traduce in difficoltà a reperire sponsor e in meno abbonamenti da sottoscrivere. Non si può far calcio senza la città, il Trapani ha bisogno di Trapani. Abbiamo salvato il club dalla gestione De Simone, ma ora è giusto passare la mano, con serenità".

Dopo le esperienze di Pisa e Trapani, non positive, potremmo rivedere Fabio Petroni nel calcio?

"Perché non positive? Io credo che queste due esperienze, come quella della Juve Stabia dove abbiamo aiutato Manniello, siano state positive. Non siamo benefattori, ma abbiamo aiutato le società, anche compiendo operazioni socialmente utili".

Il Pisa era però sull'orlo del baratro, fu salvato solo dalla famiglia Corrado.

"A Pisa l'esperienza non si è chiusa con il fallimento, ricordo che abbiamo rifiutato la maxi offerta di Pablo Dana, per cedere il club a cifre nettamente inferiori, dopo aver cercato di risollevarlo da una gestione non nostra. Per questo giudico tutto positivamente, e spero che anche il Trapani abbia il destino dei toscani. Poi per quanto mi riguarda, ho altre situazioni imprenditoriali da curare, almeno nel breve periodo il mio nome non sarà associato al calcio".