ITA Sport Press
I migliori video scelti dal nostro canale

gazzanet

Vibonese, Caffo a ISP: “Non sto con Ghirelli: anche in estate ma torniamo a giocare. No al sorteggio promozione”

Il presidente del club calabrese non è d'accordo con Ghirelli

Redazione ITASportPress

E’ scontro tra Lega Serie B, Lega Pro e Lnd dopo la scelta dei club di C di ritenere concluso il campionato con tre promosse in B (Monza, Vicenza e Reggina) e una quarta da decidere con sorteggio. Ai microfoni di Itasportpress.it, il presidente della Vibonese, squadra che milita in Serie C Girone C, Pippo Caffo boccia la linea Ghirelli.

"Presidente Caffo, la Lega Pro è stata la prima a fermarsi e a capire la forza malefica del virus, ora è la prima che spinge per far calare il sipario sulla stagione. Se non ci fossero le condizioni per la ripresa, cosa proporrebbe?

La proposta scaturita dal Consiglio direttivo non mi convince. Giusto fermare il campionato adesso se non ci sono le condizioni con la promozione delle prime tre dei vari gironi, ma io sono del parere che bisogna aspettare che le autorità sanitarie e il governo diano l'autorizzazione e poi tornare in campo anche in estate e a porte chiuse. Senza retrocessioni si avrebbero ripercussioni per tutto il sistema calcio penalizzando la C la prossima stagione. Finiamo questo campionato e poi pensiamo a quello successivo.

"La quarta promossa in B potrebbe arrivare attraverso playoff virtuali, cioè il sorteggio. E’ d’accordo?

Ma con quale criterio si procederà con questo sorteggio? Dico questo anche a mio danno visto che noi potremmo grazie alla Dea bendata trovarci in Serie B. Francamente non mi sembra una scelta azzeccata e onesta questa del sorteggio. Lo dico anche a tutela di chi in questo momento si trova nei quartieri alti della classifica.

"Il rischio di un’estate da trascorrere nei tribunali è altissimo?

Assolutamente sì, il rischio è altissimo visto che ci saranno tanti scontenti. Prioritario per me è concludere la stagione.

"Negli ultimi dieci anni, 80 società hanno mancato l’iscrizione ai campionati. Cosa accadrà in Serie C quando saremo usciti da questo incubo visto che i piccoli imprenditori avranno ben altro da fare che correre dietro a un pallone?

Le squadre della C sono rette da mecenati e non sarà facile per loro andare avanti senza una azienda alle spalle che stia economicamente bene. Bisogna vedere come fare fronte agli impegni assunti visto che noi non abbiamo contribuiti e ritorno da sponsor, botteghino e tv.

"Se non si vuole correre il rischio di un’ecatombe di società piccole e medie, andrebbe neutralizzato per il 2020-21 il sistema delle licenze nazionali mantenendo valide le garanzie prodotte la scorsa estate?

Bisogna dare un giusto riconoscimento alle società di Serie C intorno al milione di euro. Così con i soldi della fideiussione si potrebbe andare avanti.

"Presidente molti club da quelli di vertice a quelli che lottano per la salvezza hanno rose di circa 37 calciatori tutti a libro paga. Non le mette i brividi questo anche alla luce del fatto che ogni anno ciascun club spende il 50% più di quanto incassa, i debiti incidono per il 92% sul totale delle attività.

E' vero, molte volte l'ambizione porta le società a fare scelte sbagliate con una politica da condannare.

"Pensa sia arrivato il momento giusto per discutere della riforma dei campionati, progetto forse mai come in questo momento urgente in modo da voltare pagina in poche settimane.

Subito bisogna farla. Doveva già essere messa in atto anni fa, adesso portiamola avanti copiando il modello virtuoso di altri campionati europei. Io proporrei una C con due gironi. La D con nove gironi è fuori sistema serve un cambio di rotta.