Otto anni fa i tifosi del Chelsea hanno sicuramente vissuto la più bella serata della loro vita. I blues sono stati la prima squadra di Londra a vincere la Champions League, un orgoglio come recita lo striscione esposto prima di ogni partita dai tifosi. Uno degli ero di quella partita fu sicuramente Didier Drogba.
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Drogba ricorda la vittoria in Champions: “Mata mi convinse a non mollare”
L'ex attaccante del Chelsea ha parlato dei momenti successivi al gol del vantaggio del Bayern.
Drogba e Mata
L'ivoriano ha scritto una lettera su Twitter in cui ha raccontato quella partita: "Avevamo deciso di dare tutto per quella competizione, nonostante la sconfitta per 3-1 contro il Napoli nella gara d'andata. Inseguivamo la Champions da otto anni ed eravamo riusciti solo a raggiungere il secondo posto. Tutti abbiamo concordato di mettere da parte il nostro ego e di aiutarci a vicenda per lo stesso obiettivo. Dopo quell’incontro ho chiesto al giovane Juan Mata, che aveva 23 anni all'epoca: ‘Per favore, Maestro, aiutami a vincere la Champions League’. Lui mi ha guardato e mi ha detto: ‘Amico, tu sei pazzo. Sei tu che devi aiutare me a vincerla!’. Io gli risposi che ci provavo da otto anni e che ero convinto fosse lui l’uomo giusto per aiutarci a conquistare il trofeo, e che gli avrei anche fatto un regalo se ci fossimo riusciti. Questo accadde alla fine di febbraio. Tre mesi dopo, eravamo a Monaco, in finale, nel loro stadio, sommersi da un’onda rossa. Il Bayern riuscì a segnare a otto minuti dalla fine; mi avviai verso il centrocampo per battere il calcio d’inizio per gli ultimi otto minuti. Ero molto scoraggiato, ma Mata disse: ‘Credici Didì, tu devi crederci‘. Io ero quasi in lacrime, e dopo aver guardato il tabellone con il minuto e il punteggio gli risposi: ‘Credere in cosa? E’ quasi finita, piangerò come ho già fatto pochi mesi fa quando ho perso la finale con la Costa d’Avorio‘. Ultimo minuto, ultimo calcio d’angolo, o meglio il nostro primo calcio d’angolo contro i diciotto battuti da loro. Indovinate chi lo ha battuto? Juan Mata. Il resto è storia. La lezione è: crederci sempre! Buon ottavo compleanno a noi!“.
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