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Arsenal, il retroscena svelato da Torreira: “Credevo di restare in A, ma poi Emery…”

L'ex Sampdoria parla del suo trasferimento in Premier League

Redazione ITASportPress

Si era preso la Sampdoria, gestendo con grande maestria e altrettanta grinta il centrocampo blucerchiato. Ora, dopo solamente pochi mesi, Lucas Torreira si è preso l’Arsenal. Sono bastate poche settimane ai tifosi dei Gunners per innamorarsi del centrocampista uruguaiano, che già in Italia aveva dimostrato di valere una big. Su di lui era forte l'interesse di Inter e soprattutto Napoli, ma alla fine il piccolo Pacman, così è stato ribattezzato, ha scelto il fascino della Premier League.

Iil classe 1996 si trova a meraviglia nell'Arsenal: ha la fiducia dei compagni di squadra e soprattutto del tecnico Emery. Ed è proprio l'allenatore dei Gunners ad aver giocato un ruolo importante nel passaggio di Torreira dalla Sampdoria agli inglesi. Lo stesso giocatore ha raccontato al portale ArsenalMedia i giorni decisivi del suo trasferimento, rivelando un retroscena che ha fatto la differenza.

LA CHIAMATA - "Alla fine della mia ultima stagione alla Sampdoria c'erano molte squadre di cui si parlava - ha spiegato Torreira - Non avrei mai potuto immaginare di venire qui in Inghilterra, perché si parlava principalmente di club italiani. Prima di partire per il Mondiale, ho ricevuto una chiamata da Emery, che è stata una grande sorpresa per me. Sapevo di essermi guadagnato il riconoscimento per tutto il mio duro lavoro e per quello che avevo fatto di buono alla Sampdoria. Quella telefonata mi ha reso un uomo felice".

TRANQUILLO - Una chiamata che ha permesso al centrocampista di affrontare con più serenità l'avventura Mondiale: "Mi ha permesso anche di rilassarmi, perché mi ha dato modo di concentrare tutta la mia attenzione sulla nazionale e sulla Coppa del Mondo. Sono davvero orgoglioso di far parte di una squadra così importante". E nonostante i problemi iniziali, adesso le cose vanno più che bene, come dimostra il gol, strepitoso, siglato in rovesciata nell'ultima gara: "Non è stato facile: c’è la questione della lingua che crea il problema della comunicazione. Sono fortunato perché l'allenatore è spagnolo e lo staff tecnico lo parla, quindi questo mi rende le cose più facili perché mi spiegano le cose in spagnolo. Non è stato facile neppure adattarsi al calcio qui: l'intensità, il tempo e la qualità delle partite. Alla Sampdoria ero abituato a giocare in Serie A e in Coppa Italia, mentre ora sono coinvolto in quattro competizioni".